Millie

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Il giorno prima di Halloween era l'ultimo giorno di ricovero di Jordyn in ospedale.

Ci trovavamo tutti in sala d'attesa, era venuto anche Jamie.

Page leggeva delle riviste che aveva trovato sul tavolino accanto, Micky era al distributore a litigare con una merendina che non si decideva a sbloccarsi, ed io e Jamie giocavamo con una piccola console che lui aveva trovato in soffitta.

All'improvviso due mani mi coprirono la vista.

-ci vedi se faccio così?- chiese la sorridente voce di Jordyn. Io mi girai, mi alzai velocemente per fare il giro e poterla abbracciare. Non riuscivo a staccarmi, mi era mancata così tanto.

-ok Millie, se mi soffochi il ricovero di quattro mesi potevo anche non farlo- disse staccandosi lentamente. Ci scambiammo un sorriso.

-Jordyn, guardati. Stai benissimo tesoro, sono fiera di te- si congratulò Page abbracciandola.

-brava Jordyn- disse Micky in modo né troppo secco né troppo affettuoso. Lei annuii per ringraziarlo.

-Millie, ti posso chiedere di portare a casa Michelle? È in camera che disegna come ha fatto negli ultimi quattro mesi. Ormai sono abituata a vedere i pastelli fluttuare. Ma non voglio che rimanga qui. Non credo le faccia bene. Portala a casa di Page per favore- mi supplicò Jordyn.

-certo, va bene. Jamie? La vai a prendere tu?- gli chiesi.

-assolutamente si- accettò lui prima di incamminarsi per il corridoio.

-sta andando Jamie. Magari così avrà un po' di compagnia- pensai io.

Jordyn tornò con noi a casa in macchina e cenammo tutti insieme. Mi sentivo davvero a casa. Ora vi descrivo l'atmosfera: Page raccontava dei gossip divertenti come ad esempio quello del suo collega di lavoro che, per fare uno scherzo al loro capo, allergico al polline, gli aveva messo un mazzo di fiori nel suo ufficio; io e Jordyn che ridevamo come delle pazze e Micky ogni tanto sorrideva anche lui; Jamie e Michelle giravano per la casa tenendo un cucchiaino in equilibrio sul naso, e vedevo Michelle divertirsi tantissimo insieme a Jamie. Avrei voluto fermare il tempo. Avrei voluto che fosse sempre stata questa la mia famiglia, disfunzionale si, ma eravamo una famiglia.

Eravamo uniti. Anche se ci conoscevamo da poco tempo.

Probabilmente avevamo ancora tante cose da scoprire l'uno dell'altro; probabilmente non sapevamo tutto di ognuno di noi. Ma eravamo uniti. Ci volevamo bene. Ci sostenevamo. In quella casa nessuno giudicava nessuno, cercavamo sempre di far sentire tutti a proprio agio.

Le vacanze di Natale procedevano bene: giocavamo spesso al bingo da tavolo, facevamo karaoke, preparavamo dolcetti e torte. C'era armonia in casa.

Jordyn diede un morso alla sua prima torta da quando iniziò le cure alla clinica, Micky sembrava essersi sbloccato, almeno con la sua famiglia; avevano superato le loro difficoltà ed ero davvero orgogliosa di loro. Sapevo che ce l'avrebbero fatta.

E sapevo che la clinica non aveva fatto niente per aiutarli. Se fossero rimasti lì, Micky avrebbe passato il tempo a bere zuppa e a tenersi segreto il piano della fuga, senza mai parlare con nessuno, sarebbe rimasto da solo, lì dentro, per quanto tempo ancora? Jordyn avrebbe continuato a ingoiare pillole invece che cibo vero; invece ora riesce a mangiare un pezzo di torta, cammina, riesce a correre, sta bene, lei ora sta bene.

Se fossero rimasti lì, sarebbero ancora bloccati nei loro disturbi, probabilmente convinti di non poterli superare.

Mi ricordai di Tommy, di Cora e di Ally e degli altri ragazzi che erano scappati insieme a noi quella notte. Pensai a quanto fossi felice che fossero riusciti a scappare da quell'inferno. E mi chiesi come stessero, dove fossero...Saranno riusciti a risolvere i loro disturbi? Tommy si droga ancora? Cora ha continuato a bere? Desideravo saperlo, sapere che anche loro stavano bene, che erano riusciti a rifarsi una vita, a superare le loro difficoltà. Sapete qual è la domanda che, dal primo giorno da quando avevamo lasciato la clinica, perseguita i miei pensieri? Lo staff della clinica è mai venuto a cercarci? Siamo ricercati? Ci stanno ancora cercando? O hanno mai iniziato le ricerche? Si sono più domande lo so, ma ora che ci penso non ho mai avuto la sensazione che la clinica ci stesse inseguendo per rinchiuderci di nuovo lì dentro.

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