"I segreti dell'Alba"

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"I segreti dell'Alba" è una storia dalla trama complessa.

La vicenda, anzi, le vicende ruotano attorno al nucleo familiare costituito da Perla, la protagonista, Mirko, il fratello, e Elettra, loro madre. Si sviluppano e avviluppano, poi, ai personaggi secondari: gli amici di Perla, il suo patrigno ecc.

Sin dall'inizio è chiaro che sia un'opera ben strutturata, i capitoli coinvolgono e sorprendono in un continuo articolarsi di rivelazioni e colpi di scena.
Le intenzioni dell'autore sono forti, tutto è curato nel minimo dettaglio.

Non mi dilungherò ora a parlare di questioni stilistiche (lo stile è un qualcosa di molto personale che, almeno in questo caso, non sento la necessità di valutare) o grammaticali (anche perché, errori macro-, ma pure micro-, -scopici, non ce ne sono). Passo dunque oltre.

I personaggi si spiegano lentamente, senza fretta, in tutta la loro imperfezione, in tutta la loro umanità.
Per entrare più nello specifico: ognuno di loro, chi più chi meno, è ben caratterizzato e ha una buona profondità psicologica.

I meno in questione, dal mio punto di vista, sono Ingrid e Riccardo. Ingrid perché, benché caratterialmente sia coerente e credibile, di personale di lei si sa davvero poco. Le viene relegato il ruolo di "amica" e "aiutante" quando, invece, nei primi capitoli parrebbe assumere la parte di un personaggio principale. Conosciamo il suo lavoro, il suo amore impossibile, il suo appartamento... ma non molto altro. E un po' dispiace perché sembra davvero carina e forte, ha moltissimo potenziale.
Riguardo Riccardo, invece, la questione è diversa: ce lo presenti come un uomo bello, atletico, amorevole, ma poco intelligente e essenzialmente pavido. E ce lo presenti così non attraverso le sue azioni e decisioni, che pur confermano la descrizione, ma attraverso gli occhi che in teoria dovrebbero amarlo (quelli di Perla e Elettra). Le donne che lo circondando hanno una bassissima considerazione di lui, e lo si vede dai litigi, dai silenzi e da come venga escluso dalle cose importanti (il bambino, la violenza nell'ascensore, la verità sul ricattatore, Oscar...). È vero che la storia è una storia di segreti, ma l'impressione che deriva da questa poca fiducia nei suoi confronti è che spesso venga sessualizzato e basta (cosa che ho trovato paradossalmente molto interessante).

Ma tornando ai personaggi.
Quelli che hai caratterizzato di più, invece, a mio parere sono eccezionali. E sto parlando di Corrado e di Perla, e no, l'ordine non è casuale.

Corrado mi ha conquistata.
Ammetto che inizialmente fossi piuttosto scettica nei suoi confronti: avevo paura che fosse (perdonami) il classico "amico gay" che parla di vestiti e dà consigli sui ragazzi. Ma no. No, si è rivelato un grande amico, tutt'altro che classico. Una persona onesta e fragile, che ama moltissimo gli altri e che però, in qualche modo, non pensa di poter ricevere indietro quel tanto che dà.
Si preoccupa per Viola, la sua ex, nonostante sia scostante e fredda. Si preoccupa per Perla, per una famiglia non sua e per quell'ultimo aggiunto che ancora non c'è.
Si innamora, Corrado, in un modo ingenuo e dolcissimo che davvero mi ha fatto sciogliere il cuore. La sua "cotta" sa di primo amore e di scoperta della propria sessualità, che non sono temi semplici da affrontare con leggerezza senza scadere nel banale. Ma tu ci sei riuscito. 

Perla, invece, è la tua protagonista.
E questo riassume abbastanza tutto quello che si può dire su Perla. È un personaggio dominante, punto.
È forte, impulsiva, quasi irruente a volte e... incinta.
Questa sua maternità precoce genera un contrasto curiosissimo tra il carattere focoso e la vulnerabilità che si associa ad ogni immagine di madre. Non so se fosse voluto, ma io l'ho trovato... bello. Davvero.

Anche Viola mi aveva colpita come personaggio. Dico "aveva" perché all'inizio mi era parsa in un modo, ma poi si è scoperta tutta in un altro.
La metafora del pallone che hai usato per descriverla è efficacissima. La palla sgonfia che cade a terra e non rimbalza per esprimere il suo sentirsi senza speranza, svuotata dell'aria, della vita, il suo sentirsi "cadente"... è un'immagine che denota una sensibilità rara.
Anche l'ambiguità del suo rapporto con Fulvio è ben riuscita (ad oggi, dopo 41 capitoli, ancora non ho capito come stiano le cose).
Quello che mi ha convinto di meno, tuttavia, è stata l'evoluzione del personaggio di lei: un po' "spigolosa". Poco fluida? Non so bene come spiegarmi.
In sostanza, complice il fatto che fosse necessario mantenere il mistero e non svelare subito se si trattasse di un "buono" o un "cattivo", alle volte i suoi cambiamenti d'umore improvvisi o certe sue uscite risultano ingiustificati. E da un lato lo spaesamento che proviamo noi lettori è spesso lo stesso di chi la circonda, e questo è positivo perché contribuisce all'immedesimazione di chi legge, dall'altro in certe situazioni (prevalentemente quelle con il padre) il meccanismo si inceppa e la scena appare come inverosimile.
Ora, non saprei neanche darti suggerimenti per correggere il tiro (nel caso concordassi con me, ovviamente), perché Viola è una variabile molto complicata da gestire all'interno di un racconto già di per sé arzigogolato. Quindi... niente, prendi quest'osservazione per quello che è: soltanto un'osservazione.

Per concludere l'analisi degli attanti vorrei farti i miei complimenti: io trovo problematico gestire contemporaneamente più di tre personaggi con le rispettive storie e tu ne hai gestiti -bene- sedici, se non ho contato male. "Comparse" escluse, ovviamente.
Bravo, sul serio.

Altra cosa che mi ha positivamente impressionata sono le immagini di Torino.
In generale le tue descrizioni funzionano, sono piacevoli e puntuali, ma quelle di Torino si trovano proprio su un altro livello.
Non ci sono mai stata, ma tu evidentemente sì (ci vivi?), perché mi hai permesso di vederla. Di vederla, camminarci e amarla attraverso il patriottismo di Perla, che penso sia anche il tuo.
Emblematica a tal proposito è la presenza del dialetto.
Penso sia molto importante, non solo per dare veridicità all'ambientazione (come variante diafasica quella dialettale è la più comune in Italia), ma anche per promuovere e preservare il nostro patrimonio linguistico, la cui conservazione passa anche per Wattpad.

Passando ai dialoghi, che credo siano la bestia nera di ogni autore (o, almeno, la mia)... i tuoi sono scorrevoli, credibili, familiari. Da essi traspaiono età, classe sociale, stato d'animo e sentimenti dei personaggi. Insomma, perfetti. O quasi: a volte il virtuosismo stilistico si infiltra in alcune battute rendendole un po' improbabili (ad esempio quando i personaggi utilizzano ampie e poetiche perifrasi per esprimere concetti piuttosto semplici). Ma, insomma, si tratta di inestetismi dovuti ad un eccesso di estetica.
Perciò poco male, direi.

Ultima "critica": la trama è indubbiamente solida, ma alcuni espedienti sono deboli. Come quello in cui Corrado si lascia sfuggire l'Informazione cruciale come lapsus freudiano. O come Elettra che per caso si trova proprio sulla collina dove poi incappa in Viola. O Fiammetta che fatalità frequenta lo stesso corso di Perla, Diego che per puro caso è il fratello di... niente spoiler, ci siamo capiti.
Alcune cose vanno come devono andare per far quadrare gli incastri, lo capisco, ma in certi punti si vede forse un pelino troppo la mano dell'autore.
Queste cose possono accadere in piccole cittadine, ma a Torino... è strano.
Ma, grande "ma", il tuo è un romanzo e esiste per i romanzi quella cosa che si chiama "patto narrativo", che io accetto di buon grado.

Infine un plauso, perché non posso concludere se non con un plauso: riesci a creare situazioni molto divertenti e soprattutto quotidiane, naturali.
Quel che ne risulta è un racconto con tanti contenuti potenzialmente drammatici che raggiunge, però, il lettore in modo... delicato.
E non è cosa da poco.

Qui ho evidenziato quelli che secondo me sono i pregi e difetti "oggettivi" di "I segreti dell'Alba", ma spero che tu sappia quanto in realtà mi sia profondamente piaciuto.
E spero anche che, una volta terminato e sistemato, penserai a quale destino volgerlo... perché le premesse per cui diventi qualcosa di importante a mio parere ci sono tutte.

E nulla, grazie di esserti affidato al mio giudizio,
SlyCooper17 e complimenti ancora: scrivi bene.

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