Chapter 4

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Per imparare non c'è niente di meglio, dopo uno sbaglio, che raccogliere le idee e andare avanti. E invece quasi tutti si fanno prendere dalla paura. Hanno così paura di sbagliare che sbagliano. Sono troppo condizionati, troppo abituati a sentirisi dire quello che non devono fare.

Charles Bukowski

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-Giulienne's Pov-

Durante tutto il tragitto Damon si comportava in maniera del tutto diversa dal solito...decise di ignorami totalmente, e non era da lui...mi sarei aspettata uno sfogo, un suo sbraitare fino alla nausea...invece nulla, non sapevo a cosa attribuire quella strana reazione, forse era preoccupato al pensiero di ciò che lo aspettava al ritorno...o semplicemente era incazzato per la situazione in cui si trovava per colpa mia...

Appena arrivati al cancello si limitò a dire con tono ironico "casa dolce casa", diedi un'occhiata in giro e tutto sembrava quieto...non una singola cosa fuori posto.
Una volta dentro abbandonai l'auto appena parcheggiata da Damon, lui fece lo stesso...mi raggiunse posizionandosi accanto a me, fece roteare le chiavi per poi infilarle in tasca... "Pronta?" Mi voltai ad osservare la sua espressione che non traspariva nessuna emozione, fissava la Villa come se la vedesse per la prima volta...condividevo con lui quella strana sensazione, sentivo che tutto era nuovo...o almeno diverso, ma non sapevo il perché.

Sospirai e decisi che era giunto il momento di affrontare il King, non potevo temporeggiare ulteriormente...che senso avrebbe avuto farlo?! Prima o dopo, il problema era sempre lì ad attendermi. Mi incamminai senza dire nulla sotto lo sguardo serio di Damon, percepivo in lui la stessa frustrazione che provavo in quel momento...dopo qualche istante prese a seguirmi e insieme raggiungemmo l'ingresso.
Con mia sorpresa, la porta si aprì automaticamente, mi voltai ad osservare la telecamera che puntava dritto su di noi...

Varcammo l'ingresso con molta cautela...quasi in punta di piedi, ma con mia sorpresa notai che tutto era come lo avevo lasciato...da quello che ci aveva detto Ian, mi sarei aspettata una sorta di catastrofe...invece tutto era perfettamente in ordine. Damon proprio come me, si guardava intorno quasi come se si aspettasse un agguato da parte di Gabriel, ma la Villa era silenziosa...sembrava non ci fosse nessuno "dove saranno tutti?" scrollai le spalle in tutta risposta, ero stranita...forse una bella ramanzina avrebbe avuto più senso per me.

In quel momento si manifestò l'ultima persona che avrei voluto vedere...Rachel....
"I signori non sono in casa" io e Damon ci scambiammo uno sguardo di intesa, eravamo entrambi diffidenti per quanto riguarda la presenza di quella donna alla Villa "tutta sola con in mano le chiavi del regno?!" Damon non si sforzava neanche a nascondere il suo dissenso, "attendevo il vostro ritorno come ordinatomi dal capo" era indispettita al pensiero di un ennesimo nemico...il suo sguardo accusatorio si posò su di me quasi come se mi attribuisse questo nuovo atteggiamento di Damon nei suoi confronti...glielo si leggeva in faccia.

Avrei voluto tirarle un pugno...ma decisi di mettere da parte la mia voglia di prenderla a calci rispondendo semplicemente "ok attenderemo il loro ritorno" con lo sguardo cercai di far capire a Damon che era il momento di svignarsela, colse subito e disse "si...si, magari attenderemo in cucina, mi è venuta fame" lei si fece avanti, e da vera gatta morta quale era, provo' ad ammaliarlo rivolgendosi a lui con tono sensuale "vuole che le preparo qualcosa?" Ma fini' per ricavarne l'effetto contrario "no! Sono capace a prepararmi un panino da solo" era stizzito dalla sua invadenza. Ero piacevolmente colpita dalla fermezza di Damon, pensavo che bastasse essere una donna per conquistare la sua simpatia...ma a quanto pareva non lo conoscevo abbastanza...almeno non come credevo.
Sorrisi sotto i baffi allontanandomi rapidamente per evitare di scoppiarle a ridere in faccia...

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