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respira, respira, respira, respira, respira.
soffrivo di ansia da qualche anno, ma non era mai così forte. la testa mi girava, mi sentivo soffocare. "y/n guardami, guardami, finirà presto" disse mio fratello. mi aggrappavo violentemente a gabriele, cercando di respirare il più possibile. "mamma aiutami" disse lui prendendomi in braccio e portandomi al piano di sotto. "y/n voglio che tu mi guardi ora, facciamo dei bei respiri profondi insieme" disse mia madre, l'ascoltai, feci dei respiri più profondi, ma la situazione non migliorò molto, anche se in quel momento stavo respirando molto di più. "mamma è passato" dissi io mentre abbracciavo mia madre. "y/n sai che devi andare da qualcuno non puoi continuare così" disse lei, "mamma non voglio, non riuscirei a parlare dei miei problemi con una persona tanto più grande di me" dissi io incazzata. l'unica persona che sapeva dei miei problemi e del mio passato era christopher, un ragazzo della mia vecchia scuola in italia. lui sapeva tutto, mi confidavo con lui perché era molto importante per me. anche se ora non c'è più, la depressione l'aveva fatto volare in cielo. maledetta. "domani andiamo in ospedale, andiamo a parlare con qualcuno" disse mia madre incazzata. non risposi neanche, salii in camera e controllai l'orario *4:32 am* merda, mi ricordai della richiesta di javon, che stronza non gliela avevo ancora accettata, lo feci subito. sul suo profilo instagram c'era di tutto, dagli allenamenti al set di euphoria. *che patato* pensai "ma che cazzo dici" ripetei sussurrando, merda ma che mi stava prendendo. mi addormentai con il telefono accesso, sul suo profilo insta.

*bip bip bip* stava iniziando una nuova giornata.
"muoviti dobbiamo andare in ospedale" disse mio fratello aprendo le tende della mia camera. mi vestii, presi le cuffie e andai in ospedale. dopo vari colloqui con dottori, di vari ospedali diversi, mi colpii uno, il dottore era giovane, mi capiva e sembrava portare i miei stessi dolori dentro. javon mi aveva scritto intanto.
"hey come mai non sei a scuola"   
                    "sono in ospedale, niente di che"
"ok, va bene, ci vediamo presto🫶🏼"
                                    *like al messaggio*

ok forse ero stata un pochino stronza, si era preoccupato ma non potevo affezionarmi a lui. se fosse stato un puttaniere, non potevo fidarmi a pieno. tornata a casa mi misi sul letto ad ascoltare un po' di musica era partita yellow dei coldplay, mi piaceva molto quella canzone, poiché me l'aveva dedicata proprio lui, christoph. chi interruppe quel bel momento, proprio mio fratello. "hey y/n c'è qui javon" disse lui, "javon? come cazzo fa a sapere dove abitiamo" dissi alzandomi subito e guardando fuori dalla finestra di camera mia che portava al giardino davanti. era lì, era lì nel portico. "hey y/n, volevo sapere come stessi, tutto ok" disse lui. dai che carino, aveva quel suo sorriso a 32 denti e una vaschetta di gelato in una mano. "si grazie jav, niente di che" dissi io invitandolo dentro. "ti ho portato il gelato, il gelato è il modo migliore per far passare qualsiasi dolore secondo me, oltre all'amore ovviamente" disse lui. "grazie, sei stato così carino" dissi io abbracciandolo. wow dove cazzo era uscito tutto questo affetto, dov'era finita la stronza senza cuore. forse meglio alternare le personalità. "posso chiederti come mai sei andata in ospedale, sempre se vuoi dirmelo" disse lui, "beh, niente di grave solo un controllo così, mia madre è fissata" dissi. non potevo dirglielo subito oppure se ne sarebbe andato come tutti. mi limitai a godermi quel gelato con lui. che carino.

spazio autrice:
heyy, anche il terzo capitolo pubblicato. scusate l'ora ma sono notturna ahahah, spero vi piaccia fatemi sapere. abbraccio virtuale a tutte quelle persone che soffrono di ansia, vi capisco e non siete soli ricordatevelo🫶🏼💗🫂.

per sempre? sempre. ~Javon Walton Where stories live. Discover now