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Capitolo dodici di Difficult.


Venerdì sera

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Venerdì sera

Dopo aver scoperto quel ragazzo spiare Stefanie l'ho pestato quasi a morte, solo per far sì che riferisse il messaggio che Martin aveva per il loro capo.
Voleva incontrarlo, gli aveva mandato le coordinate di un punto e dato un orario. Lo aveva anche avvertito di presentarsi da solo.
Gli ho chiesto più di una volta di portarmi con lui, ma non c'è stato modo di fargli cambiare idea.

Ed ora mi ritrovo a questa stupida festa a sorvegliare di nuovo questa ragazzina di merda, che da ben quindici minuti non fa altro che fare gli occhi dolci a un tipo biondino; tutto ciò dopo aver ricevuto un messaggio da Noah in cui mi chiedeva di venire.
Mi ha mandato una posizione, e ci aveva aggiunto "vieni subito. Non è sicuro, domani ti spiego, devi pensare a Stefanie. Non può tornare in camera questa notte".
Vado a prendermi un bicchiere di Whisky pur di non dover continuare a vedere quello strazio.

«Amico guarda dove vai» esclama un ragazzo dopo che, per passare, gli ho assestato una spallata. Un mio sguardo storto però lo mette subito a tacere, e mi giro continuando a camminare.
Una volta preso il bicchiere, torno fuori e, con mio gran stupore, Stefanie non c'è più.

«Dove cazzo sei finita?» dico tra me e me iniziando a girare per la casa come una trottola.
Mi fermo quando, con la coda dell'occhio, intravedo dei capelli biondi ad un'altezza considerevolmente bassa. Non è difficile trovarla a quanto pare. Non per me.

La serata continua con me seduto su un divano a guardare lei, mezza ubriaca, ballare con lo stesso ragazzo con cui parlava fuori. Che schifo.
Vorrei tagliarmi le palle piuttosto che stare qui. No ok forse le palle no, ma se siamo in questa situazione è anche colpa mia.
Martin non ha voluto dire tutta la verità a Noah ed Elijah, per non metterli ulteriormente in pericolo, ma le cose sono un po' diverse.
Si, è stata uccisa una donna è vero, ma ciò che non sanno è il motivo reale.
Il tutto è ricollegabile a Niki, e ricordarmi di lei, pensarla... non porta mai a nulla di buono. Infatti la mia voglia di bere torna inarrestabile.

Quando mi alzo per andare a prendere un altro bicchiere però, vedo Stefanie andare verso il piano di sopra e sono costretto a seguirla.
Salgo le scale sbuffando, con qualche secondo di distanza da lei, ma quando arrivo al piano superiore, nel corridoio non trovo nessuno.
Faccio qualche passo avanti guardando nelle stanze ai miei due lati, entrambe buie, ma non vedo movimenti.
Ma dove cazzo è-
«Si può sapere chi sei?» esclama una voce squillante alle mie spalle.
Merda.

Mi giro lentamente, e mi ritrovo davanti una ragazzina bionda che, con tutti i tacchi, rimane molto più bassa di me. Ha le mani posate a pugno sui fianchi e mi guarda in cagnesco.
«Scusa ce l'hai con me?» meglio fare il finto tonto.
«Ma piantala, è da quando ero a New York che ti ho visto seguirmi ovunque. Dovresti imparare ad essere più discreto»
Il suo atteggiamento mi confonde. Non è intimorita, non c'è paura nel suo sguardo, vuole solo capire che cazzo voglio, e non la biasimo.

IMPOSSIBLE: I can't love youWhere stories live. Discover now