━━━━━ ⊹⊱ Capitolo IV⊰⊹ ━━━━━

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Ay, Mariposas, non tenerti troppo forte

LA QUARTA VOLTA CHE GLIELO CHIESE tecnicamente non contava nemmeno come la quarta volta. Era stato implacabile negli ultimi tre anni, ma era stato in quel momento che si era finalmente avvicinato a capire chi fosse la suddetta persona.

Avevano diciotto anni ma nulla era cambiato, tranne il fatto che i suoi sentimenti si erano solo rafforzati.
E sebbene volesse davvero che fosse felice, una piccola parte di lui però manteneva in sé la speranza, che credendo che se avesse scoperto chi fosse appunto quella persona misteriosa, potesse trovare un modo per farla innamorare di lui .

Perché, in fondo, Camilo Madrigal non era altro che un camaleonte.

Non si trattava solo di imitare i volti o di trasformarsi in altre persone. Era naturale nell'essere chiunque tranne se stesso. Poteva essere chiunque lei volesse che fosse.
Purtroppo era cieco alla verità: lei non lo avrebbe voluto per nessun altro tranne se stesso.

Il suo Corazón si era davvero guadagnato il posto come sua compagna più vicina per questo semplice motivo. Era sempre stata la sola a vederlo come persona, non il mutaforma Camilo, non un ragazzino della famosa e magica "Familia Madrigal" .
Lo vedeva da solo, indipendentemente dal fatto che si nascondesse o meno dietro la maschera di qualcun altro.

Ad esempio: quando Camilo Madrigal corse dalla fanciulla durante il ricevimento di nozze di Dolores e Mariano alla Casita, travestito da sua cugina, lei lo riconobbe non appena ci posò gli occhi sopra.

Andò in questo modo:

"Ehi, eccoti qui. Ti ho cercato ovunque," Mirabel (o per meglio dire- il mutaforma) corse verso la fanciulla che stava in disparte, mentre osservava la coppia di sposini da lontano.

"Mirabel? Pensavo fossi..." Cominciò lei, riconoscendo la voce della sua amica prima di voltarsi a guardarla, ma quando si girò per scorgere la Madrigal, si interruppe.

La fanciulla sbatté le palpebre due volte, strinse le labbra e gli lanciò uno sguardo acuto: "Camilo Madrigal, ora mi aiuti o dovrò-"

"Ancora?" sospirò sconfitto, tornando su se stesso non appena lei lo colse in flagrante.

"Siamo cresciuti insieme. Non puoi più ingannarmi," incrociò le braccia e sorrise compiaciuta.

"Sono cresciuto con Mirabel e gli altri, ma non è che possano indovinare tutto il tempo", ribatté scherzosamente. "Qual è il tuo segreto?"

"Non cercare di distrarmi," la fanciulla socchiuse gli occhi mentre lo guardava consapevolmente, "Cosa stai combinando questa volta?"

Camilo ricambiò il sorriso con il suo solito ghigno compiaciuto mentre fingeva innocenza, "Un ragazzo non può semplicemente avvicinarsi alla sua migliore amica e chiederle di ballare durante il matrimonio di sua sorella o sarebbe..."

"Con piacere," lo interruppe immediatamente prima di essere in grado di rendersi conto che potrebbe essere risultata un po' troppo ansiosa.

Casita, ora sarebbe un buon momento per farla sparire.

Il calore le arrivò rapidamente alle guance, ma per fortuna il ragazzo non riuscì a notare la tinta rossa che le salì fino alle orecchie.
Invece, le fece uno dei suoi sorrisi distintivi mentre mascherava quanto fosse sollevato dal fatto che lei non lo avesse rifiutato.

"Fantastico," allungò una mano per guidarla verso la pista da ballo, "Mi Amor?"

Era così dannatamente felice di poter ballare con lui che non si preoccupò nemmeno di correggere il soprannome suggestivo, non importava quanto potesse essere imbarazzante.

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