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Harry' s pov
Louis si avvicinó a noi e stropicció gli occhi, facendo sparire la smorfia che aveva appena fatto.
-"Non mi guardate così.-disse, col suo solito tono piatto e scocciato- Non aspettatevi un 'buongiorno' da parte mia. Harry, sai che non auguro mai cose impossibili. Potrei augurarvi, al massimo, di passare una giornata nella vostra media, ma, no, non buona. Non esistono buone giornate, esistono solo giornate e basta. Potrei augurarvi di non morire oggi, ma... é davvero un augurio? Quella é una condanna."
Mentre Henry cominciava ad essere spaventato, io avevo capito che Louis non fosse di buon umore. Era domenica, tutte le domeniche si sentiva così.
-"Louis smettila,-lo rimproverai- so che é domenica, quindi devi rompere con la tua solita crisi esistenziale, ma sei pregato di non trascinarci dentro anche Henry!"
-"No, Harry. Henry é esattamente come noi. Siamo di passaggio, non siamo per sempre. Questa giornata non ha senso, é una perdita di tempo. Eh..- sbuffó- come se stando a casa dal lavoro un giorno alla settimana ci si potesse liberare di tutta la noia e la tristezza accumulate in sei giorni lavorativi! É un capro espiatorio, capisci? Henry- purtroppo, si rivolse direttamente a lui- Il governo ti dà sta cazzo di giornata in cui non sai mai che cazzo fare, per poi dirti 'ecco, ora devi lavorare meglio! Non oserai dire di non esserti riposato!'. La verità é che la gente progetta cosa fare la domenica per tutti i sei giorni che la precedono, e quando ci arriva, o ha degli imprevisti e non fa niente, o pensa solo al lunedì. La domenica andrebbe abolita, é una fottuta giornata di merda!"
Mi alzai ed andai da Louis.
-"Basta, davvero.- Lo zittii, serrandogli le labbra con un dito. Mi avvicinai a lui, toccandolo su un fianco e facendo un piccolo sorrisino- Buongiorno, piccolo." Gli sussurrai in un orecchio.
-"Mi stai provocando?" Chiese, abbastanza incazzato.
-"Cosa mi fai se ti arrabbi?" Gli chiesi.
-"Ti fotto."
-"E cosa stai aspettando?" Gli chiesi, ancora.
Si giró verso Henry, guardandolo.
-"Posso farlo, Henry?" Gli chiese.
Henry, guardando da tutte le parti tranne che nella direzione di Louis, rispose: -"Direi di sì.. ma perché me lo chiedi?"
-"Perché potremmo darti fastidio..non lo so.."
-"No, fatelo. Ma.. posso rimanere qui?"
-"Sì. Fa' quello che vuoi. Facci quello che vuoi." Gli disse Louis.
Annuii anch'io.
Louis si mise a sedere di fianco ad Henry ed io mi misi seduto sopra di lui. Dopo un po' mi alzò i fianchi ed entrò in me.
-"Muoviti Harry." Ordinó.
Cominciai a muovermi, ansimando leggermente. Henry, intanto, sembrava piuttosto imbarazzato e mi pentii di averlo lasciato lì. Dovetti ricredermi quando si girò verso di noi e ci sorrise. Aumentai il ritmo finché Louis non venne dentro di me, gemendo e facendomi venire a mia volta. Henry ci guardó per un po', si avvicinó e passó una mano tra i capelli prima di Louis, poi tra i miei. Ci sorrise di nuovo e disse, un po' imbarazzato: -"Siete carini ma.. uhm..- abbassó lo sguardo verso le sue gambe- mi avete.. fatto.. io.. scusatemi."
Guardai anch'io e sorrisi, notando che fosse eccitato.
"Non sei scusato." Disse Louis, facendo un sorrisino malizioso. Poi mi prese una mano e la portò sull'erezione di Henry. Mi accompagnó la mano, facendola scorrere su tutta la lunghezza a ritmo regolare. Henry iniziò ad ansimare e quando lo sentii gemere un 'più veloce' aumentai il ritmo, fino a farlo venire nella mia mano ed in quella di Louis, rilasciando un gemito più forte.
Dopo essermi alzato ed aver sorriso ad Henry, Louis si sporse verso di lui e lo bació con prepotenza, prendendolo per i fianchi e mettendoselo sulle gambe. Forse avrei dovuto dirgli di essere più delicato, ma a giudicare dai movimenti di Henry, gli doveva star piacendo. Andai in cucina, per guardare l'ora. Erano le otto, circa.
-"Volete che vi prepari la colazione? - chiesi- Dory a che ora si sveglia, di solito?"
-"Non lo so...-disse Henry- presto.. é strano che non si sia già alzata."
-"Ok, la vado a svegliare? Magari.. provo a vedere se é sveglia." Dissi, ma, nel mentre in cui lo dicevo, la sentii scendere le scale.
Nonostante Henry e Louis avessero ripreso a baciarsi, Dory sorrise. Se il fidanzato di una sua amica avesse fatto una cosa del genere, scommetto che lei, prima, gli avrebbe tirato qualcosa, facendo una scenata di gelosia, poi, lo avrebbe cacciato di casa. Dory non era gelosa. Tuttavia, mi ero ripromesso di non dare niente per scontato. Henry aveva detto che Dory non fosse per niente attratta da lui, ma io non avevo prove concrete, quindi ero alla ricerca di fatti che anche io potessi verificare. Dory, non era gelosa, quindi..un punto per Henry. Poi, peró, mi venne in mente che neanche io e Louis eravamo gelosi l'uno dell'altro, eppure ci amavamo. Ok, Henry torna a zero.
Vidi Dory avvicinarsi a Louis ed Henry. Appena se ne accorsero, smisero subito.
-"Buongiorno." Gli disse lei, sorridendo.
Louis fece una faccia schifata ed aprì la bocca per ripetere il discorso della domenica, ma per fortuna Henry capí quello che stava per fare e gli mise una mano davanti alla bocca.
-"Buongiorno Dory. Anche da parte di Louis." Rispose Henry, sorridendole. Louis, invece, guardó male Henry, e, appena tolse la mano, disse: -"Mi vuoi fare arrabbiare? Hai visto cos'ho fatto ad Harry? Vuoi che lo faccia anche a te?"
Henry gli sorrise.
Dory li guardava divertita.
-"Adesso scherzate anche? Te l' avevo detto, Henry. Sono molto meglio dei miei soliti amici."
Lui annuì, e lei passó una mano tra i capelli di Louis. Non di Henry.
E se lei avesse capito che per piacere ad Henry non si doveva provarci con lui, e non lo faceva perché temeva che lui se ne andasse? Aveva senso anche cosí. Quei due, comunque, fidanzati o amici che fossero, non riuscivano davvero a comunicare.
Chiamai tutti, visto che la colazione era pronta. O meglio, il caffé ed il thé erano pronti. Grazie ad Henry sapevo che Dory avrebbe bevuto il thé.
Mangiammo in silenzio, poi Dory iniziò a chiedere a proposito del programma della giornata.
-"Che facciamo?-inizió lei- Harry, Louis... ci sfrattate?"
-"Se rimanete nudi, no." Rispose Louis, provocando una risata generale.
-"Sta scherzando. Se volete rimanere potremmo fare qualcosa insieme." Gli dissi io.
-"Va bene. Cosa proponete?"
-"Facciamo un giro?"
-"Sì. La tua macchina é omologata per quattro?" Chiese Henry.
-"Sì." Gli risposi.
Sembró pensarci un attimo, poi, roteando gli occhi, disse: -"Possiamo usare la nostra?"
-"Certo..."Gli dissi, perplesso.
-"Bene." Mi sorrise.
Una volta finito di mangiare, andammo in bagno a turno. Non avevo messo in conto tutta sta gente ed il mio boiler non era infinito, quindi cercai di dirglielo.
-"Ecco... non usate l'acqua troppo calda... e cercate di usarne poca, altrimenti mi sa che non ce ne sia per tutti." Quando glielo dissi, mi risero in faccia. Tutti. Scoprii che nessuno di loro faceva la doccia calda. Nessuno usava l'acqua calda! Dory la faceva ghiacciata, ed aveva abituato Henry a farla così anche lui. Louis...bhé Louis lo sapevo giá, ecco perché non avevo mai avuto l'ardire di farla con lui. L'unico a farla calda fui io, e mi fecero anche sentire in colpa per 'aver sprecato energia' per scaldare acqua.
Dory sosteneva che l'acqua fredda facesse bene. 'Brucia calorie, senza far niente' e 'ti sveglia in fretta'. Ma non siamo nei marines, le risposi. Lei disse che si deve sempre essere pronti a tutto, e che non ci si deve mai abituare troppo alle comodità. Quella frase mi sapeva molto 'da Louis'. Quando finimmo, mi ricordai dei boxer di Henry. Gliene feci provare un paio miei ed uno di Louis, con la promessa che saremmo andati a comprarne un paio per lui il giorno stesso. Quelli gialli, a parte il colore, erano assolutamente sbagliati. Ci raccontó che una volta Dory giene prese un paio con le tartarughe ninja, che erano in offerta, perché, svelato l'arcano, Dory gli prendeva i primi boxer che trovava in offerta, non guardando né il colore, né la fantasia, né la taglia. Anzi, Dory si meraviglió quando le dissi che non fossero tutti taglia unica, come invece lei era convinta fossero. Non fu solo quella la cosa che scoprì, perché pensava che anche le mutande da donna fossero taglia unica! E chissà quante altre cose avrà comprato pensando che fossero taglia unica...
Una volta vestiti, Dory aprì la loro macchina, e scoprii cosa realmente amasse Henry. La loro Jeep 4x4 mimetica, di cui inizió ad illustrarci ogni singolo pezzo meccanico. La macchina era di Dory, ma lui se n'era 'innamorato', parole sue, sin dal primo momento in cui l' aveva vista, quando Dory lo passó a prendere per andare bere il famoso thé insieme. Lì capii che, probabilmente, la Jeep fosse il loro punto in comune piú forte. La adoravano entrambi. 'Un modello che non producono più', 'la più sicura della sua categoria'...da quanto avevo capito erano pronti, in via teorica e pratica, a partire per il deserto. Louis, intanto, guardava un po' schifato la macchina, quindi sperai che non facesse commenti cattivi. Mi sbagliavo. Appena saliti sui sedili, ne fece uno non troppo cattivo.
-"Qualcuno-disse- deve fare sesso qui, prima o poi. Quindi se volete potremmo inaugurarla..."
Ma, verso la fine del tragitto, visto che era già irritato dalla nostra meta, un centro commerciale, inizió uno dei suoi discorsi provocatori.
-"Che poi- inizió, sbuffando - a che serve prendere un modello o un altro di macchina? Non basta che vada avanti, indietro, giri a destra e a sinistra? Che differenza c'é tra una macchina bianca ed una nera? Davvero abbiamo bisogno di una macchina nera, e non di una bianca? Vi dico io chi ci ha convinti di averne bisogno: la pubblicitá, che é in mano ai burattini dei capitalisti. Ci convincono che non saremo nessuno se non avremo l'ultimo modello di cellulare, di tablet, di stereo, di macchina... e perfino di lavatrice! Io dico, cosa siamo Henry? Cosa siamo? Consumatori. Ci vedono come una massa di coglioni talmente tanto testa di cazzo da farsi sedurre dalle mode e dagli ultimi modelli. Harry ha una macchina bruttissima, eppure funziona. Svolge la sua funzione, a chi importa che non abbia l'aria condizionata, la radio e che abbia il cofano di un'altra macchina perché gliel'ho sfondato? Siamo tutti vittime del nostro fottuto stile di vita di cui ci lamentiamo sempre, ma non cambiamo neanche di una virgola."
Perfetto. Era riuscito a trovare un motivo per litigare anche con Henry, e l'aveva colpito dritto al cuore. Gli piacevano le auto? Perché non smontargli anche quello? Senza contare che il lavoro di Henry verteva proprio sul mercato automobilistico.
-"Louis... -Cominció Henry- a me piace questa macchina anche per le sue proprietá meccaniche, il materiale di cui é fatta... non solo perché é di un determinato colore. Su tutto il resto, peró, hai ragione."
-"Non stavo parlando di te, stavo facendo un discorso generale. Bravo, hai superato il test."Gli disse.
-"Quale test?"Chiede Henry.
-"Lo stesso che ho fatto a tutti gli amici di Dory che ho conosciuto."
-"Bhè... sono contento di essere passato." Gli sorrise.
Incredibile. Temevo che avrebbero litigato, invece Henry era riuscito a sopportare Louis.
-"Ok, parcheggio." Disse Dory, alla guida. Mi chiesi se Henry avesse mai potuto guidare quella macchina. Dory la adoravava esattamente quanto Henry, e dubito che gliela facesse guidare.
Parcheggió ed entrammo nella galleria. L'unica cosa che dovevamo fare era cercare dei vestiti per Henry. Dory stava giá per entrare nel supermercato, ma noi la fermammo.
-"No, andiamo in un negozio... basta mettergli la roba in sconto!" Le dissi.
Lei sembró pensarci un attimo, ma poi annuí. Henry mi sorrise. Credo non ne potesse più anche lui. Arrivammo davanti ad un negozio di intimo che mi sembrava abbastanza serio, quindi entrai, tirando Henry per un braccio. Dory, intanto ci seguiva, mentre Louis aveva puntato la commessa. Sapevo cosa volesse fare. L'unica volta che l'avevo portato a fare compere, si era messo a parlare con la commessa, mentre mi provavo alcune cose. A parte i suoi commenti espliciti, che non avevano turbato la commessa, le inizió a parlare della morte, della sua concezione pessimistica della vita e di tutte le sue teorie nichiliste. Inizialmente la commessa sembró interessata, ma man mano che Louis le distruggeva tutte le sue convinzioni, sembrava sempre piú disperata. Quando uscii dal camerino, lei stava singhiozzando rumorosamente. Non so come ci fosse riuscito, disse che le avesse fatto un 'counceling filosofico'. Temevo che la tizia fosse arrabbiata, ma, quando uscimmo, lo ringrazió. Ero esterrefatto, ma mi ripromisi che quella sarebbe stata la prima e l'ultima volta che avrei portato con me Louis.
Eppure, quel giorno era con noi. Lo lasciai fare, tanto la commessa si sarebbe resa conto della caducitá della vita comunque. Iniziai a cercare.
-"Henry... di che colore li vuoi? Non dirmi gialli fluo, ti prego."
-"Bianchi..?"
-"Sono noiosi..."
-"A fiori?"
-"Direi di no."
-"E allora come vuoi che li prenda?"
-"Neri no?"
-"Mi va bene qualsiasi colore e fantasia, ma ti prego, prendili della taglia giusta."
-"Ok.. ci provo, ma non ti andavano bene quelli che hai provato a casa...e quindi non..."
-"Va bene, ma non prenderli da bambino."
-"Bhé...quello é ovvio!"
-"Tu credi? Dory me ne ha comprati un paio con spiderman che, dopo aver fatto una gran fatica per metterli, appena mi sono mosso si sono strappati. Si é messa a ridere e mi ha detto che forse erano da bambino. Con spiderman, era ovvio che lo fossero, ma aveva preso i primi che aveva visto. Erano belli..peró."
-"Quindi ti piacciono colorati?"
-"Harry, come avrai notato, non mi vesto per niente colorato di solito, ma non mi dispiacerebbe cambiare... tanto non li vede nessuno, se non io e Dory."
-"Va bene. Allora.. per una volta, sceglili tu! Chiamami per la taglia."
Annuí ed inizió a girare per il negozio.
Dory, intanto, stava parlando con Louis e la commessa. Mi avvicinai per sentire di cosa stessero discutendo. Per fortuna Louis non aveva fatto danni, parlavano della taglia di Henry. Ok, forse non era comunque un buon argomento, ma almeno la commessa stava ridendo e non piangendo!
Dopo un po' Henry mi chiamó. Aveva in mano almeno una decina di boxer. Eh, questi indecisi cronici!, pensai. Mi avvicinai e li guardai. Erano tutti grigi, di tonalità e fantasie differenti.
-"E questo lo chiami colore?" Aggrottai le sopracciglia.
-"Bhè... non é bianco, non é nero...é una valida via di mezzo. Li vorrei verde scuro, o mimetici, ma non ne ho trovati."
-"Chiediamo..."
Andammo dalla commessa, che, dopo aver dato una lunga occhiata ad Henry, ce ne portó alcuni del colore richiesto. Henry s'illuminó appena ne vide un paio dello stesso colore della Jeep. Mimetici, a macchie verde scuro e verde acqua.
-"Questi. Deciso."
-"Bene, li prendiamo in due taglie, una, spero, ti andrá bene.. l'altro lo prendiamo noi."
La commessa, gli guardó il cavallo dei pantaloni, sbuffando.
-"Faccia aderire i pantaloni meglio, per favore" Disse, sbuffando ancora.
Henry lo fece, e lei ci diede un solo boxer, dicendo che fosse quello giusto. Rimanemmo tutti perplessi, ma poi pagammo ed uscimmo.
-"Se ci ha beccato, torneró indietro e la ringrazieró." Disse Henry ridendo, e facendo ridere anche noi.
-"Dove andiamo?" Chiese Dory.
-"In quel...- Henry indicó un negozio di elettrodomestici- negozio?"
-"Perché lí?"
-"Io... a me piace confrontare i prezzi degli elettrodomestici. So che forse é da pazzi, se non si deve comprare niente, ma, come dice Louis, siamo consumatori. Se dobbiamo esserlo....siamolo in maniera consapevole!"
Louis sogghignó, e colse subito l'occasione per fare una delle sue invettive. Poi, quando passammo davanti ai cellulari, tiró fuori la storia del problema dell'incomunicabilitá. Se a parole, guardandoci in faccia, non riusciamo a dirci quello che pensiamo, secondo voi ci si puó capire da km di distanza? Ovviamente per lui la rìsposta é un secco 'no'.
Passeggiando e parlando, arrivó l' ora di pranzo.
-"Dove mangiamo?" Chiese Dory.
Noi dicemmo che andasse bene tutto, quindi scelse lei.
Andammo in risorante del centro commerciale.
Dopo la prima portata, ci sentivamo già abbastanza pieni, ma Dory e la sua dieta per incrementare la massa muscolare non erano per niente sazie. Prese una bistecca che pure Fred dei Flintstones se la sarebbe finita a fatica, ma lei la mangió tutta, sotto lo sguardo schifato di Louis, che, peró , si trattenne dal farle i 'ringraziamenti dell'animale che aveva raggiunto il proprio destino', ovvero finire mangiato. Siamo predatori e prede, ma Louis era vegetariano convinto. Non mangiava né carne né pesce, e criticava apertamente qualsiasi tipo di allevamento. Io... lo ero quasi diventato, vista la sua insistenza, che mi faceva perdere l'appetito.
Quando finimmo, decidemmo di fare ancora un giro per i negozi, e comprammo dei nuovi jeans per Henry, dato che i suoi avevano ormai una decina di anni. Ah, e ne aveva un paio solo. Le alternative erano quei nerdissimi pantaloni in fustagno dai colori improbabili, che Dory ci aveva descritto. Lo capimmo dall'esempio che avevamo davanti: i pantaloni che indossava in quel momento erano... pezzi di stoffa troppo corti che lo coprivano, niente di più. I jeans che eravamo riusciti a fargli comprare erano molto semplici, ma gli stavano davvero bene. Il problema - o fortuna?- che aveva Henry era di star bene con tutto. Non gli stavano male neanche i suoi vestiti abituali, figuriamoci quelli della taglia giusta. Si prevedeva una nuova fila di gente dietro ad Henry, ma le paure si superano ed anche lui avrebbe potuto farlo. Forse avremmo potuto insegnargli anche ad apprezzare di piú sè stesso. Chi ha detto che la palestra alza l'autostima? Non aveva ancora incontrato Henry.
Fu proprio in linea con le mie speranze che gli si alzasse l'autostima, che Louis, con la gentilezza che lo contraddistingueva, appena Henry uscì dal camerino con i jeans, gli si avvicinó e, sotto gli occhi esterrefatti delle commesse, gli palpò il culo, prima, lo giró e gli toccó anche il davanti, poi. Commentando cosí: -"Hai un culo favoloso, mi dici perché lo copri?"
E, dopo averlo girato: -"Qui sei anche messo meglio, per quanto sia possibile."
Tolse la mano, ed Henry gli sorrise, arrossendo un po'. Fu in quel momento che capii di dover dire a Louis quello che Henry mi aveva raccontato il prima possibile.

Dory riportó a casa me e Louis.
Li salutammo e Dory sfrecció via. Per partire dava sempre una quantitá di gas spropositata, perché le piaceva cosí. Ai passeggeri, posso testimoniarlo, non piaceva per niente.

Never be complete || LarryWhere stories live. Discover now