20. RIFIORIRE (INSIEME).

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Véronique teneva la sigaretta in mezzo alle labbra. Proprio al centro, sotto l'arco di cupido. Lasciava sempre un alone di rossetto su di essa, la consumava tutta e poi la abbandonava nel posacenere rosa che teneva sul tavolino nel terrazzo.

Sembrava proprio il personaggio di un film, uno di quelli che non sai mai cosa pensa, non capisci mai cosa fa quando è fuori dall'inquadratura. Forse le piaceva quell'immagine di se stessa, o forse lo faceva involontariamente. Comunque a Taehyung sembrava di conoscere tutto e niente di lei. Chissà cosa pensava dietro quel viso pallido e quegli occhi immensi. Chissà cosa faceva quando Taehyung sollevava la testa dal suo grembo e se ne tornava a casa nelle sue converse rosse da ragazzino.

Chissà se lo vedeva anche lei come un ragazzino, dall'alto dei suoi ventisette anni, chissà sei i suoi occhi si riempivano di pena quando lo guardavano piangere un'altra volta.

Taehyung a volte si sentiva così. Un ragazzino, intendo.

Un ragazzino che non conosceva nulla. E Véronique sembrava conoscere tutto.

«Ho scritto, in questi giorni» Taehyung esordì, gli occhi puntati sul cielo vuoto e buio.

Véronique fece un suono con la bocca chiusa, prima di prendere la sigaretta con le dita e buttare fuori il fumo. «Taehyung Kim! Quando mi delizierai con uno dei tuoi romanzi?» disse.

Taehyung inclinò la testa, osservando il viso di Véronique illuminato dalla luce giallognola di una candela. Fece spallucce, disse poi: «Non penso di aver mai scritto qualcosa di così buono da poter essere pubblicato» E di questo era sicuro.

«Non ci credo. Più lo rileggi e più ti sembra che non valga nulla. Hai bisogno di occhi nuovi, di menti nuove e fresche che possano dirti se qualcun altro potrebbe desiderare di leggere un tuo scritto» rispose Véronique.

«Chi vorrebbe leggere di angoscia, di struggimento, di personaggi disadattati e pieni di rimorso?» chiese Taehyung, retoricamente.

«L'Uomo scrive di cose del genere da sempre. Può sembrare strano, ma a volte leggere questo tipo di libri può aiutare qualcuno. Magari rivedersi in una situazione e analizzarla da un altro punto di vista...mh? Ma dipende tutto da te. Se tu vuoi pubblicare davvero quei libri, allora troverai il modo. O se vuoi tenerli per te, sai che va bene lo stesso» E Véronique aveva sempre ragione.

Taehyung si girò nuovamente a guardare il vuoto del cielo. Voleva svuotarsi e riempirlo di colori e di stelle, tutte quelle supernove che illuminavano il suo cuore da quando aveva visto Yoongi dall'altra parte della strada, in attesa di essere visto.

«Ho scritto cose più felici. Nei miei ultimi scritti c'è un po' di speranza. Penso che non si deve per forza dare un bel finale ad un personaggio solo perché se lo merita, perché non è così che funziona la vita. Ma un po' di speranza, qualcosa di buono... perché è così che mi sento ultimamente, come se riuscissi a vivere un po' per la prima volta.

«Che non vuol dire necessariamente che io stia bene, ma mi sembra di guarire da qualcosa che prima pensavo non sarebbe mai andato via» Eccolo lì, si stava svuotando ed ora riusciva a vedersi nel cielo, come il riflesso su un lago illuminato dalla luna.

«Ah, Taehyung. Se sapessi come le tue parole sono ipnotizzanti. Purtroppo la speranza non ci può sottrarre al nostro destino, sempre se ne esiste uno, ma guarire anche se sappiamo a cosa andiamo incontro... questa è la parte più importante. E spero che tu ci possa riuscire, perché io non credo che ne avrò mai la forza. C'è troppa amarezza in me» disse Véronique.

Taehyung non sapeva cosa dire, così decise di stare zitto.

E Véronique continuò: «Ma sono felice che ci sia tu, vedere un po' di luce in te mi rende più dolce».

Parafrasi del DoloreWhere stories live. Discover now