Capitolo 18 "Eve... ho bisogno che resti con me"

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Il colpo sordo della pistola la spaventò, non era la prima volta che sparava ma non credeva che sarebbe mai arrivata a tanto. Evelyn era spaventata da quello che aveva fatto, nonostante sapesse che era stata costretta per salvare Quattro. 

Quel suono indicava che aveva effettivamente colpito il padre. Nonostante tutto quello che le aveva fatto negli anni, nonostante quello che stava facendo contribuendo al pieno degli eruditi, Evelyn mai avrebbe immaginato di sparargli.

Sperava che con la sua scelta della fazione degli intrepidi le loro strade si sarebbero separate, e basta. Probabilmente gli avrebbe portato rancore per sempre, ma non avendolo più nella sua vita avrebbe imparato a convivere con quel sentimento.

Non si immaginava questo finale per il loro rapporto, non si immaginava di essere costretta a sparargli e vederlo sanguinare davanti a lei, ma soprattutto non credeva che si sarebbe mai sentita in colpa nei suoi confronti... ma ora non riusciva a respirare per il nodo che aveva in gola.

Da quel momento fu come se il tempo andasse al rallentatore, l'uomo cadde sulle sue ginocchia toccandosi l'addome insanguinato. Si osservava attentamente, si stava guardando morire. Si voltò verso la figlia che con forza si mordeva il labbro mentre abbassava la pistola.

Era come se tutti fossero rimasti sconvolti dalla scena, i soldati che tenevano Quattro allentarono la presa ed il ragazzo se ne approfittò. Con pochi colpi veloci li mise al tappeto, guardò ancora il corpo dell'uomo e poi Evelyn terrorizzata davanti a lui.

Lei non si sentiva più parte della missione, non pensava più agli abneganti o agli intrepidi. Per qualche secondo pensò solo che aveva una pistola fra le mani e che con questa aveva colpito il padre.

Quattro le tolse l'arma dalle mani e le accarezzò il volto, il contatto la portò a guardarlo negli occhi.

"Eve... ho bisogno che resti con me, resta lucida con me ancora per un pò... okay?"

Tremando cercò di annuire e si portò nervosamente i capelli all'indietro. Si rese conto che erano ancora in pericolo e che più di tutti i suoi amici e la fazione degli abneganti non erano al sicuro.

Si riscosse e si voltò verso Jeanine che era rimasta immobile ad osservare la scena, anche la donna si dette uno scossone e si voltò verso i monitor per controllare gli intrepidi. Dagli schermi si poteva vedere che l'esercito aveva messo in ginocchio ogni membro degli abneganti: uomini, donne e persino bambini. Stavano tutti per essere uccisi.

Quattro vide altre guardie entrare dalla porta, raccolse un'arma trovata sul pavimento per difendersi

"Fermala, ti copro"

Disse ad Evelyn prima di cominciare a sparare e bloccare meglio che poteva chi gli si avvicinava.

Evelyn prese un coltello, lo naciò contro la donna e  riuscì a piantarlo nella sua mano mentre lavorava sui monitor, le si avvicinò e la prese per i capelli per farla voltare nella sua direzione mentre questa si lamentava per il dolore. 

"Ferma tutto!"

Evelyn si sentiva come un fuoco dentro, era inarrestabile. Aveva appena sparato al padre ed ingoiato tutto come se non fosse mai successo. Lo aveva fatto solo perchè sapeva che in quel momento, in quella situazione c'erano in gioco moltissime vite. Era tutto nelle loro mani, nelle mani di chi aveva deciso di ribellarsi. Erano arrivati fino a quel punto facendo grandi sacrifici tutti quanti, ma ora dovevano fermare l'operazione.

"No... Non sei l'unica che morirebbe per quello in cui crede sai..."

Il suo sguardo era pieno di rabbia, verso quelle persone che da tutta la vita le dicevano che cosa avrebbe dovuto fare e come sarebbe dovuta essere. Adesso quelle stesse persone avevano messo in ginocchio un'intera fazione e ne stavano manipolando un'altra per renderli degli assassini incoscienti. Erano tutti vittime innocenti di quel sistema, ed Evelyn non poteva permetterlo.

In me c'è una parte di ogni fazione - DivergentWhere stories live. Discover now