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Nevaeh
Sono viva e sono fuori da quel posto. Continuo a ripeteremelo da giorni mentre sistemo le scatole di cartone che servono per il trasloco. Già, avrei lasciato quell'appartamento e me ne sarei andata a vivere in un posto più tranquillo.
I guns mi avevano proposto di stare da loro ma dati i recenti sviluppi e quello che mi era stato riferito su di loro da jeremy ho preferito rifiutare per farli stare al sicuro.
Alzo lo sguardo l'orologio segna le dieci passate. Sono in ritardo.
Metto le scarpe ed esco scendendo di corsa le scale e mi dirigo a lavoro. Stranamente ci sta davvero poca gente, sento solo il rumore dei bicchieri di vetro e qualcuno che parla.
Dorothy mi si avvicina
-nevaeh cos'è successo l'altra sera?- mi afferra un braccio ma io terrorizzata le faccio mollare la presa.
-n..niente.- cerco di riprendermi e vado in camerino.
Da quando era successo il tutto non riuscivo a farmi sfiorare da nessuno. Avevo preso le distanze da duff nonostante continuassi a parlare tranquillamente con lui, insomma continuavamo a punzecchiarci ma purtroppo avevo i segni di quello che avevo passato, alcuni erano anche visibili.
Mi siedo davanti allo specchio la testa tra le mani e vorrei fermare il flusso dei pensieri che mi sta travolgendo. Non riesco a non pensare alle mani di jeremy ogni volta a quanto mi abbiano drogata in quei giorni e soprattutto non riesco a non scordare le violenze subite. Lì per lì infatti non ricordavo se si fossero approfittati di me ma quando la mia mente ricominciò a ragionare capii che loro mi avevano usato quasi come se fossi una bambola gonfiabile, di quelle che si vendono ai sexy shop, e non un essere umano.
Tiro un pugno contro lo specchio e urlo per sfogarmi. Devo far uscire tutto quel dolore in qualche modo.
Finalmente dorothy mi tira fuori dal camerino ricordandomi che devo andare ad isibirmi.
Sgattaiolo fuori e vado sul palco. L'entusiasmo non era lo stesso ma agli uomini presenti non importava come mi sentissi ma solo che muovessi il mio sedere.

Duff
L'idea non era stata la mia ma di steven che aveva tanto insistito ad organizzare qualcosa per il compleanno di Nevaeh. Io ero solo felice di vederla. Dal giorno in cui eravamo riusciti a salvarla non avevamo parlato tanto ma avevo deciso di lasciare i suoi spazi. Non sapevo neanche come stesse e questa cosa mi dava fastidio.
-certo steven sei proprio intelligente arriviamo davanti alla porta di casa sua ma non hai le chiavi.- sbotta axl riportandomi con la mente davanti alla porta di naveah che steven e izzy stavano provando a forzare.
Il rosso tiene una scatola con dentro un sacco di bottiglie, alcune già aperte, mentre io e slash ci eravamo preoccupati di portare qualche chitarra e un po' di droghe leggere.
Steven alza gli occhi al cielo ed insieme e izzy riescono a far scattare la serratura permettendoci di entrare.
Posiamo tutto davanti all'ingresso.
-ecco fatto- esclama il batterista a braccia aperte contento del suo operato.
Gli passo accanto e gli poso una mano sulla spalla per ringraziarlo.
Mi guardo intorno.
Non avevo mai visto la casa di nevaeh era la prima volta che ci mettevo effettivamente piede, riconoscevo solo il salotto e ricordo la nostra prima uscita la volta in cui l'abbiamo fatto il suo respiro, i nostri corpi insieme la voglia di stare di nuovo dentro di lei mi avvolge. La rivoglio.
-allora togliamo questi scatoloni e tu slash chiama qualcuno trova degli amplificatore o uno stereo mettiamo un po' di musica, questa festa non deve essere un mortorio.- izzy sembra un organizzatore di eventi, infondo molte volte era lui che si metteva d'impegno a trovarci qualche bella serata e ci riusciva sempre.
Prendo uno degli scatoloni e lo porto dentro la stanza della ragazza oramai quasi del tutto spoglia apparte il letto. Slash mi segue, posa lo scatolone a terra e afferra un paio di Slip neri da terra portandoli attorno al proprio indice così da farli girare un po intorno ad esso.
-wow provocante quella ragazza.- ride
Axl arriva subito dentro la stanza afferra gli slip e si unisce alla sua risata.
- beato chi la vede con questi addosso.- mi guarda e sorride io scuoto la testa
-tu li ricordi?- continua
-veramente quando l'abbiamo fatto non ho prestato molta attenzione a quello che aveva addosso.- mi accendo una sigaretta e alzo le spalle, poi esco dalla stanza.
Odiavo pensare che axl stesse con quelle mutandine in mano, magari se le sarebbe portate pure a casa conoscendolo.
-serve altro?- chiedo a steven e izzy che sono intenti a sistemare le bottiglie di alcol.
-no duff, non preoccuparti.- mi risponde il chitarrista
- a breve dovrebbero arrivare gli altri.- slash entra nel salotto e ci guarda poi si gira verso la porta appena sente dei passi salire su per le scale. Non è nevaeh perché appartenevano a troppe persone
-quanta gente hai invitato slash?- chiedo inarcando un sopracciglio
-solo l'indispensabile e qualche ragazza.- dice e apre la porta lasciando entrare gli invitati. Mi alzo dal divano e vado a salutare tutti quelli che conosco.
-tra poco arriva.- ci avverte izzy intento a guardare l'orologio.
Effettivamente nevaeh doveva aver già staccato da un bel po quindi a breve sarebbe stata la. Mi passai le mani sui pantaloni in pelle per togliere il sudore ma non servì a nulla.
Appena cala il silenzio nell'appartamento sento qualcuno salire le scale. È arrivata. Il cuore perde un battito appena varca la porta.
-sorpresa.- urlarono tutti in coro. Nevaeh è pietrificata e ci guarda uno ad uno. Sicuramente non si aspettava questa sorpresa.
-voi..- dice incredula e non aggiunge altro perchè steven le salta letteralmente addosso travolgendola. Non reagisce lo abbraccia solo, forse si commuove. non riesco bene a capirlo perché sono troppo lontano mentre anche gli altri componenti della band si fiondano su di lei. Io rimango lì fermo, forse sono troppo emozionato o semplicemente non voglio fare qualcosa che può darle fastidio.
Appena tutti si allontanano e la situazione diventa più tranquilla si avvicina a me posa la borsa sul divano alle mie spalle poi fissa I suoi occhi nei miei.
-te non mi saluti?- mi chiede ed incrocia le braccia al petto. Fa finta di essere arrabbiata tentando di nascondere un sorrisetto ma non ci riesce del tutto.
-pensavo che fosse il compleanno di qualcuno di più importante non il tuo.-
Le sorrido poi mi abbasso per scompigliarle i capelli. -auguri nevaeh.- le sussurro vicino all'orecchio. Lei rabbrividisce.
-grazie.-
Mi lascia lì da solo. Io mi passo una mano tra i capelli. I nostri rapporti erano cambiati ma una cosa che non cambiava mai era l'attrazione nei suoi confronti
(...)
-avanti duff vieni a giocare anche tu.- steven si sbraccia tra un gruppo di persone sedute in cerchio davanti ad una bottiglia posta in orizzontale.
Alzo gli occhi al cielo.
-non faccio questi giochi da bambini.- dico e continuo a bere ad un angolo della stanza
- giusto stare lì da solo è molto più divertente.- continua Axl
-lascialo perdere non sa divertirsi.- questa volta è nevaeh a parlare seduta accanto ad axl con una mano sui suoi pantaloni di pelle.
-come scusa?- vedere quella vicinanza tra i due mi fece venire una stretta allo stomaco. Mi sedetti anche io intorno a quella bottiglia vicino a steven e ad un ragazzo di cui non sapevo bene il nome.
Steven fa girare la bottiglia che punta nevaeh lei si tira indietro posando le mani dietro la schiena per sorreggersi. I capelli le cadevano oltre le spalle e ha un atteggiamento davvero provocante, forse a causa dell'alcol.
-obbligo.- dice e si morde un labbro.
Io non so quanto posso ancora resistere davanti a tutto quello che lei sta facendo sotto i miei occhi vigili.
-bene, oggi nevaeh se la vuole rischiare.- ridacchia steven -facciamo 10 minuti in paradiso con..- fa girare di nuovo la bottiglia che quasi come se fosse comandata dal mio pensiero si ferma proprio su di me.
-ed il fortunato è duff.- esclama il batterista
-come ti sbagli.- esclama slash battendo una mano sul pantalone di pelle
-ti andrà meglio la prossima volta.- nevaeh si gira verso di lui e gli bacia una guancia poi si alza in piedi, faccio lo stesso.
-andiamo in camera mia.- dice ed io non aggiungo altro sento solo il vociare degli altri ma sinceramente la cosa non mi interessa.
Lei entra ed aspetta che io faccia lo stesso poi chiude la porta.
-allora...- dice e mi guarda. Io non so cosa dirle. L'opportunità di stare da solo con lei in quella stanza mi fa venire in mente solo una cosa e sicuramente non è qualcosa di puro.
Ma che ci posso fare? Era così belle ed era pure ubriaca il che la rendeva così vogliosa di me, forse.
- tu cosa vuoi fare?- le chiedo ma che domanda del cazzo, penso.
-duff.- si avvicina a me e posa le mani dietro il mio collo. Fissa I suoi occhi nei miei. -vuoi davvero che rimaniamo qua con i vestiti addosso?-
Non la sfioro nemmeno anche se ogni parte di me freme per poterlo fare.
-nevaeh sei ubriaca.- dico e mentre lei mi bacia il collo impreco
Ma perché mi doveva torturare così?
-qual è il problema?- sussurra quelle parole al mio orecchio e io sospiro.
-dio..- le sue mani scendono fino ai miei pantaloni li slaccia e si abbassa in ginocchio.
La mia erezione esce dai pantaloni in un secondo e lei con un sorrisetto mi guarda.
-nevaeh..- dico ma non aggiungo altro perché lei prende il mio membro in bocca e lo lecca. Cazzo quella lingua mi manda ai matti. La volevo così tanto, ogni parte di me la voleva. Volevo entrare dentro di lei ma non so se me l'avrebbe permesso.
Mentre penso questo lei continua, non si ferma, anzi aumenta il ritmo. Ed io faccio fatica a tenermi ancora dal venire. Il mio corpo è sudato sento il calore del basso ventre diventare sempre più persistente, raggiungo l'apice e gemo.
Qualcuno bussa alla porta.
Nevaeh si alza in piedi pulendosi la bocca con il dorso della mano.
-arriviamo.- dice. Mi guarda e basta.
Non riesco a capire cosa sia successo in quella stanza, sono ancora in una situazione post orgasmo che mi aveva catapultato in un universo parallelo però dentro sentivo anche un vuoto perché capivo che in quello che era successo nevaeh non aveva messo un minimo di sentimento eppure io per lei sapevo di provare qualcosa.
Lei inizia a camminare verso la porta ma l'afferro per un polso cautamente prima che la apra.
-cos'era quello?-
-a casa mia si chiama pompino.- risponde sarcastica poi guarda la mia mano su di lei. Si irrigidisce e cerca di lebarsi dalla presa. Io la lascio subito.
-non siamo solo questo nevaeh.- continuo
-e cosa siamo?-
-non puoi far finta che prima di quello che ti hanno fatto non ci stava niente.-
Lei abbassa lo sguardo poi si gira verso la porta
-duff basta..-
-nevaeh ho bisogno di risposte non sono il tuo cazzo di giocattolo.- sbotto ma peggioro solo la situazione perché lei sembra terrorizzata.
Non ero certo di quello che le avevano fatto in quella stanza ma sicuramente qualcuno le aveva messo le mani addosso, non solo forse.. mi blocco, non voglio che la mia mente vada oltre.
-tu non hai idea di cosa sia successo lì.- sospira e alza i suoi occhi lucidi verso di me.
- non me ne hai mai parlato.- abbasso il tono della mia voce -ma non farmi questo nevaeh non tenermi fuori dalla tua vita.-
-duff preferisco che tu mi consideri come una delle tante.- continua poi apre la porta e se ne va. Quelle parole rimangono in quella stanza e mi feriscono. Sento qualcosa di rotto dentro di me una stretta allo stomaco e capisco che è lei che ha distrutto tutto quello che stavamo iniziando a costruire.

One in a millionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora