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Albus's pov.

"Signor Potter sicuro di star bene?"

Ed è divertente come basta essere dei bravi oratori per stravolgere totalmente il pensiero altrui. Le parole hanno una potenza così elevata ma nessuno se ne rende conto. Bisogna solamente saperle usare bene a tra le mani si potrà stringere l'arte della convinzione. Tutto si basa sulle convinzioni.

"Sì professoressa, vada pure avanti." mi lancia uno sguardo scettico al di là delle lenti a mezzaluna, le labbra sottili si contorcono in una smorfia dubbiosa. La preside volge gli occhi verso Rose seduta affianco a me la quale non distoglie lo sguardo dalla scrivania da quando la McGranitt ci ha fatto accomodare nel suo ufficio.

La donna abbandona la solita postura tesa per adagiarsi liberamente allo schienale della poltrona, mantiene comunque un'aurea autoritaria incrociando le mani in grembo: "Capisco che per voi potrà essere difficile rincontrare certi studenti, non nego che anche io ho una certa ansia nel rivederli, non so più cosa potrei aspettarmi da loro. Ma questa attività è importante per la scuola e di conseguenza per tutti gli studenti  che ne fanno parte. Non vi chiederei di fare questo sforzo se avessi una seconda scelta, ma voi siete i più indicati." lo sguardo che le si addolcisce ad ogni parola: "Va bene ragazzi?" "Certo." Rose sorride, o almeno ci prova, alzandosi di scatto dal posto. La seguo a mia volta e dopo esserci congedati ci troviamo a scendere le infinite scale a chiocciola.

Osservo la chioma rossa e ribelle che scende i gradini davanti a me. La stimo molto. Veramente.

"Rose se non ne hai voglia non mi dispiace organizzarlo da solo." le parole mi escono dalla bocca di raffica, le ho dette prima di averle anche solo pensate, e me ne pento totalmente: "Nel senso." sorrido anche se lei non può vedermi: "Tu fai sempre la maggior parte del lavoro quando facciamo i compiti in gruppo...Per una volta potrei ricambiare." se lei crede a questa cosa Merlino era un Tassorosso.

Si blocca prima del penultimo gradino e ride. Mi aspettavo di tutto, ma non certamente questo: "Ti svegli soltanto quando c'è da fare un lavoro divertente, Al? Terrò questo magnifico bonus per pozioni."

Mi volto, un sibilo mi raggiunge sordo all'orecchio. Affilo lo sguardo puntandolo verso gli anelli dove mi sembra di aver scorto l'ombra di un guizzo.

La nebbia avvolge interamente Hogwarts, soltanto in alto, la punta della torre di astronomia, sembra intravedersi.

Dopo così tanto tempo avevo bisogno di distaccarmi da tutto il resto, rimanendo solamente io a fronteggiare i miei pensieri. Certe volte se ne ha il bisogno, di fare il punto della questione intendo; di meditare su ciò che è successo e di pensare a ciò che potrà accadere. 

Scorgo un riflesso d'oro con la coda dell'occhio e mi precipito immediatamente verso la direzione in cui mi è parso di vederlo. Il mio corpo fasciato dalla divisa di lana fende l'aria come una lama. Il boccino continua a scendere.

Mio padre mi ha raccontato almeno un milione di volte di come al suo primo anno sia entrato a far parte della squadra di Quiddich di Grifondoro come cercatore.

Cautamente incomincio a mettermi in piedi sullo stretto manico della mia Ninbus.

E' stato reclutato dalla McGranitt dopo aver afferrato la Ricordella che Draco aveva lanciato per fare un dispetto a Neville alla prima lezione di volo.

Tento di mantenere il massimo equilibrio possibile dopo essere salito.

Altrettante volte mi ha raccontato di come ha afferrato il suo primo boccino alla sua prima partita contro i Serpeverde.

Porto il peso del corpo in avanti, un palmo che mi separa dalla scattante sfera d'oro.

Il boccino gli era direttamente finito in bocca. La mamma dice sempre che se non fosse stato per quel piccolo colpo di fortuna non era tanto certa che papà sarebbe riuscito ad afferrarlo seriamente.

Mi slancio in avanti, pronto ad afferrare il boccino al volo. Mi ritrovo a fare una, quasi due capriole sulla sabbia che ricopre il campo. Mentre il collo comincia a intorpidirsi apro la mano destra che ho inconsapevolmente chiuso a pugno. Al suo interno, una piccola sfera alata giace immobile. Sorrido, rimanendo a contemplarla per un tempo troppo lungo, i miei occhi la guardano senza vederla, la mente vaga altrove fin quando non viene interrotta.

"Potter?" i miei occhi si fissano verso la persona che mi ha richiamato. In lontananza, dietro il Lago Nero il sole sta cedendo il posto alla luna. Mi alzo di scatto lisciandomi la divisa: "Ciao?" rispondo distaccato andando a recuperare la mia scopa che giace un metro più lontano.

"Non pensavo di trovarti qui." afferma Logan avvicinandosi mentre sono intento a raccogliere tutti i miei oggetti sparpagliati sul bordo del campo: "Me ne sto andando, tranquillo." gli passo affianco, scontrandolo per esprimergli il fastidio che percepisco trovandolo qui. Sapendo che mi ha visto in quel momento mio in cui credevo di essere solo.

"Credo che siamo partiti col piede sbagliato." mi giro di scatto. Lo guardo inarcando un sopracciglio con espressione stupita: "Che cosa te lo fa credere?" fa scoccare la lingua sul palato scrollando le spalle: "Non pensi che tu e i tuoi amici ve la stiate prendendo troppo sul personale?" "Io e i miei amici stavamo perfettamente prima che tu venissi, non abbiamo bisogno di un quarto."

"Non l'ho scelto io." "Tantomeno io." mi volto, mi cambio indossando un paio di vestiti puliti e ritorno silenziosamente dentro Hogwarts.

E sono consapevole che se fosse per Logan sarebbe vissuto tranquillamente all'oscuro della mia esistenza come di quella di Derek e Charl, che non è sua la colpa, che essersi trasferito in camera nostra non è neanche effettivamente una colpa, ma la parte più nascosta del mio cuore lo interpretata come il tentativo disperato di sostituire la presenza di Scorpius con quella di qualcun altro. E a me non piace sostituire, non mi va di mettere una velo sopra alle cose per tentare di scordarmi della loro esistenza, perché per quanto ci provi quelle rimarranno sempre lì, delle ferite a cuore aperto.

Ovunque io siaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora