3) Vento di Natale

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Ogni volta, quando si avvicinava Sant'Ambrogio, iniziava a soffiare quel vento strano. Quel vento, quello che corre lungo i vicoli di Milano, nelle mattine in cui Brera è vuota e senti i tuoi passi sul selciato, quel vento, non freddo, non caldo certo ma non freddo, lieve, che pungola la pelle rimasta esposta alla città e quasi la accarezza con garbo. Silenzioso e soave, un vento quasi dolce, piacevole, tanto. E così che, camminando piano, a Thomas, occhi verdi di bambino, vien voglia di slacciare la cravatta aprirsi il colletto e lasciarlo entrare in sé, un vento una carezza un soffio un ciao dolcissimo. Guardare in alto. Dicembre. Un ricordo. Fra un po' è Natale.

Cazzo. Ogni volta, quel vento di Milano gli riportava il cuore altrove, a Flora, ai suoi occhi azzurri, ai suoi sorrisi, quelli là, che poi non riesci più a dimenticare. Alle sue mani, così gentili che non ne aveva mai più viste in tutta la sua vita, a quelle carezze, spalmate sul viso mentre ti guarda dentro.

E allora, va bene, anche questo Natale, toccava comprare un panetùn!

Ogni volta, quando si avvicinava Sant'Ambrogio, iniziava a soffiare quel vento strano. Milano diventava ancora più bella, e Flora, che bella lo è sempre, si accendeva di un tono turchese e amaranto di un'eleganza che toglieva il fiato, bella Flora bella ancora di più, come quando era piccola e correva con le ballerine e le lentiggini sul selciato, le mancavano gli incisivi in quella foto di bambina ed ancora sorride al pensiero di quando l'aveva mostrata a Thomas. Era Natale, sì, era in questo periodo. Chissà, pensava Flora, stringendosi in quello scialle elegantissimo e celeste ed accarezzandosi le braccia, chissà se anche quest'anno ci vediamo...una finestra s'apriva sulle vie del centro e quel vento dolcissimo entrava in casa. Un pensiero soave come il vento la circondava. Sorseggiava il suo the. Ed una luce celeste e morbida riempiva i suoi occhi. Chissà. E allora, va bene, anche questo Natale, toccava comprare le candele!

E fu Natale, la bella notte di Milano, poche persone in giro, a tratti nevicava. Thomas, mai con l'ombrello, camminava avvolto in quello sciarpone di cachemire fatto dalle tenerissime mani di Flora, cappotto blu, panettone fra i guanti in pelle e cappello a tesa larga con quel rigo amaranto, il colore del salone di Flora. Camminava piano, fino al campanello d'ottone, sfilava il guanto e Flora l'aspettava, gambe accavallate nella sua unica eleganza milanese, candele e tessuti amaranto circondavano l'antico salone, lo scialle turchese sulle spalle delicate, regalatole da Thomas ed indossato sempre e solo per i loro ciclici incontri.

La neve di Natale, quest'anno un regalo in più, occhi azzurri in occhi verdi che si sorridono.

Ciao, nonna, ti trovo più bella che mai.


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