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×No one's pov ×

"La pressione sanguigna è nella norma, ma ha un'edema dietro la testa e un idolenzimento alla parte sinistra e torace, sospetto trauma cranico e i emorragia addominale. Lo trasferisci per un intervento d'urgenza. Se non lo operiamo entro un'ora sarà morto prima di arrivare lì. Si. Lo intubiamo, gli mettiamo un catete e lo trasferiamo. Si. Ok" disse un dottore pagando al telefono.

Era così assorto nella sua conversazione sulla vita di uno dei suoi pazienti, che non sia accorse dell'uomo che entrò senza farsi vedere da nessuno.

Spinse una porta su cui sopra vi era scritto a caratteri cubitali 'VIETATO L'INGRESSO ' continuando a guardarsi in torno per assicurarsi di non essere visto da nessuno.

Lì, disteso su quel letto, vi era il corpo inerme, ancora leggermente sporco di terra e sangue, di suo figlio.

Il suo unico, e preziosissimo, figlio.

"Papà" disse con voce debole e tremante.

"Loro...stanno bene?" chiese facendo allargare gli occhi a suo padre per lo stupore.

"Cosa?"

"Scusa papà. Lo so che è sbagliato. Ma volevo ucciderli" disse.

"Scusa papà. Non succederà più" continuò.

"Tranquillo"

"Devo stare tranquillo?" chiese il ragazzo.

"Andrà tutto bene" rispose l'adulto.

"Che cosa andrà bene?"

"Tutto. Credimi"

"Fin ora qualcosa è migliorato?" chiese iniziando a piangere.

"Perchè non rispondi? le cose sono migliorate? O muoio io o muoiono loro. Solo così la situazione può migliorare." continuò iniziando a tremare leggermente.

Un luccichio di pazzia si piazzò nel suo sguardo. 

Provò ad alzarsi dal quel letto, ma venne fermato da suo padre.

"Jin-su"

"Lasciami!" urlò il ragazzo.

"Voglio uccidere quei pezzi di merda"

"Jin-su, calmati" lo supplicò con un tono colmo di disperazione.

"No!" gridò.

"Jin-su sistemerò tutto, ma devi calmarti, per favore"

"Vuoi morire qui papà? devo ucciderti?"

"Per favore smettila!"

E dopo quell'urlo il ragazzo provò a mordere suo padre, preso da una fame e una voglia fdi uccidere semplicemente inspiegabile.

L'uomo si spostò velocemente e prese la prima cosa che gli si presentò tra le mani.

"Mi dispiace Jin-su. Ti voglio bene."

Dopo ciò iniziò a colpire il ragazzo, così forte che...se solo fosse stato umano...l'avrebbe ucciso.

Ma no...quell'essere...non era umano.

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L'uomo continuò a trascinare per quella strada buia la valigia.

Era così pesante.

Al suo interno vi era il corpo di quello che una volta era suo figlio.

Ma adesso non lo era più.

Era soltanto un mostro.

Ma, a causa di un solco sull'asfalto, perse l'equilibrio.

La valigia cadde a terra e spuntò un braccio dalla zip ormai mezza rotta.

"Jin-su" disse preoccupato prendendo il polso del ragazzo per assicurarsi che fosse ancora vivo.

Appena se ne accertò tirò un sospiro di sollievo.

Fece per ritirare il braccio, ma la mano del figlio si strinse sul suo polso.

Riuscì a liberarsi.

Ma rimase immobile a guardare il suo bambino cercare di uscire da quella valigia, producendo suoni mostruosi.

Dentro la sua testa vorticava solo una domanda:

'Che cosa ho fatto?'

Non siamo più vivi // Netflix SeriesWhere stories live. Discover now