2. Solo una settimana

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Why is so hard to silence this attraction?
To separate sex and emotion.
-Karma, Mahmood ft.Woodkid

Alessandro sente un brivido corrergli lungo tutta la schiena; lo sguardo di Riccardo non si distoglie nemmeno per un attimo dalla sua bocca, nemmeno quando domanda avendo paura della risposta:«Davvero posso baciarti?»
E lui, che ha capito di aver detto una stronzata, adesso non ce la fa a fare ammenda, a tirarsi indietro quelle parole e a buttare giù una scusa qualsiasi, anche la più banale, purché Riccardo non faccia ciò che gli ha detto di fare.
«Ormai dovresti aver capito che mi faccio mille pare e che se aspetti ancora, potrei tirarmi indietro.»
Riccardo sorride, avvicina il suo volto a quello di Alessandro che invece se ne sta immobile. Ti ho concesso di baciarmi, adesso tocca a te decidere cosa fare.
E Riccardo lo bacia. Posa le sue labbra sottili, sulla bocca calda, carnosa dell'uomo, ne sente il sapore e capisce subito che se lo porterà dietro per sempre. Sembra una carezza tenera, un balsamo su una ferita che brucia da troppo tempo.
Si passa la lingua sul labbro inferiore, cercando di raccogliere quella parte di Alessandro che gli è rimasta addosso.
«Beh, non baci così male.»
Alessandro ci scherza su, nel tentativo di nascondere quel maremoto che sente scombussolarlo da dentro, fin nelle viscere.
«Scemo» dice ridendo, poi non gli dà il tempo di dire altro, né di scappare e lo spinge al muro, non con forza ma con una dolcezza che sente venire fuori da ogni particella del suo corpo, e lo bacia. Di nuovo. Stavolta gli accarezza l'addome da sopra la felpa, mentre cerca la sua lingua che Alessandro non gli sa negare.
«Riccardo...» lo richiama, ma non c'è rimprovero nella voce, soltanto un tentativo di avvertimento.
«Ale, ti prego. Solo questa settimana.»
Rimescola i pensieri nel cervello, ci ragiona, ma davvero non capisce. Pensi che godersi una settimana, fingendo ciò che non è, ti renda felice per sempre? Una settimana finisce Riccardo, non sembra ma finisce. E il prezzo poi devi pagarlo per un tempo troppo più lungo, del tutto squilibrato ed iniquo rispetto a quanto hai potuto usufruire.

A Riccardo il dopo non interessa, perché sa che arriverebbe comunque e allora tanto vale pensarci quando è già arrivato.
«Non voglio rovinare la nostra amicizia.»
«Non accadrà. Ale, lo so che dopo non ci sarà niente tra di noi e lo accetterò, non ti rinfacceró niente. Ma ti desidero troppo, per accettare di non averti mai nella mia vita, non come ti voglio io. Sono mesi che ci combatto e non mi è mai passata...»
La voce gli si spezza, impedendogli di continuare, perché sì, cazzo sono mesi che l'unica cosa che vuole e potergli dormire addosso anche una sola maledetta notte, anche se non lo sa, se poi effettivamente una notte basti davvero.
E a me non ci pensi? glielo vorrebbe urlare Alessandro. Non pensi che potrei uscirne del tutto a pezzi, perché se alla fine della fiera per te è un gioco che dimenticherai presto, io ho una memoria che ingabbia anche i granelli di sabbia?
Non me le so dimenticare le cose.
E sente il soffitto crollargli addosso, quando Riccardo gli accarezza una guancia e poi gli lascia un bacio lì, dove prima si erano poggiate le sue dita.
«Ci faremo male.»
Ci faremo male in ogni caso, vorrebbe ribattere Riccardo, ma alla fine sceglie la strada del silenzio; posa la testa nell'incavo del suo collo, gli prende le braccia e se le mette intorno alla vita.
«Dammi il tempo di pensarci» dice alla fine. Che poi significa: dammi il tempo di capire fino a che punto voglio farmi male; perché Alessandro non lo ha mai ammesso a voce alta -e forse mai nemmeno nel silenzio della sua mente- ma Riccardo gli è tutto tranne che indifferente. E ci pensa, vorrebbe saper ricondurre tutto ad una scopata e lasciare le conseguenze alla volontà del fato, ma proprio non ce la fa; ci si scontra con questo desiderio feroce.
«Non ne abbiamo tempo» biascica Riccardo, e sente gli occhi inumidirsi perché tra tutte le verità, questa è l'unica che non vorrebbe pronunciare.
«Non puoi fare semplicemente quello che ti senti di fare?»
«E cosa ti fa essere sicuro che io voglia fare sesso con te e che mi stia solo frenando?»
Riccardo reclina la testa e lo guarda, gli occhi gli brillano, perché sa perfettamente cosa prova Alessandro.
«Se non volessi, mi avresti mandato a fanculo da un pezzo Ale. Invece sei qui, mi hai baciato e poi cazzo, la sento questa attrazione tra di noi. Non puoi negarlo.»
Quella di Alessandro è stata solo una domanda retorica, perché è consapevole che non riesce a dissimulare il desiderio che gli brucia fin dentro lo stomaco -l'inquietudine, invece?
Chiude gli occhi per un momento, sente la mano di Riccardo accarezzargli il viso e avverte il desiderio di piangere; l'altro se ne accorge, gli lascia una serie di baci sulle palpebre.
«Lo so che mi vuoi, proprio come io voglio te... Ti prego dimmelo Alessandro, ne ho bisogno.»
Il suo respiro diventa affannato, come se avesse corso per chilometri in un deserto arido, e quando riapre gli occhi, puntando il suo sguardo in quello del ragazzo, crolla.
«Cazzo se ti voglio Richi...mi stai facendo uscire fuori di testa.»
Questa volta è Alessandro a baciarlo, gli prende il labbro inferiore tra i denti e stringe-voglio farti male se serve- mentre Riccardo mugugna e si tiene ai suoi fianchi, come se dovesse precipitare da un momento all'altro.
Poi sente la vibrazione del cellulare nella sua tasca rompere quella bolla di passione in cui si era concesso per un momento di rinchiudersi, e Alessandro percepisce chiaramente il sollievo e il fastidio prendersi a pugni dentro il suo corpo: ed è una lotta in cui a secondi alterni, sono entrambi vincitori.

L' ultimo minuto -mahmood e blancoWhere stories live. Discover now