Prologo

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È strano sapere che la vita, nonostante tu possa costruirti una muraglia attorno, riesca a trovare l'unico mattone difettoso in grado di farla crollare in un istante. Questa era la sensazione che provò quella sera da Ozzie's, quando venne umiliato davanti a colui che avrebbe dovuto proteggerlo nel momento in cui egli, trovandosi davanti a due fantasmi del suo passato che tuttora lo perseguitano, era stato completamente incapace di fare non potendo, per altro, trovarsi in disaccordo con loro.

Era stato tutte le cose di cui lo avevano accusato, ma per lui stava cercando di cambiare, di risolvere i meccanismi mentali che lo portavano ad autosabotare il suo cammino verso quella che chiamano "felicità" con una persona di cui credeva di potersi fidare. Sapeva che esporsi in quel modo con una persona che lo chiamava plaything era sbagliato, ma dopo che egli era corso a salvarlo da quei due agenti che avevamo rapito lui e Moxxie, pensava che le cose avessero iniziato a girare nella direzione tanto desiderata da Blitzo .

Avrebbe dovuto capirlo prima che Stolas non sarebbe mai corso in suo aiuto se egli non avesse avuto il Grimoire con sé. Tutta una farsa, tutto un teatrino per soddisfare le sue malate perversioni da uccello ; come aveva fatto a illudersi che lui, uno dei più potenti principi dell'Inferno, potesse mai innamorarsi di lui?

Si rese conto che fosse una sua fantasia nel momento in cui Stolas, invece di proferir parola in loro difesa, aveva codardamente deciso di nascondersi dietro al menù del locale, come a voler sparire all'istante e lasciarlo da solo, lì, mentre Blitzo aveva bisogno di lui. Era la prima volta, dopo molto tempo, che permetteva a qualcuno di fare breccia nel suo animo; aveva ferite del passato che non si sono mai completamente rimarginate e che tutt'oggi influenzano il suo modo di essere e interagire con gli altri.

Questa è stata l'ennesima ferita che ha ricordato a Blitzo che tutte le persone a cui vuole bene, quando hanno smesso di servirsi di lui, lo abbandoneranno esattamente come ha fatto Stolas quella sera.

In quel momento Blitzo decise di interrompere quel flusso di pensieri dolorosi e fece un respiro profondo,era giunta l'ora di restituirgli il Grimoire, l'unico oggetto che li legava. Aveva immaginato tantissimi scenari su quello che sarebbe stato il loro incontro e non aveva la minima idea di cosa aspettarsi, d'altronde Stolas era imprevedibile e una figura molto criptica per certi versi. Quando credeva di aver capito con chi avesse a che fare, c'era sempre qualcosa che faceva vacillare questa sua convinzione e che lo riportava a brancolare nel buio.

"Sir" Moxxie interruppe con quella serie di dolori pensieri entrando nella stanza "se non vuole vederlo posso portargli io il libro"

Da quella sera Millie e Moxxie sono diventati molto apprensivi nei confronti del loro boss, avevano assistito di persona a quella scena e si deve premettere che all'inizio avevano sottovalutato la situazione, ma quando la mattina dopo lo ritrovarono sul divanetto ubriaco e sfatto, con gli occhi gonfi come se avesse passato tutta la notte a piangere, si mobilitarono per farlo stare meglio. Organizzarono un'uscita tutti assieme e per la prima volta, dopo una settimana di continui tentativi, si vide spuntare sul suo volto un lieve sorriso; perfino Luna fu un po' più morbida con suo padre, si lasciò coccolare più volte senza fare storie e un pomeriggio lo portò a comprarsi dei vestiti.

"Tranquillo Mox, non vorrei che tornassi con qualche nuovo buco" rispose Blitzo nel suo solito tono, tentando di nascondere la paura e la rabbia che stava covando. Non aveva paura di Stolas, ma di quello che poteva provare al sol vederlo mentre si avvicinava a lui con quel passo regale e sicuro, indossando una vestaglia non lasciava spazio all'immaginazione...

Ah, dannato uccello. Non gli avrebbe permesso di giocare nuovamente con i suoi buchi o di fare uno strano festino sessuale con le copie di se stesso e Blitzo legato e appeso al soffitto come un salame, doveva ancora riprendersi da quell'esperienza traumatica tuttavia, sapeva fin troppo bene che se avesse iniziato a provocarlo, non avrebbe avuto la forza di respingerlo e gli avrebbe permesso di usarlo.

Esatto, usarlo. Questo faceva Stolas con lui, un semplice giocattolo di cui potersi appropriare quando e come egli voleva, un semplice mezzo per soddisfare i suoi desideri così perversi da far tirare indietro anche l'abitante più arrapato del girone della lussuria. Doveva solo essere una transazione con sesso convenzionale ma le cose poi sono sfuggite di mano, non ricordava quando aveva iniziato a provare qualcosa di più nei suoi riguardi però il ricordo di lui, che lo guardava come se fosse la creatura più bella che avesse visto e quei baci di fuoco che dava a tutte le cicatrici che segnavano la sua pelle, gli avevano veramente mosso qualcosa dentro. Avevano acceso una scintilla dentro di lui, qualcosa che si poteva veramente chiamare felicità, quella che tanto invidiava a Millie e Moxxie e che agognava da tempo di poter raggiungere affianco a qualcuno che non gli si sarebbe rivolto contro quando, capendo di averlo lasciato avvicinare troppo, lo avrebbe respinto con il suo solito fare strafottente

Lui lo faceva sentire così.. così spoglio, non solo fisicamente ma anche emotivamente. Ovviamente tentava sempre di sviare la cosa e Stolas, conoscendo i suoi meccanismi di autodifesa, aveva imparato a sorvolare su certi suoi atteggiamenti e non farglielo pesare ma lui sapeva o, per lo meno, questo pensava Blitzo.

"SIGNORE, MA LE SEMBRANO COSE DA DIRE?!" rispose Moxxie a quella squallida battuta sui buchi, se solo sapesse di cosa era capace Stolas in determinati momenti...

"Hai ragione, già ci pensa Millie" rispose sorridendo sardonico di fronte a Moxxie, che arrossì dall'imbarazzo e gli sbraitò contro.

"È SUCCESSO SOLO QUALCHE VOLTA E LEI DOVREBBE STARE FUORI DALLA NOSTRA VITA SESSUALE, È INAPPROPRIATO E POCO PROFESSIONALE" disse mentre Millie, attirata dalle urla, si era avvicinata a suo marito per tentare di calmarlo

"Dai su, calmati altrimenti ti verrà un altro attacco di panico" e se lo trascinò via prima che potesse aggiungere altro.

Adorava prendersi gioco di Moxxie e questa piccola discussione l'avevano distratto per un attimo dal flusso di pensieri che lo trascinavano sempre più dentro l'abisso in cui era caduto già tante volte e di cui portava ancora le cicatrici

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