atto zero

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Dedicato a tutti coloroche hanno ceduto il propriocorpo a chi non lo meritava

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Dedicato a tutti coloro
che hanno ceduto il proprio
corpo a chi non lo meritava

Zugzwang. Quando é estate e sono le quattro di notte, boccheggio con le lenzuola tra le dita perché il clima afoso mi stringe un laccio attorno al collo e semplicemente sto lì, a guardare fisso fuori dalla finestra, ad imitare i versi che mi hai insegnato come un'audiocassetta mentre lo schiocco dei tuoi baci e della tua pelle sulla mia scandiscono il tempo lento delle pesanti estati peninsulari.

Hai composto una poesia con le mie cinque parole ─ mare, sole, saturno, maternità, tu ─ e hai pizzicato le corde che ho appese tra lo sterno e il bacino. Come i marinai con le sirene, ho perso cognizione della realtà ascoltando il suono della tua voce e le dolci tue melodie, ma so che in cambio non posso darti nulla se non il mio stesso corpo, questo mi distrugge.

Non puoi immaginare il vuoto nel petto di un amore non ricambiato, come se qualcuno avesse messo una mano dentro di te, scavato nella ferita, afferrato quanti più organi possibili con le sue dita e li avesse sradicati dal tuo ventre, lasciandoli a terra per fuggire. E tu li guardi con il respiro spezzato mentre muori dissanguato, ma non muori mai perché l'amore, crudele malfattore,
ti tiene in vita, più degli organi tuoi.

E vorrei solo fare come una rana d'inverno, affondare nella fredda melma del disgusto umano e smettere di respirare. Spezzare una volta per tutte il circolo di sofferenza al quale le Moire mi hanno condannata, l'amore unilaterale é un sentimento pungente e masochistico dove l'egocentrismo e l'abnegazione, contro ogni previdenza, convivono. Pur sapendo che non mi é concesso amarti, continuo a farlo, nonostante ne esca ogni volta lacerata da un'aquila che mi divora il fegato, alla fine so che non posso farne a meno. Eppure faccio di tutto per tenerti in cima al mondo, mi hai detto di esserne il re, io ti ho sempre trattato come tale.

Tu sei davvero un re, ma di che tipo? Ci sono cose che si scoprono solo alle quattro di notte sotto la luna di luglio quando il nostro bisogno d'affetto é vulnerabile ed esposto ai venti stellari ed io ero lì, in mezzo a quella tempesta astrale assieme a te, mentre mi parlavi della tua famiglia e piangevi sulla mia spalla. Ripudiato dal padre, alla continua ricerca della madre, Stella del Mattino, non attender più l'aurora, prendi la mia mano e governa il tuo regno. Tu, divino dalle sofferenze umane, Icaro! Il tuo volo sarà breve ma spettacolare!

Mi dici quanto vorresti un paio d'ali per volare un pochino più vicino al sole, anche se son di cera e di piume e si stanno sciogliendo. Al tramonto Roma é più bella del solito quando i raggi del sole si allungano tra i palazzi, si infilano nei vicoli stretti e io piango, perché tra due ore ho il treno e non me ne voglio andare.

Andrò all'inferno, lo so, da qualche parte nella Bibbia dovrà pur esserci scritto che quello che siamo é peccato. Ma come può divenire peccato esser se stessi? Meraviglioso amore mio, indossa una corona d'oro bianco che la giovinezza ti dona come se fossi vestito dei soli raggi del sole, non crucciarti se le tua ali di cera si stanno sciogliendo, mio amore tu sei vicino agli astri ed io sono il vento che ti sostiene e ti permette di librarti nell'aria, dolce Icaro.

Sotto la luce della luna i tuoi occhi sono lucidi e ti prendo in giro perché hai il naso storto, ma un viso stupendo ─ anche se questo non te lo dico mai ─, e il khajal che hai messo stamattina é colato tutto e le tue iridi scure spiccano sul volto illuminato, ti bacio, gioco con il tuo nostril, i tuoi orecchini, accarezzo i tuoi tatuaggi e mi fai provare i tuoi anelli, che sono troppo grandi per le mie dita troppo piccole, mentre abbiamo le gambe intrecciate e mi abbracci.

Abbiamo costruito una cattedrale nel deserto quando siamo nella casa al mare, in quel posto bellissimo sull'Adriatico dove non c'é nessuno nemmeno ad agosto e il sole sorge nel mare, o nel tuo appartamento a Roma che ha quella vista stupenda su tutta la città, e mi scopi senza ritegno perché sai che quando l'estate sarà finita salirò su un treno e tornerò a casa, ma tutto questo che senso ha se poi al mattino non riusciamo a guardarci nemmeno negli occhi? Io ho ancora i tuoi morsi sul costato, tu i miei graffi sulla schiena.

Poi fa troppo caldo e riempiamo la vasca di acqua gelata, tu mi metti lo smalto che indossi, perché ti piace quando abbiamo lo stesso, e io ti lavo i capelli. Andiamo in quei posti dove le stelle si vedono bene e rimani sempre sorpreso perché tu, essendo di città, di stelle ne vedi poche poche. E piangiamo sotto il sole quando io ti amo troppo e tu ami troppo me, allora queste emozioni tanto intense ci sopraffanno e ci stringiamo forte, anche quando l'afa vorrebbe impedircelo.

Ti ho visto cadere con le ali spezzate, solo, in mezzo al mare, le lacrime mescolate alla cera, così vicino al sole, così vicino... ti darò le mie ali, Icaro, il mio amore per te mi porta all'automutilazione. Non posso pretendere di essere amata da te.

Ho il terrore che tu mi possa lasciare. Non andartene, sarò io a chiederti scusa, resta con me, se te ne vai mi butto di sotto. Lo so che non mi credi quando dico che mi uccido se mi lasci, ma resti lo stesso. Allora un po' ci tieni? Se no te ne andresti.

Dici che siamo troppo diversi, ma non é così, veniamo dalla stessa dimensione, lo sai bene che parliamo la stessa lingua ed é vero che gli opposti si attraggono, ma amano solo quelli che sono simili a loro. Entrambi vogliamo essere come dei, onnipotenti, onniscienti, so che vuoi andare in paradiso, ma questa notte la tua catena ti tiene imprigionato in seno alla terra. Vieni ad essere eterno con me. Quando siamo in autostrada e guidi imboccando la Salerno-Reggio Calabria mi viene voglia di mettere le mani sul volante e sterzare, moriremmo in un istante, insieme, per sempre, giovani e bellissimi.

So che vorresti andare in paradiso, ma questa notte dovrai amarmi come se fossi il re dell'inferno. E quando ormai ti sei addormentato piango in silenzio perché sono troppo felice.

Sarò sincera, non credo ci sia cosa più bella di te che canti le mie canzoni preferite, lo fai apposta, dillo, perché sai che la tua voce fa tremare tutta Roma. Anche quando ridi perché cerchi di insegnarmi a giocare a scacchi e io non ci riesco. Zugzwang. mi hai detto. Eh? ti ho risposto. Quando ti rendi conto che subirai uno scacco matto si dice 'zugzwang', a questo punto puoi scegliere se arrenderti o continuare a giocare fino all'inevitabile sconfitta. Che fai? Continui o ti arrendi?

"Zugzwang" ti ho guardato negli occhi e ho mormorato quella parola. Non mi hai sentito, forse perché l'ho detto troppo piano, forse perché ti ho colto all'apice del tuo piacere carnale, mentre ti muovi a ritmo lento dentro di me, sfinito dall'atto sessuale, forse entrambi. "Zugzwang" ho sussurrato, stavolta a me stessa tornando a guardare fuori dalla finestra. Scacco matto, hai vinto. Mi sono appena accorta di essere innamorata di te.

nota autrice , 3O.12.21
ringraziamento speciale a blue che mi ha ispirata a pubblicare questa ?? boh ?? one shot ?? di cui mi ero completamente dimenticata. l'ho scritta un'estate in cui mi sentivo particolarmente una merda perché sono una sottona tipo due anni fa ?? insomma sono sempre stata delusa dall'amore, in sostanza. non so neanche se mi piace come os però vabbè, la sento molto mia e la volevo pubblicare, non so chi la leggerà, ma nel dubbio ora sono meno patetica di così. andatevi a leggere “ fumami l'animo „ sul profilo di blue perché ha più senso. baci.
valeria ♡

𝐙𝐔𝐆𝐙𝐖𝐀𝐍𝐆Where stories live. Discover now