Capitolo 5

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La mattina seguente, mentre il principe dormiva profondamente al suo fianco, Blitzo stava fumando una sigaretta mentre si crogiolava tra i ricordi della notte passata.

Gli aveva permesso di usarlo, di nuovo. Questa era la certezza che lo accompagnava,nonostante tutte le buone intenzioni di non cedere alla passione e ai sentimenti. Il giocattolino di Stolas era tornato nella scatola inoltre, si era accorto la notte passata non era servita a scaricare tutta la rabbia che provava verso di lui e verso sé stesso perché era stato talmente stupido e debole da cedere alle sensazioni che gli aveva fatto provare

"fottuto idiota" sussurrò continuando a guardare il vuoto. Probabilmente quella delle piume era tutta una recita, una fase che attraverso i gufi durante il cambio delle stagione o chissà, probabilmente lo aveva semplicemente ingannato e lui ci era caduto con tutte le scarpe.

Spense la sigaretta e scese dal letto per cominciare a vestirsi, doveva andarsene da li e subito. Il suo cuore non avrebbe letto altre delusioni, non poteva concedergli ogni volta di fargli del male in questo modo e continuare a far finta di nulla. Era stanco di essere usato da lui in quel modo e di esser considerato solo un giocattolino, un oggetto da poter prendere e di cui disfarsene a proprio piacimento una volta soddisfatti i suoi desideri.

Mentre armeggiava con la cintura dei pantaloni, sentì degli artigli afferrarlo con delicatezza e in un attimo si ritrovò nuovamente sul letto, tra le braccia di Stolas.

"Te ne vai già?" Chiese con un tono di voce tra il sonno e la veglia, stringelo ancor più forte a sé e dandogli un bacio a stampo.

"Stolas, ho del lavoro da fare" tagliò corto lui senza riuscire a guardarlo in faccia.  Stava cercando di ricostruire un muro tra loro due,non voleva farsi vedere fragile da quello stronzo egocentrico ed egoista

"Non puoi rimanere solo un altro po'?" Disse lui con voce affranta. Sarebbe rimasto nel letto con lui per ore, a  coccolarlo  e a parlargli del più e del meno, ma doveva dividere i sogni dalla realtà. Una realtà in cui tra lui e Stolas non c'era nulla, se non del sesso occasionale

"No." Disse con tono secco e scendendo dal letto "ho mantenuto l'accordo e ora devo andarmene." Finì di sistemarsi sentendo lo sguardo di Stolas su di sé, voleva scappare da lui e non sentirlo fino a quando non sarebbe stato nuovamente in grado di controllare i suoi sentimenti o eliminarli definitivamente. Doveva ricostruire il muro che finora l'aveva protetto,  altrimenti il risultato sarebbe stato catastrofico

Poco prima di arrivare alla porta, si sentì afferrare per il braccio e quando si girò vide Stolas,in piedi e davanti a lui.

"Rimani, per favore" Blitzo non sapeva cosa dire, aveva  finalmente avuto il coraggio di guardarlo negli occhi e all'istante sentì come se mille lame gli avessero trafitto il petto. Non sapeva cosa fare, cosa pensare ne tantomeno cosa dire; Aveva voglia di piangere ma no, doveva contenersi, voleva che rimanesse per continuare a usarlo indisturbatamente me, nonostante questa consapevolezza, perché non voleva andarsene? Perché si voleva male? Perché gli andava bene esser trattato da lui in questo modo?

No, doveva andarsene.

"I-io, I-o n-non... NON POSSO PIÙ ANDARE AVANTI COSÌ" scostò il braccio con forza e scappò via. Corse con tutto il fiato che aveva in corpo e si avviò verso l'uscita. Nel mezzo della fuga, solo per un attimo si guardò indietro, come ad assicurarsi che non lo stesse seguendo e per sua fortuna non era così. Quella mansione era un vero e proprio labirinto, con corridoi immensi nei quali ci si poteva perdere con una facilità disarmante ma poco importava a Blitzo, avrebbe percorso anche tutti i corridoi della villa fino a trovarne l'uscita pur di andare il più lontano possibile da lui .Dopo un tempo che sembrò interminabile, alla fine trovò l'uscita. Non aveva pensato alla possibilità di scappare da una delle finestre delle stanze, gli avrebbe fatto perdere meno tempo sicuramente ma andava bene così

Quando entrò in macchina, tirò un sospiro di sollievo e appoggiò la testa sul volante. Stolas non l'aveva seguito e finalmente poteva andare a lavoro sapendo che quell'uccellaccio non l'avrebbe infastidito oltre.

Non ne poteva più di quella situazione e si sentiva fiero di sé stesso per la tenacia e il coraggio dimostrati. Perché doveva sembrare sempre tutto così difficile? Perché,nonostante fosse contento di star lontano da lui, ha provato un po' di delusione nel constatare che lui non lo stesse seguendo? Perché voleva che lo seguisse?

"Blitzy..." l'udire quella voce lo fece scattare all'istante. Alzò la testa dal volante e si rese conto che Stolas era seduto nel sedile accanto al suo.

Maledizione e ora? La sua mente era incapace di pensare a una possibile via d'uscita, aveva nuovamente agito d'impulso e difficilmente questa volta avrebbe potuto evitare lo scontro diretto con Stolas; non era tanto la sua figura a fargli temere il peggio, quanto più l'entità del discorso che avrebbe affrontato sicuramente di lì a poco; lo avrebbe ferito di nuovo? Sicuramente, per poi calpestare ciò che rimaneva del suo cuore

Aveva paura, paura di questo mix di emozioni e paranoie, paura dei sentimenti e delle sensazioni che gli provocava, paura di sé stesso e di quell'essere che lo stava guardando preoccupato per quella mossa improvvisa quando azzardata. Pensava veramente che non l'avrebbe seguito? Pensava veramente che lui avrebbe lasciato andare con tanta facilità il suo giocattolino? La consapevolezza di essere solo questo per lui, da una parte lo faceva sentire sollevato perché questa consapevolezza lo avrebbe distaccarsi emotivamente prima o poi ma, dall'altra parte, nell'angolo più remoto del suo animo, voleva che non fosse così.

Voleva essere qualcosa di più per lui...

In quel preciso istante, al raggiungimento di tale consapevolezza, ebbe un flash di quelle catene dorate che gli tenevano legati i polsi che aveva visto quando lui e Moxxie erano stati rapiti. Lui era venuto a salvarlo, si era esposto in quel modo così diretto per lui e, quando furono di fronte, la prima cosa che gli chiese era come stesse invece di rimproverarlo sin da subito

Per non parlare poi di quanto fosse stato fottutamente eccitante ciò che aveva visto... Stolas, sempre così gentile e cordiale, che diventava una bestia pronta a mettere a fuoco e fiamme l'edificio. Effettivamente,sapendo che fosse di indole pacifica, non si sarebbe mai esposto in quel modo solo per il libro quindi... l'aveva fatto perché lui era in pericolo....

"Blitzy... non ne puoi più di me,non è vero?"

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