Caso inverosimile

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«Cosa abbiamo oggi Marcus?»

Il mio partner mi viene incontro e mi porge una busta.

«Sam Hook, quarant'anni, ucciso con un solo proiettile alla testa. Non ci sono prove, neanche una, tutto lindo, non un'impronta, non una cosa in disordine, nulla di nulla, non è stata trovata neanche l'arma del delitto.»

«Sai perfettamente che i crimini perfetti non esistono.»

«Allora vieni a vedere, il cadavere è di là, in sala.»

Seguo il mio compagno che mi porta in una sala spaziosa, con delle vetrate proprio davanti al corpo, quest'ultimo è, ovviamente, sdraiato sul pavimento, al centro della fronte un piccolo buco prodotto dal proiettile che gli ha sparato.

«Il fatto è accaduto proprio davanti a delle finestre, dall'altra parte della strada c'è un palazzo. Vuoi dirmi che nessuno ha visto nulla?»

«Proprio così. Al primo piano l'unica famiglia che ci abita, è in vacanza e il secondo piano è completamente vuoto. La palazzina è appena stata messa in vendita. Hanno finito i lavori poco tempo fa.»

«Sí, non mi interessa, chi ha trovato il corpo?»

«La moglie, al momento è di là in cucina.»

«Okay, vado io, tu intanto cerca una qualsiasi cosa possa essere utile.»

Mi dirigo nuovamente in cucina, vedo la donna.

Non dà segni di tristezza, probabilmente è sotto shock.

«Buongiorno signora Hook, io sono la detective Smith. Mi sto occupando del caso. Può rispondere a qualche domanda?»

«Sí, certo.»

«Okay, allora, quando ha trovato il corpo?»

«Qualche ora fa, ero appena tornata al lavoro, ho chiamato il nome di mio marito ma non mi ha risposto nessuno, quando sono andata in sala l'ho trovato così.»

«Okay, sa dirmi se suo marito aveva litigato con qualcuno, aveva problemi di vario tipo?»

«No, lui ha sofferto d'alcolismo ma ha smesso da anni, ancora prima che i nostri figli nascessero, e da lì non ha avuto il minimo problema con nessuno, non una litigata, non una discussione. Nulla. È stato un uomo modello e un padre fantastico. Io....vi prego ditemi soltanto che farete il possibile per trovare chi l'ha ucciso.»

«Faremo il possibile.»

La donna era quasi in lacrime e se avessi ascoltato il mio lato più sensibile, più umano, probabilmente l'avrei abbracciata e consolata, ma se c'è qualcosa che ho imparato è che non bisogna mai prendersi troppo a cuore i casi.
Così, semplicemente, mi giro e me ne vado, lasciando sola la donna mentre cerca, probabilmente, un modo per dire quello che è successo ai figli.

Torno da Marcus.

«Dimmi che hai trovato qualcosa.»

«Nulla di nulla.»

«Dannazione, non è possibile. Deve esserci qualcosa.»

«Allora cerca te. Magari avrai più fortuna.»

Inizio a setacciare dappertutto.
Chiunque sia stato deve aver per forza lasciato un segno.

Mi metto a cercare delle impronte, un capello, un pelo, una macchia, ma non c'è nulla.

Marcus ha ragione. Non c'è uno straccio di prova.

Frustata e infastidita esco dal palazzo e inizio a tornare alla mia macchina, calciando una cartaccia trovata nell'atrio del palazzo.

Crimes in the darkWhere stories live. Discover now