21. Ruth

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Torno in camera dopo aver salutato Leo ed aver scoperto che si è trasferito da poco in città. Non frequenterà i nostri corsi poiché frequenterà i corsi serali per apprendere a meglio la nostra lingua. Poiché è un estraneo, non  ho avuto modo di chiedere da dove provenisse, ma il suo accento mi dava un non so che di europeo. 

Ho convinto Eve e Thoon ad uscire e mangiare in un locale come avevano programmato. Eve ha insistito affinché le seguissi, ma l'ho pregata di restare in camera e mangiare in mensa. Thoon si è schierata dalla mia parte aiutandomi a convincere mia sorella. Dopo minuti di polemiche, si è convinta a patto che le permettessi di comprarmi i miei dolci preferiti. Naturalmente ho accettato con il desiderio di mangiare i biscottini che Mrs Joyce ci offriva la domenica mattina a colazione. 

Quando le mie coinquiline lasciano la camera, tiro un sospiro di sollievo desiderosa di trascorrere del tempo da sola. Dean, Mew, Eros, Diana, Eve e Thoon saranno a cena fuori in un locale che ha aperto da poco non molto lontano dal dormitorio. Un'idea graziosa per distaccarsi dallo studio intenso in cui siamo catapultati e trascorrere una serata diversa in ottima compagnia. D'altro canto, concedersi una serata tutta per te è un'ottima seconda opzione. Stesa sul letto, maneggio il cellulare scoprendo che è possibile scaricare dei giochi virtuali come quelli che avevo da bambina. Nell'arco di un'ora, provo una miriade di giochi divertendomi a sfornare pizze, salvare animali intrappolati, vestire le modelle e trasformarmi in parrucchiera. Non credevo che un oggetto simile potesse contenere una tale vastità di funzioni. 

Qualcuno bussa alla porta e mi affretto ad aprire pensando si tratti delle ragazze di fronte che spesso ci chiedono prodotti o aiuto per la loro camera. Apro senza dar il tempo alla persona di palesarsi, ma quando incrocio il suo sguardo, sono tentata di richiudere la porta in un baleno.

<<Credevo fossi con gli atri>>. Il mio tono piatto lo rattristisce tanto che la sua espressione sorridente si trasforma in broncio.

<<Dean mi ha riferito fossi sola, ti ho portato la cena>> ribatte sventolando la busta di plastica bianca nella mano destra.

<<Non dovevi disturbarti>>

<<Invece dovevo>>. Mew mi scosta delicatamente entrando nella camera per poggiare la busta sul tavolo. Dopodichè senza nemmeno ricevere il mio consenso, estrae i contenitori da essa scoprendo le porzioni. Riso, pollo, carne, nuddles e chi ne ha più ne metta.

<<Mew, è tantissimo cibo>>

<<Non è solo per te>>. Sul suo viso comprare un sorriso smagliante e mi porge le bacchette di legno. Chiudo la porta alle mie spalle sorridendo impercettibilmente. Lo invito a prendere  posto servendosi liberamente. Trascorriamo la cena in silenzio, accompagnati dal suono della masticazione. Nessuno dei due prova ad aprir bocca, ma nonostante ciò non sono per nulla in imbarazzo. Mew è in grado di trasformare qualsiasi momento in qualcosa di magico ed unico.

<<Com'è stato il tuo breve ritorno a casa?>> Domando mentre getto via i piatti e le bacchette utilizzate.

<<Carino, sentivo la mancanza della mia famiglia. Ho avuto l'opportunità di rivedere un mio vecchio amico>>. Le mie orecchie prestano immediatamente attenzione a quella frase, necessito ricavare informazioni dal suo improvviso ritorno a casa.

<<Oh davvero? Lo conosci da molto?>>

<<Si, da quando i genitori di Dean mi adottarono>> replica emozionato.

<<Ruth>> mi richiama prima che riesca a porgli altre domande. Mi volto nella sua direzione ritrovandolo all'impiedi e  con sguardo serio.

<<Mi dispiace per ciò che è accaduto tra di noi. Non avevo alcuna intenzione di lasciarti da sola, ma ho dovuto>>

<<Hai dovuto?>> Mew si morde il labbro come se quella frase gli fosse uscita senza averci pensato.

<<Beh, ecco, avevo un'emergenza familiare>> balbetta.

<<Sul serio? Eppure Dean quando è tornato a riprendermi non mi ha menzionato alcuna emergenza>>. Il mio sguardo assottigliato lo mette in agitazione, perchè no dirmi la verità scegliendo di sparare scuse inutili.

<<Mew>>. Mi avvicino di un passo sfiorandogli il braccio destro, ma solo averlo a questa distanza mi mette i brividi.

<<Perchè menti?>>
<<Non sto mentendo>>. Il sguardo vacilla tra me e la porta, come se stesse pensando ad un modo per svignarsela.

<<Kamon mi ha detto tutto>>. Mew in risposta borbotta frasi senza senso probabilmente rivolte al ragazzo, frasi certamente non piacevoli.

<<Se sapevi già tutto, perchè pormi domande?>> Il suo tono tagliente fa intendere che si è posizionato sulla difensiva.

<<Perchè aspettavo fossi tu a dirmi la verità, non di certo Kamon. Mi ha raccontato del biglietto e del perchè tu mi abbia lasciata sola, poi ti ho visto il giorno della tua partenza con quel ragazzo e temevo ti stessi mettendo nei pasticci. Mew dimmi che non stai agendo da solo>>. La mia voce si trasforma in una supplica, se Mew si dovesse far del male non riuscirei a perdonarmelo.

Il suo sguardo però si addolcisce e poggia una mano sul mio capo scompigliandomi leggermente i capelli.
<<Ruth non preoccuparti per me, so badare a me stesso e non ho alcuna intenzione di finire in situazioni più grandi di me. Voglio che però tu smetta di parlare con Kamon di questa situazione. Sia ben chiaro, se vuoi parlare con lui nessuno te lo vieta, ma non voglio che sia ancora più coinvolta in questa storia. Sono faccende che riguardano noi>>
<<Non riguardano te, ma Kamon>> ribatto infastidita.
<<Minacciano di far del male a Dean, non credi riguardi anche me? Si tratta della mia famiglia Ruth, apprezzo il tuo voler aiutare, ma non riguarda più te>>. Il tono duro di Mew riporta alla mia mente l'atteggiamento freddo di mio padre quando mi sgridava per la mia insaziabile curiosità.
<<Non sei tu che controlli la mia vita, sono grande abbastanza per prendere delle mie decisioni>> ribatto furiosa, ma Mew smette di prestarmi attenzione. La rabbia ribolle in me e sono tentata di colpirlo per la superbia che ha assunto ad un tratto.
<<Potresti prestarmi attenzione?>> Domando incrociando le braccia, ma Mew non volge nemmeno lo sguardo nella mia direzione.
<<Mew!>> Sbraito e finalmente mi volge uno sguardo.
<<Cosa?>> Domanda con un sopracciglio alzato. Stufa raggiungo la porta spalancandola.
Mew mi guarda confuso ma senza emettere fiato gli indico la porta.
<<Mi stai cacciando?>> Domanda sorpreso.
<<Finchè vorrai decidere tu cosa sia giusto per me e cosa no, non ho nient'altro da dirti>>
<<Ti stai comportando da persona immatura>>
<<Tu credi Mew? Chi è tra due che vuole convincere l'altro a non immischiarsi in faccende altrui? Non credi che lo stesso discorso valga anche per te? Sono io che ho scoperto cosa stava accadendo a Kamon, fino ad allora tu nemmeno ci parlavi con lui>>. Mew mi raggiunge a grandi falcate con sguardo gelido.
<<Hai ragione, prima di te nemmeno parlavo con Kamon. Tutto è iniziato da quando tu e tua sorella vi siete trasferite in questa scuola>>
<<Stai forse insinuando che è colpa nostra?>> Domando allibita.
<<Beh forse sai più di quanto non voglia ammettere>>. La sua allusione è come un colpo chr arriva dritto allo stomaco. Senza dar voce ai miei pensieri, esco dalla camera battendo la porta alle mie spalle. Come può insinuare una cosa simile, non dopo tutto il duro lavoro che compio per giungere alla verità.
Le lacrime si fanno spazio sul mio volto e inevitabilmente mi ritrovo a correre nella direzione della camera di Dean. Mi arresto rammentando che lui non è in camera ma a cena con gli altri. Batto un pugno sul muro per sfogare la rabbia e mi accascio contro la parete.
<<Ruth>> mi richiama una voce. Alzo lo sguardo, e senza nemmeno dargli il tempo di chiedere altro, mi alzo da terra fiondandomi tra le sue braccia.
<<Va tutto bene>> sussurra accarezzandomi la schiena.
Lo spero Kamon, lo spero.

Run Ruth, RunWhere stories live. Discover now