Capitolo 1: L'ora, non il tempo.

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I capelli rosa le scendevano dal viso adagiandosi perfettamente ai suoi lineamenti, Marcus, come ogni mattina, la svegliava con un bacio, nonostante mancassero più di 25 minuti. Le chiese cosa volesse per colazione, lei non rispose, sapeva che ormai non c'era più bisogno neanche della parola con lui.

Cassandra era così, non era certo una tipica ragazza. Nonostante la sua giovane età, era riconosciuta da tutti come l'investigatrice privata migliore della nazione. I suoi contributi nei casi di spicco, anche a livello mediatico, avevano decisamente contribuito alla sua fama. Non aveva mai smesso di migliorarsi e nonostante l'enorme successo e lo stato monetario che ne aveva conseguito si era impegnata negli studi di ciò che l'aveva sempre appassionata. Giovanissima, a 20 anni aveva terminato gli studi in biologia conseguendo una laurea con la massima votazione possibile, ma non gli era bastato, decise quindi di tentare la strada della seconda laurea, semplicemente perché era ciò che la faceva stare bene.

L'ultimo caso che aveva affrontato Cassandra si era rivelato tremendamente pesante per la sua salute. Lo ricordava bene. Il 13 settembre dell'anno precedente, in piena notte, ricevette una chiamata da James, studente universitario ventitreenne che la cercava per via della sparizione del nonno. Egli era affetto da Alzheimer, non era insolito che la progressiva perdita di memoria portasse tali persone a perdersi, ma stavolta era diverso. James era preoccupato perché il nonno era scomparso da più di 72 ore. Inoltre, nella casa del nonno la sorella di James aveva trovato un biglietto, con una calligrafia apparentemente sconosciuta, con scritto: "l'ora, non il tempo". Nel suo percorso di studi in biologia, Cassandra aveva studiato alcuni processi cerebrali, sapeva che il decorso dell'Alzheimer poteva modificare anche la scrittura della persona che ne era affetta, penso che questo spiegasse le perplessità della nipote. Dopo averci pensato per qualche ora, come era solita fare, richiamo James per dirgli che non avrebbe preso in considerazione quel caso. Perché mai avrebbe dovuto? Un anziano malato si è perso, come spesso capita, prima o poi tornerà, con o senza l'aiuto della polizia, penso cinicamente tra sé e sé.

Cassandra si svegliò, aveva sognato il bacio di Marcus. Lui era partito da più di un mese per inseguire il suo sogno. Le aveva promesso che sarebbe tornato in tempo per la sua laurea, ma quel giorno era arrivato e lui non era lì. Era in preda al panico, in uno dei giorni più belli della sua vita, per di più era in netto ritardo. Si alzò dal letto, prese un quadernino dal comodino, scrisse velocemente un appunto e si diresse verso la doccia, senza mangiare nulla. Cinque minuti dopo era già fuori. Avrebbe avuto del tempo per prendersela con più calma, il rumore della suoneria personalizzata per Marcus però le fece cambiare radicalmente idea. Prese il telefono e rispose alla videochiamata, vide lui in treno, e scoppio a piangere. Capì subito che sarebbe tornato da lei in giornata. Marcus confermò la sua idea, non sarebbe tornato per la sua laurea ma entro la fine della giornata. Per lei che ormai aveva smesso di crederci era più che un regalo perfetto. Si salutarono e Cassandra tornò a prepararsi, 15 minuti dopo era in macchina, pronta a partire.

James non si era mai arreso al rifiuto di Cassandra, sapeva che c'era qualcosa di strano nella vicenda del nonno. Due giorni dopo il rifiuto in chiamata, si presento a casa dell'investigatrice migliore della nazione per chiederle nuovamente di accettare il caso. Erano passate altre quarantotto ore e del nonno nessuno aveva ancora saputo nulla. Nonostante ore di insistenza con Cassandra, lei rifiutò nuovamente. Sapendo del lungo viaggio che aveva fatto James, lo invito a cena. Penso che anche se non aveva nessuna intenzione di prendere in considerazione quella vicenda banale, avrebbe potuto utilizzare quell'occasione per comprendere meglio perché al nipote qualcosa non tornava. Discussero tutta la sera, ma lui non la convinse. La decisione definitiva fu quella di rifiutare il caso. James, si rassegnò e torno a casa.

Aveva cinquantacinque minuti per arrivare in tempo all'università. Il navigatore stimava un tempo di 45 minuti per essere lì. Cassandra era abituata a tenere tutto sotto controllo, calcolava ogni variabile che potesse mandare in fumo i suoi piani. Nonostante questo era costantemente in ritardo. Decise che avrebbe corso con la macchina, perché non poteva rischiare che qualche imprevisto la facesse arrivare tardi. Il suo relatore era stato chiaro, doveva essere puntuale perché dovevano incontrarsi venti minuti prima della laurea. Mentre guidava ascoltava Mozart, i suoi studi in biologia le avevano confermato che la musica classica aiutasse la memoria, da allora ogni volta che doveva ricordarsi qualcosa nell'ora precedente ascoltava solo quella musica. Trovò parcheggio piuttosto facilmente, scese dalla macchina velocemente, dirigendosi verso le scalinate della sua università. Estrasse il telefono dalla tasca, mandò un messaggio al suo relatore chiedendogli dove si trovava in quel momento. Non rispose. La segreteria le venne in soccorso, dicendogli il luogo dove si trovava il professore. Era abituata a quell'atteggiamento di superiorità dei docenti, non c'era nulla di strano. Cassandra era contraria a tutto ciò, tuttavia dentro di se la sua fama da investigatrice la portava ad avere lo stesso atteggiamento di superiorità. Ci penso proprio in quel momento, ricordandosi di come aveva rifiutato la supplica di James. Entrò nell'aula tre, cosi come le aveva detto la segreteria, ma non c'era nessuno li. In attesa del professore, inizio ad osservare le strutture dell'università, maestose e storiche, la presenza di statue ottocentesche rendeva tutto più affascinante. Proprio in quel momento la colpì un dettaglio che non aveva mai notato. Cassandra osservò attentamente la crepa che si era creata nella "a" della scritta che giaceva sopra di lei. Pensò che avrebbero dovuto restaurare il dipartimento di fisica applicata, proprio in quel momento il suono di un messaggio proveniente dal suo telefono catturo l'attenzione. Rimase sconvolta leggendo ciò che c'era scritto, "l'ora, non il tempo". Presa dallo shock non si accorse subito da chi provenisse quel messaggio, poi lo notò, era il suo relatore, Lewis Nary.

L'uomo che non riusciva a smettere di pensareWhere stories live. Discover now