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Where have all the good men gone and where are all the Gods?
Where's the street wise Hercules to fight the rising odds?
Isn't there a white knight upon a fiery steed?
Late at night I toss and I turn and I dream of what I need

I need a hero
I'm holding out for a hero 'til the end of the night
He's gotta be strong and he's gotta be fast
And he's gotta be fresh from the fight

(Bonnie Tyler - Holding Out For A Hero)

Pianeta Lew'el
Post Exegol
In un universo in cui Ben e Rey hanno combattuto insieme e vinto contro Palpatine...

L'improvvisa sensazione di freddo la fece svegliare. Si ritrovò sola nel letto e la cosa la infastidì. Destarsi con un corpo caldo accanto era una sensazione che aveva scoperto da poco e non era più in grado di farne a meno.
Aprì gli occhi e si rese conto che stava albeggiando.
Si sollevò, stringendosi nelle spalle, scostò il lenzuolo dalle gambe e si alzò, avvicinandosi alla finestra della capanna che sorgeva sulla spiaggia. L'immenso oceano di Lew'el era calmo e immobile. Pareva una piastra lucida e scura su cui si specchiava un cielo sereno rischiarato dalle ultime stelle che ancora brillavano timidamente.
Ben non era lì. Si era svegliato per primo ed era uscito senza fare rumore.
Rey si rabbuiò sentendosi sola, eppure non avrebbe dovuto. Erano insieme, avevano vinto, e avrebbero continuato a combattere per la libertà della galassia. Le loro avventure erano appena cominciate. Ma non era ancora pronta a lasciargli il suo spazio, erano stati separati per troppo tempo e la sua assenza le bruciava come una ferita.
Un tempo, i sentimenti che si ritrovava a provare per lui, l'avrebbero fatta sentire debole e insicura di fronte ai suoi amici. Avrebbe fatto di tutto per soffocarli.
Ma adesso era diverso. Tutto era cambiato.
All'improvviso era diventata più egoista e possessiva. Ben era una parte di sé, così come lei era parte di Ben. Il loro incontro era scritto dall'alba dei tempi, la loro unione era voluta dalla Forza stessa.
Ora lo sapeva. Ora era riuscita ad accettarlo.
Uscì dalla capanna e si avventurò verso la riva. Ben doveva essere lì intorno. Forse aveva sentito il bisogno di fare una passeggiata. Perché non l'aveva svegliata?
Magari aveva solo voluto lasciarla riposare, per sicurezza si rivolse verso la radura in cui era atterrato il Falcon. Con sollievo constatò che era ancora lì, parzialmente nascosto dalle grosse fronde delle palme che ondeggiavano lente sotto la brezza marina. Se aveva tentato la fuga, certamente non l'aveva lasciata a piedi su quel pianeta semi deserto.
La stella di Lew'el stava sorgendo velocemente e l'aria iniziava a scaldarsi.
Gettò uno sguardo sull'oceano la cui superficie si increspava appena. Al largo, verso Nord, un gruppo di indigeni stava pescando con delle lunghe lance, a cavallo di grandi uccelli maestosi. Li osservò per un po', ammirando le tattiche di pesca, poi tornò a cercare Ben.
Chiuse gli occhi e lo sentì.
Non era lontano.
Aveva vissuto una vita nel deserto, era abituata a considerare fastidioso il contatto con la sabbia grigia e rovente di Jakku, che le si appiccicava ovunque e si infilava nelle più piccole fessure. Eppure la spiaggia bianca di Lew'el era così diversa: una distesa candida che infondeva pace e tranquillità. La sensazione che provava affondandovi i piedi era piacevole. Il clima di quel pianeta era mite, la vegetazione lussureggiante e ricca di frutti succosi e variopinti.
Giunse sul bagnasciuga e sussultò quando un'onda le bagnò i piedi, il suo rapporto con l'acqua non era mai stato dei migliori e, nonostante Ben le stesse pazientemente imparando a nuotare, ne aveva ancora timore. Aguzzò lo sguardo facendosi ombra col palmo, i primi intensi raggi le ferivano le iridi ancora abituate al buio e, finalmente, vide qualcosa muoversi tra i flutti. Una figura scura, che nuotava verso il largo.
«Ben!» lo chiamò agitando la mano.
Non ricevette nessuna risposta perché era troppo lontano.
L'aria fresca era piacevole, il profumo salmastro le solleticava le narici, la brezza le sfiorava le spalle nude accarezzando il suo corpo dolcemente. Sensazioni intense, nuove ed inebrianti. Quando viveva su Jakku non aveva idea che potessero esistere mondi così belli e pieni di vita.
Prese un lungo respiro e si fece coraggio. Lentamente si addentrò nell'acqua fredda, camminando fin quando il livello non le arrivò alle cosce, poi si chinò, ne raccolse un po' con le mani e si bagnò braccia e spalle per abituarsi alla temperatura. Indossava una sottoveste bianca con spalline sottili che le arrivava appena sopra il ginocchio e nient'altro, il tessuto le si appiccicò sulla pelle diventando trasparente. Per fortuna i pescatori erano troppo lontani per accorgersi di lei, altrimenti avrebbe provato vergogna.
Avanzò ancora con prudenza, il fondale si faceva progressivamente più roccioso e aveva paura di scivolare. Attraverso l'acqua cristallina poteva vedere piccoli branchi di pesci variopinti che sfrecciavano veloci cambiando repentinamente direzione.
Quando il livello del mare le arrivò al seno si rifiutò tassativamente di proseguire.
«Ben!» lo chiamò di nuovo e questa volta riuscì ad attirare la sua attenzione. Lo vide fermarsi e voltarsi verso la sua direzione.
Tirò un sospiro di sollievo, ma subito lo vide inabissarsi e sparire.
Credeva che le sarebbe venuto incontro, sapendo quanto avesse paura dell'acqua, invece attese invano perché Ben non riemerse.
Trattenne il respiro continuando a fissare il punto in cui lui era scomparso senza sapere cosa pensare.
I secondi le sembrarono ore, ma di lui aveva perso ogni traccia.
Si guardò intorno in preda al panico e indietreggiò di qualche passo, come se l'oceano fosse in grado di inghiottire anche lei. Sbuffò stizzita. Se le stava facendo uno scherzo era davvero di pessimo gusto.
Ben era un esperto nuotatore ma non aveva idea quanto potesse essere in grado di trattenere il fiato prima di affogare. Attese ancora qualche istante e poi lo chiamò  disperata.
“Ben!”
La superficie del mare era piatta e immobile, i suoni le giungevano ovattati. Per la prima volta, in vita sua, non sapeva cosa fare, come muoversi. Impotente di fronte a qualcosa di immensamente più grande di lei. Non aveva avuto paura contro Palpatine perché Ben le era rimasto al suo fianco, in quel momento si sentiva totalmente spaesata e abbandonata.
“Ben, se questo è uno scherzo me la pagherai cara!” ribadì, urlando.
Non sapeva quanto tempo era passato e le si gelò il sangue. Rimase immobile e pietrificata, incapace di muovere un passo.
Quando sentì qualcosa di liscio e veloce sfiorarle la gamba sobbalzò e cacciò un urlo disperato.
Ansimante e terrorizzata si voltò verso la riva decisa a mettersi al sicuro e chiedere aiuto, magari proprio a quei famosi pescatori, ma mosse solo pochi passi e si bloccò. Dalla superficie lucida del mare vide emergere lentamente la testa di Ben, lo sguardo serio e cupo, i capelli corvini bagnati appiccicati al volto.
La paura si trasformò velocemente in sollievo e repentinamente in rabbia.
“Sei impazzito? Cosa ti è saltato in mente, mi hai fatto preoccupare brutto idiota!”
Ben non si scompose né si giustificò per quel suo comportamento irresponsabile. Rey lo vide uscire dall'acqua fiero, statuario, come un dio dell'oceano a cui tutte le creature ddovevano reverenza e obbedienza.
Le gocce d'acqua correvano sul suo corpo accarezzandolo, seguendo le rotondità dei muscoli, dei pettorali ampi e glabri. I raggi che si stavano alzando all'orizzonte gli donavano una sfumatura dorata, rendendolo splendente, quasi fosse una creatura ultraterrena.
Un eroe...
Il suo eroe. Colui che l'aveva aiutata nella lotta contro l'oscurità e che l'aveva riportata in vita.
Solo allora Rey si accorse che era completamente nudo, deglutì e ogni insulto che aveva in serbo per lui le morì in gola.
Non era la prima volta che lo vedeva senza vestiti, credeva di esseri abituata al turbine di sensazioni che riusciva a scatenarle, ma non era così. Ogni volta era una visione sconvolgente che le sconquassava l'animo e il corpo. Una vibrazione violenta e piacevole, che la faceva arrossire e la metteva a disagio, esattamente come quel lontano giorno su Ahch-To.
Ben non aveva mai avuto remore nel mettersi a nudo di fronte a lei, in ogni senso. Lo aveva fatto col suo corpo, ma soprattutto con i sentimenti, che erano stati sempre molto chiari, nei suoi confronti.
L'espressione di Ben da cupa divenne più dolce e infine divertita. Le porse una mano invitandola ad avvicinarsi.
Rey scosse la testa e tornò in sé dopo quell'attimo di smarrimento. “Non ho bisogno del tuo aiuto, sono perfettamente in grado di tornare a riva da sola. Finché resto dove si tocca. E tu non azzardarti a rivolgermi più la parola” sbottò irritata. Non poteva fargliela passare liscia, aveva ancora il cuore impazzito. Ma non era sicura che fosse per la paura o per la visione di quel corpo imponente e statuario che l'aveva folgorata.
Si incamminò verso la battigia con piglio deciso ed energico decisa a tenergli il muso per un bel pezzo.
“Scusami... Non volevo farti spaventare. Era solo un gioco” lo sentì giustificarsi alle sue spalle, ma lo ignorò completamente. Aveva freddo e voleva uscire dall'acqua al più presto.
Iniziò a correre con il preciso intento di seminarlo, lasciarlo ai suoi scherzi idioti e al suo dannato oceano dove si sentiva tanto a suo agio da farla sentire un'idiota.
Percepiva chiaramente quanto fosse compiaciuto della sua presenza, la sicurezza dei suoi intenti insieme al crescere del suo desiderio. Lo divertiva giocare con lei, come lo eccitava combattere insieme. Che fosse contro di lei, o verso un nemico implacabile, non aveva importanza. Erano in totale sintonia.
Ben la raggiunse prima del previsto e riuscì ad afferrarla per un braccio, proprio nel punto in cui le onde si infrangevano sulla spiaggia cristallina. La girò verso di sé, nel suo solito modo brusco ma non violento.
Rey si dimenò, tentò di sfuggirgli, ma la tenne ancora più stretta immobilizzandola e la fissò intensamente.  Solo lui sapeva comunicarle un universo intero con lo sguardo.
Mi dispiace...
La Forza vibrò tra loro e l'energia scaturita si espanse come un'onda nell'atmosfera di Lew'el. Il pianeta tremò, nutrendosi affamato della potenza del Legame. Era tutto perfetto e in equilibrio, come la marea che regolava dall'inizio dei tempi i ritmi biologici di quel paradiso dimenticato. Un piccolo angolo di galassia incontaminato dagli orrori della guerra, il posto che avevano scelto per riscoprirsi e ritrovarsi dopo il dolore.
Rey deglutì e per un secondo le sembrò di sbandare, il cuore aveva iniziato ad accelerare di nuovo e le mancò il respiro.
Inspirò, con le iridi ancora prigioniere in quelle scure di Ben. Due pozze nere in cui potersi specchiare ormai senza rancore, abbandonandosi a un desiderio che poteva finalmente essere placato. Non più costretto a restare nascosto dietro un muro di incomprensioni e rabbia.
Era dannatamente bello il suo eroe, accarezzato dai raggi che sorgevano dall'acqua e illuminavano l'orizzonte. Quell'atmosfera irreale lo rendeva diverso, etereo, immenso, quasi divino. Sentì di desiderarlo più di ogni altra cosa e decise che sarebbe stata sua lì, in quel momento, nel punto in cui l'oceano moriva sulla spiaggia.
Ben lo capì e piegò leggermente le labbra in quel sorriso storto e accattivante che tanto le ricordava Han. Le sfiorò i fianchi umidi e le accarezzò la schiena. L'aria fresca dell'alba, lambendo la pelle bagnata, la fece rabbrividire. Lui lo percepì e la strinse per scaldarla.
Allora posò la guancia sul suo petto e chiuse gli occhi, abbandonandosi inerme. Poteva sentire il ritmo regolare del suo cuore, il profumo intenso della sua pelle, il sapore del sale. Era meravigliosa e appagante la sensazione di essere stretta fra le sue braccia. Ne aveva bisogno e si chiese come avesse fatto a sopravvivere senza per tanto tempo.
“Mi hai spaventata. Non farlo mai più...” gli sussurrò offesa.
Si era sempre considerata forte, indipendente, anche spietata se necessario, eppure le era  mancato qualcosa nei lunghi anni di solitudine. Protezione. Calore umano. Un corpo sicuro nel quale rifugiarsi nei momenti di disperazione.
In Ben aveva trovato ogni cosa. Con lui ogni luogo aveva il sapore di casa...
Alzò la testa cercando un contatto più profondo e le labbra di lui le sfiorarono la fronte. Scesero sulla guancia e scivolarono ancora più giù. Gustarono la sua bocca con calma. Poi sempre più intensamente, facendola sua in un bacio impetuoso che aveva il sapore del mare.
Lentamente si adagiarono sulla sabbia candida ma ancora fredda, e Ben si spinse sopra di lei ricoprendola, scaldandola, avvolgendola completamente. Rey si sentì ancora più minuta rispetto al suo corpo massiccio, ma non debole o fragile. Non lo era mai stata di fronte a lui.
Le piccole onde, infrangendosi sulle loro gambe intrecciate, rendevano quel contatto ancora più strano ed eccitante.
Ben prese a baciarla dappertutto e lei iniziò a rilassarsi. Era meravigliosa la sensazione delle sue labbra morbide che la esploravano e assaggiavano ovunque, con dedizione e riverenza.
Sentì l'eccitazione crescere e il desiderio di accoglierlo dentro di sé divenne irrefrenabile, dolcemente lo afferrò per i capelli facendolo desistere da quella piacevole tortura e Ben tornò sulla sua bocca prendendola in un bacio ancora più intenso ed esigente. In quel turbinio di sensazioni frenetiche ed inebrianti si spinse dentro di lei per fondersi con la metà della sua anima, poi iniziò a muoversi lentamente, quasi a voler prolungare il più possibile il loro piacere, come se avessero tutto il tempo del mondo.
Non esisteva più niente attorno a loro, la galassia martoriata dalla guerra, i sopravvissuti del Primo Ordine da eliminare, nuovi piccoli jedi da proteggere e addestrare. Erano soli nel piccolo universo che si erano ritagliati e tutto il resto ruotava freneticamente intorno ma non riusciva a scalfirli.
Rey incoraggiava i suoi movimenti gemendo e perdendosi nel suo sguardo caldo e profondo. Poi d'impulso decise di improvvisare e prenderlo alla sprovvista, con una spinta repentina, capovolse le loro posizioni, fino a trovarsi sopra di lui, a cavallo del suo corpo disteso sulla sabbia. Ben non oppose resistenza e si lasciò guidare nel suo nuovo gioco. Allora lei sorrise sfilandosi la sottoveste fradicia e pesante, gettandola lontano. Prese le sue mani, intrecciando le dita con le sue, e iniziò ad ondeggiare con ritmo lento e incalzante, senza mai smettere di guardarlo in viso.
Ben aveva un'espressione indescrivibile, ad ogni ondata di piacere che gli procurava quell'intimo contatto, socchiudeva le labbra come se volesse sussurrarle qualcosa, quelle labbra carnose e sensuali che l'avevano fatta morire tante volte e che in quel momento la bramavano. Si chinò per baciarlo avidamente, accarezzando i suoi capelli imperlati di cristalli si sabbia, mentre era in completa balia del suo desiderio. Questo la faceva sentire appagata e in vantaggio.
I suoi movimenti iniziarono a farsi sempre più rapidi e intensi, riuscendo a portalo quasi al culmine dell'eccitazione ma Ben, con uno scatto imprevisto tornò sopra di lei, soggiogandola con un'espressione diabolica e soddisfatta.
Gli sorrise, avvolgendogli le braccia intorno al collo e imprigionandolo tra le sue gambe; invano aveva creduto di poterlo dominare ma l'ultima mossa doveva essere sempre la sua. Ben la fissò con quel suo inconfondibile sorriso, tutto ciò che avrebbe voluto dirle era lì, nei  suoi sospiri, negli sguardi, ora eccitati, ora dolci, nei loro corpi accaldati e umidi che si muovevano all'unisono. E lei si lasciò andare alle sue spinte che ripresero più intense e profonde, sempre più veloci fino a quando l'estasi si impadronì totalmente dei loro sensi esplodendo in una vibrazione reciproca, incontrollabile e incontenibile.
In quel momento si rese conto di non poter più fare a meno di abbandonarsi completamente in lui, respirare in lui, perdersi in quel turbine di sensazioni sconvolgenti che solo Ben riusciva a scatenarle. E, per la prima volta, da quando stavano insieme, le venne  spontaneo sussurrare “Ti amo...” mentre i loro respiri caldi si fondevano insieme.
Ti amo anch'io...
Le arrivò dolce, attraverso il Legame. Ne fu felice e le sfuggì una lacrima. Non aveva bisogno di sentirselo dire, lo sapeva, ne era convinta da sempre. Ma era stato bello ugualmente.
Allora lo strinse forte, cullandolo come adorava fare sempre dopo l'amore e Ben si abbandonò su di lei, senza opprimerla o soffocarla, quasi fosse senza peso.
Entrambi ormai leggeri nel corpo e nell'anima.

Rimasero per molto tempo vicini in silenzio, sdraiati sulla sabbia a guardare il cielo senza lune di Lew'el, cullati dal rumore dall'oceano, scaldati dalla luce brillante dell'unico sole. L'intera galassia fuori, ad attenderli.
Aveva sperato a lungo, ci aveva creduto... e finalmente aveva trovato il suo eroe.


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Angolino immancabile dell'autrice

Dopo due anni mi riaffaccio timidamente in questo fandom del cuore... perché la Reylo è e resterà la mia ship preferita di sempre. Sorvolo su tutto il dolore per la fine che ha fatto fare loro JJ perché... si deve andare avanti, piangersi addosso non porta a nulla. E sperare che ci riportino Ben, soprattutto.

Fic SPUDORATAMENTE ispirata dalla pubblicità del profumo Burberry Hero, in cui Adam ci fa sbavare come pochi e... sfido Rey a non cadere come una pera cotta davanti a una visione così idilliaca X) Sì lo so manca il cavallo, ma... uno stallone basta e avanza sennò qua ci restiamo tutte secche e stecchite ;) l'avevo iniziata mesi fa ma sono riuscita a finirla solo ieri perché ero mentalmente bloccata da tutto sto casino che ci sta attorno... oltre che esaurita, frustrata, scoraggiata ecc. (sigh!)

Ringrazio chiunque si sia soffermato/a a leggere anche solo per curiosità... Se poi qualcuno/a vuole soffermarsi pure a fangirlare sulle rotondità umide di Adam, che brillano sotto il sole rovente, sono a completa disposizione... ci sarebbe da scrivere un'enciclopedia X)))

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⏰ Last updated: Apr 03, 2022 ⏰

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