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N: «France, fai vedere a Angelucci cosa deve fare»
Mi si avvicinò un ragazzo sui 20 anni, leggermente più basso di me, occhi verdi, capelli neri un po' spettinati e occhiali. Indossava la divisa, come tutti gli altri.
F: «Piacere, mi chiamo Francesco. Tu sei Alessandro, giusto?»
Annuii.
F: «Bene, allora.. di solito ai nuovi facciamo mettere a posto scartoffie o robe del genere.. ma mi sembri sveglio, e di sicuro hai una vista migliore della mia. Vieni»
Io lo seguii davanti a un computer.
F: «Bisogna controllare le telecamere per capire chi siano i colpevoli di una rapina avvenuta questa notte in una banca. Sicuramente avranno avuto la maschera, ma è un posto molto frequentato anche la notte.. sai, è vicino al Colosseo e ci sono centinaia di turisti in giro anche a tarda sera, pur di godersi la città al meglio.. quindi si sono per forza dovuti togliere la maschera, ma purtroppo la mia vista non è tra le migliori, e le telecamere di sicurezza a volte sono parecchio sfocate.. in più sempre meglio essere in 2 o più, ti passi meglio il tempo e se uno si perde qualcosa c'è sempre speranza»
Ci mettemmo a guardare un filmato della notte scorsa. C'erano tre schermi, tutti divisi in 2, in modo da riuscire a controllare al meglio l'area. 
Passammo tre ore, fino a quando non mi accorsi di un particolare.
A: «Ti posso dare del tu, giusto?»
F: «
Certo!»
A: «
Fantastico.. allora, vedi qua?» e indicai un punto sullo schermo. «Questo uomo ha gli stessi vestiti di quest'altro» tirai in dietro un filmato e indicai un altro punto. 
F: «Bravo ragazzo! Ora non ci resta altro che fare l'identikit e scoprire chi è» esclamò sorridendo mentre mi dava una pacca sulla spalla che mi fece tenere alla scrivania per non cadere addosso agli schermi. 
Lui fece tipo lo scan della faccia, e comparvero tutte le informazioni sull'uomo:
Nome: Edoardo Bravi
Data di Nascita: 27/5/1989
Residente in: Via del Colosseo, 176
F: «Orca, deve essere un riccone questo per abitare davanti al Colosseo!»
A: «
O un riccone di famiglia, o per le rapine.. o non avrebbe senso rubare 2 milioni dalla banca..» gli feci notare.
F: «Hai fiuto per il crimine, ragazzo! Mi piaci!»
Qualcuno lo chiamò. Lui si avvicinò all'uomo e dopo un paio di minuti tornò da me.
F: «Alessandro, io devo andare perché c'è l'interrogatorio al ragazzo. Cercati qualcosa da fare o..» rimase zitto per un paio di secondi. «O vieni con me! Ci serve qualcuno che trascriva le informazioni.. sempre se vuoi, eh. Non ti sto obbligando» aggiunse, vedendomi perplesso.
A: «No no, mi farebbe piacere!» esclamai.
Lui sorrise e mi fece segno di seguirlo. Io feci come aveva detto. 
N: «France.. lo sai che non è un caso semplice, questo..» disse, notandomi.
F: «Lo so.. ma il ragazzo ha talento, e trascriverà solo le informazioni»
N: «
Va bene.. ma deve stare fuori. Le telecamere riprendono tutto e si sente tutto con precisione» mi lanciò un'occhiataccia.
Io annuii, e uscii dalla stanza. C'era come un piano rialzato, con una specie di grande finestra, con davanti una scrivania con un computer con due monitor, il primo che riprendeva la stanza e il secondo aperto su un qualche programma per scrivere, e delle cuffie. Mi sedetti al tavolo e misi le cuffie. 
P(Poliziotto): «Signori, è arrivato il ragazzo» disse, affacciandosi sulla stanza. 
Il sospettato entrò. Mi sorpresi: non pensavo che fosse così piccolo.. 
Era alto sul metro e 70 credo, a giudicare dai vestiti che gli stavano enormi e che anche da seduto Francesco era più quasi più alto di lui. Il viso da ragazzino era spruzzato di una fitta foresta di lentiggini sparse sul naso e sulle guance, aveva gli occhi di un grigio molto scuro, leggermente tendente al castano ma che alla penombra della stanza poteva sembrare nero; i suoi capelli erano castani scuro, leggermente scompigliati e portava gli occhiali. 
N & F: «Buongiorno ragazzo»
?: «
B-buongiorno..» disse leggermente spaventato.
N: «Siediti pure»
?: «
I-io gliel'ho già detto.. non c'entro nulla con il caso Conti!»
N: «
Per noi non è lo stesso. Siediti»
Il ragazzino obbedì.
F: «Scusa se te lo chiedo.. ma come ti chiami?»
?: «
G-Giorgio Rossi, s-signore..»
F: «
Bene Giorgio, allora. Se non ti dispiace vorremmo farti qualche domanda»
G(Giorgio): «
Non sono stato io. Glielo giuro» disse in tono fermo.
Lo guardai. Non era uno di quelli di cui si poteva sospettare. Giorgio sembrava ancora il ragazzino di 15/16 anni del 2020..
N: «Non serve che ce lo giura. Noi già sappiamo chi è il colpevole. E non serve a nulla che ti ribelli. In prigione ci finisci lo stesso. Quindi risparmia fiato per rispondere. Iniziamo da informazioni basilari: dove e quando sei nato?»
G: «
Il 23 ottobre 2004, a Castelbuono, è un comune tra Palermo e Messina»
F: «Quindi hai 17 anni»
G: «
Sì, ne faccio 18 quest'anno»
N: «
Da quanto vivi qui a Roma?»
G: «
Ehm.. da più di 14 anni.. mi pare»
N: «
E vivi qui con i tuoi genitori?»
G: «
No. Con i miei zii. I miei sono morti quando mi sono trasferito»
N: «
Mm.. e dimmi, dove abiti?»
G: «
So che sarà un motivo di farmi diventare ancora più sospetto.. in Via del Corso 9, io e Francesca andavamo alle elementari insieme. È per questo che ho conosciuto sua madre..»
Iniziai a scrivere le cose più importanti. Non credevo che quel ragazzo fosse colpevole. Ho studiato e ho una laurea in psicologia, credo di sapere che, a meno che non sia fuori di testa, un quindicenne non riuscirebbe mai ad ammazzare senza confidarlo a nessuno..

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