Capitolo 6

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Capitolo 6

Quando aprì gli occhi, Kageyama si rese conto che c'era un po' troppa luce in quella stanza, e che il suo corpo fosse fin troppo freddo per uno che era stato fino a quel momento rannicchiato sotto le coperte. In un primo momento non riuscì nemmeno a spostare lo sguardo sulla parete verso il quale era voltato, ma facendo un piccolo sforzo riuscì a tornare supino ed a mettersi seduto, almeno prima di accorgersi che in quella stanza non fosse solo.

Quando voltò lo sguardo alla sua sinistra, il suo campo visivo fu rapito dalla figura minuta di Hinata, che dormiva tranquillamente accasciato alla sua scrivania, ed in un primo momento riuscì solamente ad osservare le spalle del centrale alzarsi ed abbassarsi al ritmo dei suoi respiri.

Si era addormentato in quella posizione? Non ci stava più capendo nulla, come non riusciva a capire perché il suo compagno di squadra fosse rimasto con lui tutta la notte. Ricordava che lo aveva aiutato a coricarsi e ricordava di essersi addormentato con la sua espressione divertita che lo incitava a rilassarsi, ma pensava che una volta che si fosse addormentato sarebbe tornato a casa...

Era la prima volta che si ritrovava in quella situazione, perché nelle poche e rare volte in cui era stato male aveva sempre dovuto contare su sé stesso per rimettersi in sesto. Al limite, proprio quando non riusciva a fare le cose da solo, chiedeva aiuto a sua sorella, o lo aiutava la zia zitella della villetta accanto, e solo perché era lei che ogni sera si intrufolava in casa del nipote per constatare che fosse ancora tutto intero. Secondo lei un maschio non sarebbe stato in grado di badare alla casa, per quello entrava nella residenza dei Kageyama con una scusa sempre diversa, o forse era stato qualcuno dei suoi parenti a dirle di badare a lui, forse Miwa, o sua madre prima di togliersi la vita, chissà...fatto sta che quelle premure lo avevano lasciato incredibilmente confuso, soprattutto dopo che notò un panno ancora umido poggiato in mezzo alle coperte oramai stropicciate sui suoi fianchi.

Quando voltò lo sguardo notò che sul comodino c'era un recipiente con dell'acqua fredda ed una bottiglietta d'acqua con un bicchiere di vetro, per cui immaginò fosse stato Hinata ad aver poggiato tutto lì sopra.

«Hinata?», provò anche a richiamarlo, nonostante la nota roca nella sua voce, dettata dal sonno appena interrotto e dallo stato ancora febbricitante, ma un piccolo capogiro lo costrinse a riportarsi disteso.

"Maledizione!", imprecò mentalmente.

«Hinata?!», riprovò, alzando di più il tono della voce, ma quella non bastò a destare il sonno pesante del suo compagno. Lo immaginò anche con la guancia poggiata sulla fredda superficie e la bava che gli colava dall'angolo della bocca, e forse fu quella visione che lo convinse a giocarsi l'ultima carta. Si spostò appena sul fianco, con estrema attenzione per non barcollare troppo, e dopo aver saldamente afferrato la bottiglietta di plastica che era appoggiata sul suo comodino, prese la mira e la lanciò impeccabilmente verso la testa all'altro, che si svegliò di soprassalto con le mani poggiate sul punto dolorante.

«Ma sei scemo?!», imprecò Shoyo, voltandosi con un'espressione decisamente frastornata, ma tornò completamente in sé quando vide Tobio ansimante ed accaldato, di nuovo in preda alla febbre, che lo guardava con disapprovazione.

«Non mi rispondevi», gli disse semplicemente, quasi fosse stata una cosa normale svegliare così brutalmente qualcuno, ma il rosso cercò di non arrabbiarsi solo perché Tobio sembrava stare addirittura peggio della sera prima.

«Ok, ho capito», mise su un piccolo broncio, «però credo sia meglio misurare la febbre», propose, «non hai l'aria di uno che si è ripreso...», così, senza aspettare opposizioni da parte dell'altro, afferrò il termometro dal comodino e glielo passò con l'espressione di uno che non avrebbe ammesso altre repliche, e rimase con il braccio proteso verso di lui finché a Tobio non rimase altro da fare che afferrare il tanto temuto oggetto, borbottando cose che non arrivarono mai alle orecchie di Shoyo, che nel mentre invece se la stava ridendo sotto i baffi.

"𝐑𝐞𝐚𝐬𝐨𝐧 𝐭𝐨 𝐟𝐥𝐲" - [KageHina]Where stories live. Discover now