Se l'amore uccide allora uccidimi te

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Pov Mattia:

Era la prima sera in cui io e i miei due migliori amici avevamo deciso di andare in discoteca, non essendo gli altri due amanti di questo tipo di locali. Erano più tipi da musica dal vivo, ecco. Ma dovevamo festeggiare il mio compleanno e quindi li avevo praticamente obbligati a venire con me.

Dopo essere entrati con i due amici avevamo adocchiato dei divanetti a bordo piscina. Eravamo ancora in pochi nel locale, ma io ci tenevo ad essere dentro prima di mezzanotte in modo da poter brindare allo scoccare dell'ora che dava inizio al nuovo giorno, giorno in cui avrei compiuto i miei 17 anni.
Così facemmo.
Aprii lo spumante portato gentilmente dalla cameriera. Per fortuna Guido aveva già compiuto la maggiore età e non avemmo problemi.

I miei amici intonarono un "tanti auguri" in coro attirando l'attenzione di buona parte delle persone presenti nella discoteca, tra cui il dj che richiamò l'attenzione del locale facendomi gli auguri pubblici e mettendomi dannatamente in imbarazzo di fronte a tutti, facendomi diventare rosso come un pomodoro. Motivo per cui decisi che era arrivato il momento di fare il "cincin" con i miei amici e quindi di mandare giù il primo bicchiere di alcool di quella sera.

Il tempo passava e più l'alcol andava giù e più la mia voglia di ballare aumentava. Non che già non lo facessi abbastanza, mi allenavo 3 volte a settimana per le gare di latino americano, ma non mi bastava mai e poi quella sera avevo indossato una delle mie camicie preferite, rosa cipria, abbottonata solo dal quarto bottone in giù mettendo in risalto il petto allenato. Dovevo perciò sfoggiarla, no?!
Presi per il braccio i miei due amici e li trascinai con me in mezzo alla pista.
Di sottofondo scorreva "Suavemente" una canzone di fine anni 90' remixata.
Mi lasciai andare al ritmo della musica, muovendo i piedi da un lato all'altro accompagnando il tutto con il movimento di bacino.
Molti ragazzi e ragazze mi si avvicinavano per approcciare, ma io non avevo dato corda a nessuno. Non ero il solito ragazzo che andava il discoteca per rimorchiare, anzi fare conoscenza in discoteca era un concetto che non mi piaceva. Non mi piaceva l'idea di una notte e via con uno sconosciuto. Avevo avuto solo una relazione seria nella mia vita e altre frequentazioni di almeno un mese, tutte persone che avevo comunque conosciuto o a scuola o a ballo o tramite amici, ma mai sconosciuti. Non ero proprio capace di approcciare con una persona da zero.

Però ad un certo punto mi cadde l'occhio su un ragazzo che stava in disparte, al lato della pista e pensai che magari per una volta valeva la pena tentare.

Un moretto, ricciolino con il mullet e degli orecchini neri a forma di croce stava gustando la sua bevuta con il gomito appoggiato al bancone del bar. Notai che dalla sua camicia bianca si poteva scorgere un tatuaggio sopra il polso che ne circondava tutto il diametro.

Mi resi conto che mi stava guardando da un po'. Aveva uno sguardo penetrante e la bocca di un colore rosso vivido, probabilmente a causa di un morso che si era inferto nel labbro inferiore, tanto da farglielo gonfiare. Il corpo asciutto che si poteva intravedere dal materiale fine che lo fasciava.

Si scansò dal posto in cui era rimasto fino a quel momento per entrare nella folla che era presente in pista. Si fece largo nella pista davanti a me non togliendo il suo sguardo dal mio.
Ad ogni passo potevo scorgere delle sfumature diverse dei suoi occhi, verdi con pigmenti marroni che rimandavano all'autunno, che con le luci viola della discoteca diventavano ancora più magnetici.
Bello, intrigante, sensuale.

Si fermò, cogliendomi di sorpresa poco di fronte a me. Accennò due passi di ballo che bastarono per farmi capire che fosse un ballerino anche lui, ma no non di latino americano, sembrava più di hip hop.
Una ragazza gli si avvicinò posando le sue mani sul petto. Lui le lasciò fare posando una mano sul suo fianco mentre continuava a ballare e bere senza MAI distogliere il suo sguardo dal mio.
Sexy.
Non so a che gioco stesse giocando, ma era un gioco dannatamente eccitante.
Decisi che a quel gioco ci avremmo giocato in due.

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