La talpa

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Il suono della campanella riecheggiò nei corridoi ed in ogni aula sancendo la fine delle lezioni col suo fastidioso suono metallico.
"Va bene ragazzi, per oggi abbiamo finito" concluse Aizawa col la sua solita voce sonnolenta.
La classe mise via i vari quaderni pieni di appunti, disegni e semplici scarabocchi, si formarono alcuni gruppetti che chiacchieravano tranquillamente aspettando quelli più lenti nel mettere via il materiale scolastico, mentre il professore stava pulendo la lavagna. Dopo qualche minuto praticamente tutti i ragazzi erano usciti dall'aula e si erano incamminati verso il dormitorio, solamente Iida, Uraraka, Midoriya ed Asui erano ancora lì, trattenuti da un discorso che aveva iniziato Midoriya su una nuova mossa che aveva visto compiere da Mirko che avrebbe assolutamente voluto provare ad imitare, era stato necessario che Tsuyu facesse notare l'impazienza di Shota, che li stava fulminando con lo sguardo dalla cattedra, per smuoverli.
Mentre si stava dirigendo fuori Izuku si bloccò sull'uscio della porta.
"Voi andate pure avanti, io vi raggiungo dopo, devo chiede una cosa al professor Aizawa" disse con la sua solita aria solare.
"Sicuro che non vuoi che ti aspettiamo? In fondo non abbiamo fretta" chiese premurosa Ochako.
"Non ti preoccupare, vi ho già fatto aspettare abbastanza, voi incamminatevi pure" rispose leggermente impacciato.
"Va bene, ma non fargli perdere troppo tempo, cra"
"Asui ha ragione, anche i professori hanno impegni dopo la fine delle lezioni" aggiunse Iida con tono autoritario.
"Va bene, vedrò di essere breve" rispose nervosamente "voi andate, a dopo"
"A dopo" dissero i tre amici all'unisono mentre si allontanavano.
"Cosa vorresti chiedermi Midoriya?" chiese Shota per nulla sorpreso che il ragazzo dai capelli verdi volesse parlargli dopo la fine della lezione, dato che era una cosa che faceva spesso anche con gli altri professori.
Izuku si voltò verso il suo interlocutore con aria estremamente seria, ben diversa da quella che aveva appena qualche istante prima, mentre parlava coi suoi amici.
"Così non possiamo andare avanti" sentenziò con tono duro.
"Di cosa stai parlando?" domandò senza cambiare espressione anche se in verità era stato leggermente colto di sorpresa dall'atteggiamento del ragazzo.
"Della nostra situazione. Non sono passate neanche due settimane da quando siamo stati presi di mira da questo nuovo villain e già quattro di noi sono stati rapiti e Kaminari è pure finito in ospedale con ferite gravissime. Non possiamo continuare a starcene chiusi nel dormitorio cercando di far finta di nulla mentre aspettiamo che venga il nostro turno di essere messi alla prova"
Aizawa sospirò comprensivo.
"So che per voi ragazzi è dura questa situazione e mi dispiace che dobbiate convivere con questa paura ma..."
"Noi non abbiamo paura" lo interruppe "mi ha frainteso, non sono venuto a parlarle perché abbiamo paura, se ha sentito il racconto di Jiro nemmeno Kaminari ha avuto paura di mettere in gioco la sua vita, tutti noi lo abbiamo già fatto e lo rifaremmo, noi vogliamo dare una mano, non ce la facciamo a stare nelle nostre stanze a fare nulla quando la vita dei nostri compagni e di tutti gli studenti della UA sono in pericolo"
Vi era una forte determinazione negli occhi del ragazzo.
L'uomo dai capelli neri cercò di nascondere il sorriso d'orgoglio che gli aveva provocato il ricordarsi quanto fossero speciali i suoi studenti, sempre pronti a fare la cosa giusta ed a sfidare il pericolo senza remore per salvare il prossimo.
"Chiudi la porta" disse facendo un cenno con la mano.
Midoriya si diresse verso la porta scorrevole su cui campeggiava la scritta '1-A' e la chiuse, dopo di che si voltò e tornò dal professore che nel mentre aveva tirato fuori da sotto la cattedra una valigetta nera dalla quale aveva estratto una serie di foto e fascicoli. Porse una piccola pila di fogli al ragazzo che la iniziò ad esaminare, vi erano alcune foto di un uomo mascherato scattate da diverse videocamere della UA, alcuni resoconti abbastanza vaghi della polizia e la scansione di una lettera scritta a mano firmata dal Giudice.
"Ciò che sto per dirti è confidenziale, quindi non dovrai farne parola con nessuno, chiaro?"
Il ragazzo annuì.
"La polizia non ha molte informazioni su chi possa essere questo Giudice, conosce giusto un paio di legami con altre organizzazioni e qualche spostamento usuale, nulla di sufficientemente concreto per poter agire, per questo, anche volessimo, non possiamo farvi fare niente, qualunque attività fuori da questo complesso servirebbe solo a rendervi bersagli ancora più facili"
"Capisco la vostra situazione. Quanti ragazzi sono già stati presi?"
L'uomo distolse lo sguardo dal suo interlocutore ed assunse espressione estremamente cupa.
"Troppi...più di quanti riesca a sopportare...e...non tutti sono stati fortunati come i tuoi compagni"
"Quindi intende dire che alcuni sono..." disse con voce scioccata alzando lo sguardo dai fogli che stava controllando.
Il professore annuì soltanto, senza dire una parola. Il ragazzo abbassò lo sguardo stringendo forte il pugno.
"Ecco perché non posso starmene con le mani in mano"
"C'è qualcosa che puoi fare" rispose riassumendo un'aria più seria "Abbiamo motivo di credere che ci sia una talpa all'interno della UA ed è il motivo per cui vi abbiamo chiesto di non comunicare con le altre classi, per restringere il campo di informazioni che poteva raccogliere"
"All Might mi aveva detto che avevate abbandonato questa pista"
"Ed è vero, dopo essere stati attaccati durante il ritiro nei boschi, ormai molti mesi fa, si erano interrotti gli attacchi da parte dell'Unione dei Villains e quindi avevamo smesso di cercare un possibile infiltrato. Da alcune ricerche della polizia pare che Il Giudice avesse contatti con l'Unione ma che si siano interrotti da un giorno all'altro, pensiamo dunque che la spia fosse stata da sempre sotto la guida del Giudice e che sia stata imprestata al gruppo di Shigaraki per un breve periodo. Ovviamente sono solo supposizioni, per questo stiamo tenendo sott'occhio tutti gli studenti"
"Quindi cosa vuole che faccia?"
"Se vuoi dare una mano nelle indagini tenta di capire se l'infiltrato si trova nella 1-A e di chi si tratta. So anch'io che può essere un lavoro non semplice indagare sui propri compagni, è difficile persino pensare che un tuo amico vi stia tradendo, per questo non ti biasimerò se deciderai di non farlo, non è una cosa che chiunque è in grado di fare"
"Io sono sicuro che nessuno di noi metterebbe mai in pericolo i suoi amici" rispose con molta convinzione.
"ed è per questo che indagherò, per dimostrare che nessuno di noi sta collaborando col Giudice"
"Lo spero anch'io" disse con un lieve sorriso che trasportava molta tristezza dietro di sé "Adesso vai, i tuoi amici si staranno chiedendo perché tu ci stia mettendo tanto"
"Va bene"
Midoriya posò i fascicoli e si diresse fuori.
"Non la deluderò" concluse prima di aprire la porta e correre fuori.
Aizawa prese una delle foto del Giudice che si trovavano davanti a lui e la osservò attentamente prima chiuderla nel pugno e buttarla a terra con disprezzo.

"Non sei felice Jiro? Oggi hanno trasferito Kaminari nell'infermeria della UA per essere monitorato da Recovery Girl, sono sicura che il preside ti concederà sicuramente il permesso di andare a trovarlo" disse Momo sorridente.
"Si ma Midnight ha anche detto che non si è ancora svegliato" rispose freddamente.
"Ma solo perché è in coma farmacologico" si intromise Hagakure, che stava camminando alla destra della ragazza coi jack ai lobi, mentre Yaoyorozu si trovava dall'altro lato.
Le tre amiche stavano rientrando insieme in dormitorio dopo la fine delle lezioni. Per Kyoka non erano stati giorni particolarmente facili per cui le erano stati tutti vicino, in particolar modo, ovviamente, la sua migliore amica Momo.
"Per cui basta svegliarlo" continuò Toru "è come quando dorme fino a tardi, c'è solo bisogno di andare lì e scuoterlo"
"Non credo funzioni esattamente così" rispose Yaoyorozu ridacchiando "e non penso si tratti nemmeno del paragone migliore possibile visto che quando tocca a Jiro svegliarlo lo fa piantandoli i jack negli occhi, ma è senz'altro il genere di ottimismo che dovrebbe avere anche lei"
"Sono veramente frustata" disse Kyoka calciando l'aria "sono ormai quattro giorni che ci penso ed il fatto che non sia riuscita ad evitarlo mi fa impazzire. Subito me l'ero presa con quell'idiota per aver scelto di sacrificarsi senza neanche pensarci un attimo ad altre possibili alternative, ma a mente fredda mi sono accorta che ha fatto la scelta giusta, o perlomeno quella che avrei fatto anch'io nei suoi panni, e se quando si svegliasse fosse lui a prendersela con me? Io ho provato a fare ciò che era in mio potere ma forse c'era altro a cui non ho pensato, non vorrei mi ritenesse colpevole per ciò che gli è successo"
Momo le fece passare un braccio sulla spalla e la strinse più vicina a sé.
"Sinceramente non riesco ad immaginarmi Kaminari arrabbiato con qualcuno, in particolar modo con te credo sia veramente impossibile, ti prende come esempio qualunque cosa faccia. C'è solo un colpevole in questa storia e tu sai bene chi è"
"Lo so...vorrei avere qui davanti quel Giudice per fargliela pagare" tirò un pugno all'aria come se dovesse colpire qualcuno lì presente "ma purtroppo non è possibile, ed è molto snervante"
"Ogni tanto penso aiuti essere fatalisti, accettare che il destino è scritto ed immutabile, che non dipende da noi, aiuta a superare questi tipi di situazioni" suggerì Hagakure senza cambiare il suo tono spensierato.
"C'è uno scrittore, mi pare fosse italiano, che paragonava il destino come ad un fiume, sempre pronto a straripare e trascinarci via, e sosteneva che l'uomo stupido passeggiasse affianco ad esso, in attesa di quel momento, mentre l'uomo intelligente si adoperasse per costruire degli argini. In pratica pensava che il fato fosse sì fuori dal nostro controllo ma comunque limitabile tramite l'arguzia e l'ingegno" aggiunse Yaoyorozu come se stesse tenendo una lezione.
"E questo cosa c'entrerebbe con me?" chiese Kyoka guardandola stranita.
La ragazza dai capelli neri ci rifletté per qualche istante.
"Effettivamente niente, ma ci tenevo a darvi questa piccola nozione di letteratura e filosofia"
"Già...grazie...molto gentile...sono quasi sicura che me ne sarò dimenticata prima ancora di arrivare in dormitorio" rispose Toru "tornando all'argomento principale, hai intenzione di andare a trovare Kaminari?" domandò a Jiro.
"Sì, credo di sì, ma preferirei andarci da sola"
Le due amiche annuirono comprensive.

Giudice, giuria e boiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora