Le quattro giornate di Napoli, rappresentano quelle giornate calde di settembre del 1943, che durante la seconda guerra mondiale, le truppe militari fasciste sbarcano a Napoli. I primi bombardamenti sulla città furono durissime e avevano causato ingenti perdite in termine di vite umane tra la popolazione civile. 25.000 abitanti furono le vittime di questa guerra, una guerra che credevano non si finisse mai, il 4 agosto del '43 altri 3000 persone persero la vita, poi altri 600 morti e 3000 feriti. 27 settembre 1943 Vomero: persone armate fermarono un'automobile tedesca uccidendo il maresciallo alla guida. Bosco di Capodimonte: alcune voci giravano e dicevano che i tedeschi conducevano a morti alcuni prigionieri. Ponte della sanità: lo scopo di questo ponte era quello di interrompere dei collegamenti con il centro della città. 28 settembre 1943 Nel quartiere Materdei una pattuglia tedesca, rifugiatasi in un'ambientazione civile fu circondata e tenuta sotto assedio per ore, sino all'arrivo dei rinforzi. Tre napoletani persero la vita.
A porta capuana un gruppo di 40 uomini, si insediò, con fucili e mitragliatori, uccidendo sei soldati nemici e catturandone altri quattro. Altri combattimenti si avviarono in altri punti della città, come il Maschio Angioino, al vasto e al Monteoliveto. I tedeschi si avviarono anche al vomero ammassando numerosi prigionieri all'interno del campo sportivo del Littorio. Questo attacco improvviso scatenò la reazione degli uomini di Enzo Stimolo, che, diedero l'assalto al campo sportivo facendo liberare i prigionieri.
29 settembre 1943 Nel quartiere San Giovanni, una coraggiosa "squadra" diedero battaglia: "i femminielli". Presero il comando: il professore Antonio Tarsia in Curia, il tenente colonnello Ermete Bonomi, il comandante Carlo Cerasuolo, padre di Maddalena, una donna che si distinse nelle operazioni nei quartieri delle varie città, il capitano Carmine Musella, il capitano Stefano Fadda, il capitano Francesco Cibarelli, Amedeo Manzo, Francesco Bilardo, Gennaro Zenga, il maggiore Salvatore Amato, il tenente Alberto Agresti, Raffaele Viglione, L' impiegato Tuto Murolo mentre tra i giovani si distinse Adolfo Pansini.
In piazza Giuseppe Mazzini, presso l'eduficio scolastico Vincenzo Cuoco, i tedeschi attaccarono con i carri armati Tiger e non più di 50 ribelli tentarono di opporsi ma non ce la fecero, perché loro subirono il peso di 12 morti e oltre 15 feriti. 30 settembre 1943 Presso il liceo Jacopo Sannazzaro, il professore Antonio Tarsia si autoproclamò capo dei ribelli. Assume i poteri civili e militari e i combattimenti cessarono ma altri combattimenti avvennero a Porta Capuana. Ci fu il clamoroso caso dell'archivio di stato di Napoli, dove per via delle fiamme, si persero delle pergamene originali della cancelleria angioina.
Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.