~❀ «Lo voglio» Bokuaka ❀~

« Lo voglio »

Il cuore palpitava veloce nel suo petto, un costante martellio che lo accompagnava da quando quella mattina si era svegliato. Non era, però, il tipo di battito che molte volte aveva sperimentato, come una tetra sinfonia che gli sussurrava di scappare. In quel momento, al contrario, si sentiva leggero, libero, emozionato come non si era mai sentito e quel tambureggiare nel suo torace era simile ad un battere d'ali, capace di farlo librare in aria tra le nuvole più bianche.

In quel momento, nei suoi occhi, nella sua mente e dentro di lui vi era solo la persona che gli si ergeva davanti, sorridente e bellissima come sempre. Ogni suono, ogni colore, ogni odore pareva insignificante al cospetto dell'uomo che amava. Avrebbe forse dovuto prestare attenzione all'impiegato dello stato, che proprio in quell'istante stava pronunciando le formule convenzionali per unire civilmente, ma non udiva nulla, se non il respiro regolare dell'albino, non vedeva nulla, eccetto quelle incredibili iridi ambrate, sulle quali gli parve di scorgere un luccichio di commozione.

Tutta la sua vita era stata un tentativo di raggiungere quell'"abbastanza" al quale non aveva mai creduto di corrispondere. Era troppo serio, troppo normale per quel concentrato di gioia ed esuberanza in piedi davanti a lui.

Come poteva trovare il coraggio di credere in se stesso? Di credere in quel matrimonio? Come riusciva ad amare così tanto qualcuno, quando non apprezzava nemmeno quello che era?

Eppure quello sguardo, quella felicità che in quel momento risplendeva sul volto del suo compagno, cancellò di botto ogni dubbio, come il sole che, con la sua luminosa comparsa, prende il posto di nubi e tempesta. Se quell'essere così perfetto lo amava, forse non era così terribile, forse, tutto ciò che doveva fare era ancorarsi con tutte le proprie forze a quegli occhi su di lui.

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La macchina percorreva le strade trafficate di Tokyo con andatura regolare, non troppo lenta ma nemmeno troppo veloce. Tuttavia, ad Akaashi sembrava di muoversi con una pigrizia esasperante. Yukie non poteva accelerare? Non poteva arrivare in ritardo al proprio matrimonio!

A dire il vero, erano ancora in largo anticipo, ma il corvino non se ne curava, perché quella preoccupazione superficiale era solo un pretesto per non riflettere su ciò che lo tormentava in realtà. Seduto sul sedile posteriore, non riusciva a bloccare i movimenti scattosi delle proprie gambe, che non era in grado di fermarsi. Con un dito batteva nervosamente sul proprio ginocchio, mentre si tormentava il labbro inferiore con i candidi denti.

-Akaashi che cos'hai?- Gli chiese il suo testimone, seduto proprio accanto a lui. -Riesci a stare fermo, per favore? Muovi il sedile e mi fai perdere al gioco.- Affermò, con un tono alquanto scocciato Kenma.

Keiji sapeva che quello era solo uno strano modo del ragazzo per chiedergli come stesse, eppure, in quell'istante, quasi non prestò attenzione alle acide parole dal dolce significato dello youtuber. -S-scusa.- Balbettò, rallentando, lievemente i propri tic. -Sono...sono solo un po' agitato.

Non era da lui comportarsi a quel modo: nella loro coppia, sarebbe stato quello che avrebbe mantenuto il sangue freddo, in quell'occasione importante, colui che sarebbe stato in grado di placare l'agitazione prematrimoniale del compagno, non si aspettava certo di caderne preda lui stesso! Ecco che un altro motivo di ansia si accatastò alla pila dei suoi timori: e se fosse cambiato? E se, in quel breve lasso di tempo, il suo carattere non fosse più lo stesso? Cosa avrebbe pensato il suo promesso? Forse avrebbe cambiato idea. Forse non lo avrebbe voluto più sposare!

Il suo piede riprese a martellare sulla moquette del veicolo, più veloce di prima, mentre iniziava a giocherellare con le dita adagiate sul suo grembo. Accanto a sé, inevitabilmente, per Kozume fu impossibile concludere la partita, così, con uno sbuffo, forse infastidito, o solo un modo per rimanere fedele alla sua reputazione, si girò a guardarlo.