Capitolo 2: DUE SMERALDI

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Mi svegliai ancora avvolta nel lenzuolo, appoggiai i piedi sul pavimento e mi alzai, guardai fuori dalla finestra coprendomi gli occhi con le mani a causa della luce abbagliante che aveva colorato di oro la mia stanza.

Scesi i gradini delle scale, trovai Lia e Axel seduti al tavolo della sala da pranzo.

"B-buongiorno" parlottai incerta, sperando di non essere di troppo, mi capita spesso di sentirmi il terzo incomodo, è una cosa che detesto, mi fa sentire ancora più sbagliata di quando ero in orfanotrofio.

"Buongiorno" esclamò Lia

Mi sedetti al tavolo di fronte a loro

"Dormito bene?"

"Si" risposi.

Afferrai un biscotto alle mandorle e me lo portai alla bocca.

"Cosa fai oggi?" mi domandò Lia guardandomi con i suoi occhi chiari.

"Pensavo... di allenarmi con Lex" farfugliai masticando lentamente

"Ti va se vengo anche io?"

Rimasi stranita, capitava raramente che qualcuno volesse venire con me agli allenamenti, solo Arlene qualche volta veniva a vedermi. Ero felice.

Axel non parlò per tutto il tempo, era strano, sicuramente non era mai stato socievole e amichevole come Lia, ma non l'avevo mai visto così chiuso.

Dopo aver fatto colazione tornai in camera e mi vestii, poi afferrai la mia giacca da dentro l'armadio e me la legai in vita.

Uscii di casa e rimasi davanti alla porta aspettando Lia; ma una cosa catturò la mia attenzione, quella casa completamente nera a pochi metri dalla nostra, mi avvicinai e la osservai più da vicino.

Continuai a osservarla per qualche minuto e improvvisamente la porta si aprì.

Comparve davanti a me un ragazzo dai capelli neri che cadevano leggermente ai lati del sul viso rotondo e pallido, aveva due labbra rosee e il naso alla greca.

I suoi occhi erano di un verde luccicante, sembrava avere due smeraldi incastonati nelle orbite; le sue iridi si posarono sulle mie e il mio cuore cominciò a martellare, io però ero immobile, era come se il suo sguardo mi avesse reso di pietra. COSA MI STAVA SUCCEDENDO?!

La sua espressione era indecifrabile, i suoi occhi non erano limpidi come i miei, ma erano misteriosi, come se stessero nascondendo migliaia di segreti.

Improvvisamente sentii la voce squillante di Lia dietro di me "Kyla" mi girai di scatto verso di lei. "Dobbiamo anda-" si accorse della presenza di quel ragazzo

"Oh, ciao Aron"

"Ciao" scandì velocemente lui con voce bassa e un po' rauca.

Lo sguardo di Aron si spostò leggermente su di me e senza aprire bocca se ne andò dandoci le spalle.

Feci scivolare i miei occhi sbarrati su Lia, lei si accigliò, mi si avvicino con la confusione dipinta sul volto.

"Tutto bene?" domandò

"Si" sibilai fissando il vuoto.

Dopo poco Io e Lia cominciammo a camminare.

Mi schiarii la voce "Ma chi era quel ragazzo?" chiesi

Lia alzò gli occhi dai fiori colorati che crescevano sempre sulle strade di Terram.

"E' il nostro vicino di casa, si è trasferito qui qualche mese prima che arrivassi tu" si piegò a raccogliere un fiore "Di solito non lo vedo mai, ci siamo presentati quando si è trasferito, ma poi, non l'ho più visto".

Per tutto il tragitto continuai a pensare ad Aron, i suoi occhi, il suo sguardo, mi avevano fatto un strano effetto, cosa voleva dire?

Arrivate sulle colline vidi subito Lex vicino agli altri pegasi, lui si differenziava molto, aveva il manto completamente nero e sulla sua lunga e scura criniera si intravedevano alcune ciocche bianche.

Gli corsi incontro, gli accarezzai delicatamente il dolce muso, osservando i suoi occhi scuri come la notte.

Ci allontanammo dagli altri pegasi per cominciare l'allenamento di volo.

Saltai in groppa a Lex, e le sue ali nere si spiegarono.

Amavo volare, mi faceva sentire libera, viva, come se tutto il resto passasse in secondo piano.

Mentre il vento mi gonfiava i capelli rossi, mi appoggiai contro il collo di Lex, blandendo la sua chioma.

Sorvolammo le colline baciate dai raggi lucenti del sole, vidi Lia, ci guardava con un sorriso stampato sul volto.

Finito l'allenamento atterrammo sul prato.

"Siete stati bravissimi" proferì affettuosamente Lei.

Trascorremmo il resto della giornata immerse nello splendore di Terram, passeggiammo sulla sponda del fiume Iros, l'acqua cristallina era così limpida che ci si poteva specchiare dentro e sentivo il frinire delle cicale rimbombarmi nelle orecchie.

Verso sera tornammo a casa.

"Resto ancora un po' qui fuori" mormorai

"Va bene, a dopo" Lia entrò in casa, chiudendo la porta.

Mi sedetti sul prato umido di quella sera, in modo da vedere il sole tramontare dietro gli alberi.

Ad un certo punto percepii dei passi vicino a me, girai la testa e vidi... Aron.

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