"Complimenti, Sophia ora sei in un mare di guai"

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-Sophia, questo è il posto dove portavi spesso Adele?- Alla domanda di Luis annuì e respirai profondamente l'aria pulita, che stava. -Prendi!- Esclamò prima di buttarmi una lattina di birra, che afferrai con facilità, l'aprì e feci un piccolo sorso. -Mi manca...- Sussurrai, Luis si avvicinò a me e mi strinse fra le sue braccia. Feci scappare dai miei occhi una lacrima salata, mi affrettai ad asciugarla e presi le distanze dal ragazzo, mi sedetti sul prato e chiusi per qualche istante gli occhi, non volevo piangere. -Sophia, mi dispiace... so cosa vuol dire perdere una sorella.- Alle sue parole spalancai gli occhi, con fare curioso. -Ma se sono vive.- Risposi ovvia, ma da lui non ottenni risposta, avrei approfondito su quel discorso.

-Cos'è quella cosa?- domandò, guardai alle mie spalle e trovammo un tronco di un albero, con una striscia di pittura rossa. Il rosso era il suo colore preferito. Senza dire niente, mi alzai e raggiunsi l'albero e notai che molti di essi avevano la pittura rossa addosso. -Luis... secondo me è un segno.- Mi avvicinai a lui e gli dissi ciò, un po' insicuro annuì e ci avventurammo in questa specie di percorso. -Sei sicura? E se fosse una trappola?- Mi chiese, ma sbuffai e andai avanti. -Sophia! Aspetta, non è sicuro.- In preda alla rabbia mi avvicinai a lui e l'osservai negli occhi. -Senti, potrebbe essere Adele oppure un segno! Quindi, se non vuoi proseguire vattene!- Mi voltai, dandogli le spalle e proseguì per la mia strada. Quando giunsi, finalmente, alla fine no stai che ai miei piedi si trovava un passaggio segreto. Sinceramente fu lui che trovò me, perché non appena feci un passo in avanti caddi all'interno di esso.

-Sophia! Tutto bene?!- Urlò Luis preoccupato, mi alzai e guardai sopra il mio capo, dove la luce faceva accesso. -Si! Sto bene!- Esclamai, osservai per bene il luogo che mi circondava e nostri delle candele. -Luis! Scendi giù!- Lo chiamai, mentre perlustravo il luogo. Il ragazzo scese e mi osservò, feci un passo avanti e per sbaglio inciampai su un bastoncino di legno, Luis prontamente mi afferrò e mi raddrizzò. -Sta attenta.- Disse a denti stretti, alzai gli occhi al cielo e mi avvicinai alle candele. -Per caso hai un'accendino?- Domandai, lui me lo pose e lo afferrai in fretta, accessi tutte le candele che vedevo e rimasi incanta, ma allo stesso tempo disgustata per quello che c'era.

-Dove siamo finiti...- Sussurrò Luis, nel covo c'erano scatole e molti, ma dico molti libri. Mi avvicinai cautamente ad una delle tante scatole e ne aprì una, ma quello che si celava all'interno di essa mi preoccupò. -Perché ci sono dei bracciali? Per lo più si capisce, che appartenevano ad una bambina...- Commentò Luis, ne presi uno e lì mi ricordai dove vidi quel bracciale.

Flashback:
Prima di rientrare a casa, decisi di portare Adele ad un negozio. ~Dove mi stai portando?~ Mi domandò con la sua tenera voce, risi sotto i baffi e quando ci trovammo difronte a quel negozio, vidi un sorriso dipingersi sul suo volto. ~Allora? Vuoi un bracciale o no?~ Alla mia domanda, senza giungere altro, entrò nel negozio tirandomi da un braccio. La guardavo mentre cercava il bracciale, che le potesse prendere il cuore e proprio in quel momento scelse lui, un bracciale rosa. ~Sicura che vuoi questo?~ Le chiesi osservando per bene il bracciale al quanto semplice e neutro di ogni fantasia. ~Si.~ Rispose con fermezza...
Fine flashback.

-Luis...- Sussurrai, l'uomo in questione si girò verso di me e guardò il mio stato. -Ti senti bene?- Domandò preoccupato, annuì e presi due cartoni, uscì da quel posto e nel frattempo mi venne un'idea. -Hey! Non salire!- Gli urlai in modo tale che potesse sentirmi. -Perché?- Domandò lui. -Prendi tutte le scatole e portiamole a casa, compresi i libri.- Spiegai e dopo un po' di battibecchi, così fece...


















Quando tornammo a casa era ormai notte fonda, portammo gli scatoloni nella mia camera e poi ci recammo in cucina, tutto questo in silenzio. Aprì il frigorifero e presi gli affettati, quindi quest'ultimo e mi diressi verso lo scaffale, dove si trovavano i panini. Ne preparai un per me e uno per Luis, prosciutto cotto e salame. Stavamo mangiando tranquillamente, ma quando udimmo dei passi capimmo di essere nella merda. -Fame notturna?- Ci domandò Julia, annuimmo senza spiaccicare parola, ancora "traumatizzati" per quello accaduto qualche ora fa. -Posso stare con voi? Non ho molto sonno.- Io e Luis le sorridemmo e annuimmo, iniziammo a scherzare sul fatto, che il mio "bambino" potesse avere degli zii pazzi.

-Cos'è tutto questo chiasso?!- Festa rovinata, pensai non appena la voce di Mitch si espanse per la cucina, lasciai uno sguardo a Luis e guardai Mitch. Era a petto nudo, aveva solo il pantalone del pigiama che lo copriva e i suoi capelli un po' gonfi lo rendevano attraente. -Sophia! Ti ho aspettato per tutta la cazzo di notte!- Alzò leggermente la voce, feci un passo indietro e lo guardai impaurita. -Potevi avvisarmi, che sia l'ultima volta.- Disse mentre si avvicinò al frigorifero, prese una bottiglia d'acqua e poi prese un bicchiere, dopo che chiuse il frigorifero, si versò un po' d'acqua e bevve. -Cosa avete fatto?- Alla sua domanda non sapevo come rispondere, così cercai una mano nello sguardo di Luis, ma che lui era nella mia stessa situazione.

-Ehmm... volevo fare una passeggiata e non ho chiesto a te, perché sei sempre impegnato e non voglio disturbarti.- Dissi con un po' d'insicurezza, l'uomo mi guardò e sorrise lievemente. -Non potrai mai disturbarmi, ma in questo periodo non ho molto tempo e penso che tu abbia ragione. Io vado di sopra, buonanotte.- Disse e poi ci salutò, guardai Julia e Luis in modo ambiguo e sputai il rospo. -Perché si sta comportando da fidanzato?- Alla mia domanda si misero a ridere e poi Julia prese la parola. -Non lo sappiamo... forse sei riuscita a fargli dimenticare Silvia.- La guardai confusa. -Non ti sto seguendo.- Ammisi, Julia mi guardò e scosse la testa. -Sophia, ricordi quando ti dissi, che un tempo Mitch era un ragazzo alla ricerca dell'amore e quando trovò Silvia ne uscì rovinato?- Annuì e poi lì capì. -Sto riportando indietro il vecchio Mitch...- Loro mi sorrisero e annuirono, dopo di che li salutai e andai in camera da letto.

Mi stesi sul mio letto e quando stavo per dormire sentì una presenza alle mie spalle, mi voltai, ma non vidi nessuno, spostai il mio sguardo a destra e per poco non urlai. -Chi sei?- Alla mia domanda si mise a ridere, come se avessi fatto una battuta divertente. -Tu chiedi a me chi sono? Sei davvero esilarante.- Lo disse con voce tremante, guardai per bene la persona che si trovava difronte a me e pensai che se avessi avvisato Mitch e avrei rinchiuso lei nella stanza, poi l'avrebbe smascherata. -Non ci pensare neanche, se chiamerai Mitch ti troverai in un bel pasticcio.- La guardai fissa, la sua voce infuriata, ma allo stesso tempo calma mi fece rimanere immobile.

-Chi abbiamo qui... una ragazza dai capelli neri, occhi neri... labbra carnose, zigomi in bella vista... Sei la brutta copia di Angiolina Jolie!- Affermò dopo avermi descritta. -Ti chiami Sophia... sceglie sempre dei nomi delicati.- Disse, nel frattempo me la ritrovai difronte e la vidi chiaramente. -Posso sapere chi sei?- Domandai, ma lei mi rise nuovamente in pieno viso. Così, prendendo l'occasione della sua distrazione uscì dalla camera e raggiunsi la camera di Mitch. Lo vidi dormiente e mi dispiacque doverlo svegliare, ma era questione di vita o di morte.

Lentamente mi avvicinai a lui, appoggiai una mia mano sulla sua spalla e lo scossi leggermente. Quando si svegliò vidi il suo sguardo illuminarsi, mi sorrise, ma quando si accorse del mio viso turbato, smise di sorridere e si alzò di corsa. -Cosa succede?- Chiese preoccupato, mi schiarì la voce e non ce la feci a parlare. -Vieni a vedere.- Dissi e quando arrivammo difronte la mia stanza gli sussurrai una cosa. -Qui dentro c'è una donna, non so il suo nome, ma mi sta spaventando.- Lui aprì di corsa la porta e quando entrammo nella stanza, non vidimo nessuno. Controllato per bene tutta la stanza, nel bagno, nella cabina, sotto al letto... OVUNQUE.

Ma sue tracce non c'erano, presa dall'ansia iniziai a piangere. Mi accasciai a terra e vendendo la mia situazione mentale, Mitch mi abbracciò e scoppiai a piangere ancora più forte di prima. -Sophia... shhh... sta tranquilla.- Ricordai solo quello il giorno seguente. Quando mi sveglia, per me, fu devastante. Mi strofinai leggermente gli occhi e sbadigliai. -Complimenti, Sophia ora sei in un mare di guai.-

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