CAPITOLO 5

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Iker Jiménez Elizari era un bastardo, nel vero senso della parola. Ne era stato consapevole sin da piccolo, dalla volta in cui era stato preso in giro dagli altri bambini perché non aveva un padre, a quando aveva visto sua madre, con un'espressione di orgoglio ferito sul viso, accettare denaro da un dipendente di colui che lo aveva generato, purché si tenesse alla larga.

Da allora aveva sempre saputo di non essere altro che un figlio illegittimo nato da una delle tante amanti di un uomo ricco e, col passare del tempo, aveva imparato che recitare la parte del bastardo era necessario nell'ascesa al successo.

Nella sua vita non c'era stato posto per la coscienza, né per la compassione. Perciò aveva nascosto bene il suo cuore, la sua vera natura, dietro un muro fortissimo di arroganza unita al menefreghismo.

Aveva imparato che un uomo doveva saper badare a sé stesso perché quando si arrivava al dunque, nessun altro lo avrebbe fatto al posto suo. Un uomo doveva proteggere ciò che era suo a tutti i costi, perché gli altri non avrebbero esitato a cercare di rivendicarlo per sé stessi.

E dato che lui era un bastardo, di parola e di fatto, e di solito non nutriva compassione, provò una certa irritazione in quanto la sua coscienza si sentiva toccata dall'incontro con Levana Phillips.

Iker non aveva mai avuto intenzione di spingersi fino al punto di prendersi la sua verginità... Non pensava neanche che una piccola truffatrice come lei potesse essere ancora vergine.

Il suo intento era stato di portarla nella sua stanza d'albergo, spogliarla, umiliarla e poi andarsene senza girarsi a guardarla una seconda volta. Non era certo un piano eccessivamente corretto, ma mai avrebbe immaginato che in realtà avrebbe...

No! Scambiare sesso per il denaro che gli era stato rubato non aveva mai fatto parte delle sue intenzioni.

Sì! Aveva inteso flirtare. Levana Phillips era una ladra, come Nolan Phillips, e poteva ritenersi fortunata che lui non avesse deciso di utilizzare altri tipi di punizione per insegnarle una bella lezione.

Tuttavia, le cose non erano andate secondo i suoi programmi e lui aveva perso il controllo il che, forse, era la parte più grave dell'intera faccenda. Per il resto, sarebbe riuscito a perdonarsi, ma non per la perdita di controllo. Portandola nella sua camera, ordinandole di spogliarsi, facendola implorare, le voleva dimostrare che era lui a comandare, come faceva sempre in tutte le occasioni.

Ma la ragazza lo aveva sfidato con quei suoi profondi occhi scuri e si era tolta, di sua spontanea volontà, il costoso abbigliamento volgare, scoprendo la perfezione che vi si nascondeva sotto.

E qualcosa si era capovolto, mandando a quel paese in mille pezzi il suo collaudato autocontrollo. Sì, era certo di averla umiliata, ma a quale costo per il proprio orgoglio?

Erano passati quasi due mesi dal loro incontro, eppure la notte lui si svegliava ancora inzuppato di sudore, sognando morbide dita delicate che gli scorrevano sullo stomaco, riccioli scuri sparsi sul cuscino e occhi neri come il carbone che lo guardavano con stupore e... tenerezza?

Era lo stupore che lo aveva toccato, perché era qualcosa che non aveva mai visto prima. Le donne lo avevano scrutato con desiderio, con soddisfazione, ma mai con il genere di sbalordimento che lui aveva colto negli occhi della bellissima Levana.

Lui ne conosceva il motivo anche se non avrebbe dovuto interessargli. Cosa importava se una donna aveva fatto l'amore con un centinaio di uomini o uno solo? Non contava e non avrebbe dovuto fare la differenza per uno come lui, eppure aveva il suo peso. Gli faceva sentire il proprio peccato ancora più grande, quando non desiderava affatto sentirsi come se avesse commesso qualcosa.

IO TI AVRÒWhere stories live. Discover now