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JISUNG'S POV.
30 giorni.
Esattamente un mese, dal mio ultimo incontro con minho, l'ultima volta che ebbi la fortuna di ammirare il suo viso a dir poco etereo, seguito dalla sua voce soav-... no, soave non credo sia il termite giusto.
Forse, potrebbe anche esserlo, ma in occasioni più rare che quotidiane. Come quella volta in cui caddi dalla mia bicicletta, e lui non perse tempo ad aiutarmi, rassicurandomi che la caduta non avesse procurato gravi ferite. Certo, tutto questo, non prima di essersi soffermato a ridere.
La situazione stava diventando a dir poco ingestibile. Non riuscivo a tollerare il fatto che avessimo smesso di parlare, per degli stupidi video pornografici. Assurdo, ecco come avrei potuto descrivere il mio ultimo mese.
Dovevo fare qualcosa, e il prima possibile. Prima di ogni altra cosa, sarei dovuto riuscire a contattarlo, per poi chiarire e tornarci a parlare. Quella discussione non aveva senso di esistere.
Unico problema, non sapevo come avrei fatto tutto ciò. Il riuscire ad esprimermi con paroli e pensieri, non era mai stato il punto di forza, anzi. Più volte, finivo per contraddirmi da solo, e finire automaticamente nel torto.
Dovevo chiedere aiuto. Sarebbe stato imbarazzante, ma d'altronde, nulla sarebbe stato più imbarazzante dopo tutto ciò che uscì dalle mie labbra in quell'arco di tempo.
E così feci, contattai l'unica persona che sarebbe stata disposta ad aiutarmi, e l'unica con cui non mi era ancora stata tolta la parola.
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Jisung Ehi, Chris. Perdona il disturbo.
Avrei un urgente bisogno di parlarti, ammesso che tu voglia...
