A Kingdom of Fire

Capitolo I

Gwayne Corbray

- Il Cavaliere Bianco -

Gwayne sentiva il sudore corrergli lungo la schiena stanca. Troppe le ore di guardia gravavano sulla sua ripresa fisica. Cercò di spostare il peso da un piede all'altro con movimenti impercettibili per cercare di non gravare eccessivamente sulla gamba sfortunata. Era solito chiamarla così per via della lunga cicatrice che si era procurato in duello.

"Quel duello, quell'epico scontro". Disse, come se ricordasse il suono sussurrante di una voce nella sua testa.

Si riprese dai suoi cupi pensieri e ritornò al presente. L'aria nella grande tenda rossa incominciava a divenire stantia. La forte ondata di calore che aveva investito le coste della Baia delle Acque Nere negli ultimi giorni non facilitava il compito dei giovani paggi, costretti a rabboccare costantemente i calici di tutti i presenti, uomini d'arme inclusi.

La sala era gremita di molti cavalieri, dame ed altri nobili di basso rango provenienti dalla Chela Spezzata.

«...ed ora in piedi miei Lord». Il suo sovrano aveva appena concluso un lungo discorso sulla loro forza, tenacia e fedeltà, tutti ex-lealisti Targaryen, gli ultimi ad essersi arresi. «Ora brindiamo e festeggiamo, alla pace!». Disse alzandosi.

Tutti levarono in alto pugni, boccali e corni traboccanti, inneggiando al loro nuovo re. Dei presenti l'unico in armatura completa era Ser Thom Hardy, accompagnato dal suo giovane scudiero Mortimer Boggs. Gli altri erano più rattoppati che agghindati, ma si diedero comunque ai festeggiamenti. C'erano i Cave dalle lunghe barbe scure, alcuni Crabb riconoscibili per via dei loro capelli rossicci, almeno tre membri dei Brune vestiti di pelli d'orso e qualche montanaro del clan dei Pyne con il tradizionale gonnellino dalle fogge bluastre.

Daemon sapeva che non avevano avuto altra scelta se non schierarsi dalla parte sbagliata durante il conflitto appena trascorso, ma adesso che il 'Periodo degli Assedi' giungeva al termine, il nuovo sovrano aveva deciso di essere clemente con loro.

Quel giorno nella tenda non c'era nessun gran dignitario delle Crownlands, i Rosby e i Darklyn si erano sottomessi mesi prima, così come le altre importanti famiglie a sud delle rapide nere. Questi Lord erano gli irriducibili guerriglieri che poco avevano da perdere se non il loro onore, ma una volta compreso il motivo di tanta resistenza, Daemon accettò di farglielo conservare, ed essi rapidamente s'inginocchiarono.

Gwayne rispettava le virtù che gli abitanti della Chela Spezzata avevano ereditato dai Primi Uomini e che ancora adesso tenevano in grande considerazione. Non molti conoscevano le regole della cavalleria, ma quasi tutti erano in grado di rispettare un patto, mantenere un giuramento ed onorare e servire il proprio feudatario.

Re Daemon, sebbene avesse puro sangue di drago che gli scorreva nelle vene non condivideva le drastiche idee di suo fratello Aegor, Primo Cavaliere del Re, che in più di un'occasione aveva consigliato di mettere a ferro e fuoco l'intera penisola, in modo tale da mandare un forte segnale agli ultimi traditori presenti ancora sul continente.

Le scelte di Daemon erano più ponderate, volte ad accattivarsi il maggior numero di simpatie, specialmente fra il popolino e i piccoli nobili, coloro che potevano essergli più grati per la fine del conflitto. Una scelta non condivisa da tutto il consiglio ristretto del nuovo sovrano, ma che stava dando i suoi frutti. Gwayne apprezzava quelle scelte, anche se a volte era fortemente combattuto su tali questioni che lo toccavano nel profondo.

Quel giorno infatti non ci sarebbero stati solamente riappacificazioni e baldanze, ma si sarebbe effettivamente conclusa la conquista di Daemon, espugnando l'ultima roccaforte lealista Targaryen, il Castello di Lord Stouton. Loro erano lì proprio per celebrare quest'ultima vittoria che sarebbe avvenuta sotto gli occhi dei nuovissimi sudditi del sovrano Blackfyre.