Capitolo 4. Complicarsi la vita

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"You are the reason that I'm still hanging on"

Capitolo 4. Complicarsi la vita

La febbre mi durò una settimana

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La febbre mi durò una settimana. Jimin, come mia madre, passò da casa tutti i giorni e si prese cura di me come un fratello, un vero amico su cui fare affidamento. Fu un supporto anche per le instabilità emotive che, per un po' di tempo, mi fecero compagnia durante le lunghe giornate a letto. Difatti, il senso di colpa, era aumentato così tanto da sentirmi soffocare, sembrava che una perenne asma, sottile ma costante, mi pressasse i polmoni con una mano invisibile e piena di forza, che stringeva sempre di più. Mi sentivo troppo dispiaciuto per Somin, era stata una fidanzata fedele e piena d'amore e non meritava di essere trattata in quel modo. Ma ero stato onesto, no? Bastava per fare di me una buona persona, vero? Mi stavo torturando così.

Una sera piansi disperatamente. Somin mi aveva inviato un messaggio così forte che le lacrime presero il sopravvento, e non potei fare altro che scrivere "scusa" e nient'altro, mentre i singhiozzi mi chiudevano la gola in un nodo stretto stretto. Jimin mi consolò, disse di non prendermi nessuna colpa e che a volte può capitare di perdersi durante il tragitto della vita. Ma allora perché mi sentivo tanto disonesto? Forse, semplicemente, ero solo stressato per via del lavoro e, aggiungendo i traumi, dimenticati e poi ritornati nella mia mente come un fulmine a ciel sereno, dovevo essermi smarrito. È stato in questo modo che ho passato la prima settimana di pausa dal militare. Certa sfiga mi colpiva sempre.
La mattina in cui finalmente mi sentii meglio, dopo una lunga doccia, uscii di casa, da solo e senza un motivo preciso. Jimin non poteva farmi compagnia, visto che era di turno all'ospedale, così mi impegnai al massimo per passare una giornata tranquilla, anche se da solo, senza Jungkook e Somin a tormentarmi in continuazione.

Sotto minaccia di Jimin feci un po' di spesa salutare, addirittura andai a fare anche shopping. Mentre giravo tra i reparti stipati di vestiti e scarpe firmate, i miei occhi caddero su un cappellino nero da pescatore e i miei pensieri furono invasi dal ragazzo vestito tutto di nero incontrato al supermarket. Il suo stile mi affascinava, a prima vista mi sembrò veramente carismatico con quei vestiti neri e larghi. Provai allora di ricreare il suo outfit e cercai, tra i capi in esposizione, un paio di pantaloni sportivi con le tasche, una maglia larga, un paio di anfibi, il cappellino che avevo visto e un giubbotto di pelle, il tutto era rigorosamente nero. Una volta trovato un camerino vuoto li provai, ma ne rimasi deluso. Non era il mio stile, non mi ci vedevo proprio vestito in quel modo. Su quel ragazzo sembrava così figo...

Di quel completo scelsi di tenere solo il cappello, poi optai per i miei soliti maglioncini a collo alto, un paio di quelli smanicati, camicette, pantaloni e jeans skinny. Spesi un mucchio di soldi, ma erano stati praticamente sudati col sangue, per cui pensai che meritassi una ricompensa. E poi, a dirla tutta, il mio conto in banca ammontava a una piccola fortuna, quindi potevo benissimo comprare quello che volevo! Ragion per cui, per distrarmi durante i lunghi pomeriggi a casa, comperai un violino. Non so a che scopo, non ne avevo mai suonato uno ma, conoscendomi, se mi fossi impegnato, sarei riuscito a imparare presto come fare. Il commesso fu molto paziente con me. Mi indicò tutti i modelli per principianti, consigliandomi pure un'ottima scuola dove imparare a suonare. Gli dissi che ci avrei pensato, e infine ne scelsi uno bianco con le effe nere. Il signore andò subito a impacchettarlo e mentre gironzolavo per il negozietto, fissando ogni strumento con meraviglia, m'imbattei su qualcuno.

Ho inseguito le stelle|Taekook🦋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora