Stella di mare

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L'orologio segnava le due di notte.
Si rigirava tra le lenzuola calde dei loro corpi, incapace di prendere sonno.
La stanchezza gli impediva di rilassarsi, e stranamente, la vicinanza di quella donna non lo aiutava affatto.

Si voltò verso la sua direzione e la vide dormire, con le labbra socchiuse e le guance rosee, i capelli disordinati che cadevano sulla fronte.
Gli sarebbe piaciuto sfiorarla, tracciare quel profilo giovane e quasi acerbo, che in quel momento gli sembrava irresistibile.
Sapeva che non poteva farlo, sarebbe stato come approfittarsi di lei, eppure la parte più impulsiva di lui gli suggeriva di tentare, di provare a sfiorare quel volto che durante il giorno non era mai così rilassato, di parvenza angelica.

D'altra parte, non poteva svegliarla, avrebbe interrotto quell'idillio perfetto che, lentamente, cominciava a terrorizzarlo.

Voltò il cuscino, spense la luce, provò a dormire.

Il respiro di lei faceva da melodia nella stanza silenziosa, e lui avvertì il cuore palpitare più veloce, senza preavviso.

Decise di alzarsi e dirigersi verso il balcone per prendere una boccata d'aria fresca.

Appoggiò le mani sulla facciata in metallo, le braccia che tremavano appena, e non per il fresco della notte.
Socchiuse gli occhi, e la tachicardia cominciò ad attenuarsi, lasciandogli una sensazione di profonda confusione.

Inspirò profondamente, percependo l'odore del mare, mentre la sua Stella dormiva nel letto, ignara di ciò che stesse provando.

-Non riesci a dormire?-

Una voce sottile e assonnata negò tutti i pensieri partoriti fino a pochi secondi prima.

Si voltò con lentezza, e vide ciò che gli sembrava un angelo.
Lui non credeva in queste cose, eppure quella figura davanti a sé doveva esserlo per forza, perché non si spiegava la sensazione di profonda venerazione che gli scuoteva le viscere in quel momento.

La donna gli si avvicinò, con addosso la sua vestaglia bianca e a piedi nudi, il volto leggermente gonfio per il sonno e le labbra corrucciate.

L'uomo la osservò, per poi chinare il capo.
Non riusciva davvero a reggere quella tempesta di emozioni, e più la sentiva vicina, più tremava.

-Ti ho svegliata?- riuscì a dire qualche momento dopo, schiarendosi la voce, mentre lei lo guardava con le braccia incrociate sotto il petto.

-No, ma ti sentivo girarti e rigirarti nel letto. Tutto bene?- si preoccupò sinceramente lei, tentando di catturare il suo sguardo, e quando lo fece vide lui quasi sciogliersi, emettere un sospiro.

A quel punto lei cominciò ad aggrottare la fronte, ad avvicinarsi ancora di più.

-Stai bene? Sei pallido...- mormorò, passandogli una mano sul volto pungente a causa della barba.

Lui socchiuse gli occhi a quel contatto, ed istintivamente adagiò la guancia contro il palmo della donna, che sgranò gli occhi a quell'atteggiamento di arrendevolezza.

Quando l'uomo riaprì le palpebre, la osservò a lungo, prima di scostarsi da lei e scuotere la testa, la realtà che gli piombava addosso come un macigno.

Lei non lo amava. Era un matrimonio di convenienza, nulla di più.
E non l'avrebbe mai amato.

-Torna a dormire. Ti raggiungo tra poco- le voltò le spalle, l'amaro in bocca.

La ragazza non capiva perché avesse quell'improvviso atteggiamento ostile, e ci rimase male.
Tentennò qualche secondo, passando il peso da una gamba all'altra una manciata di volte, mordicchiandosi il labbro.

-Non allontanarti da me-

-Non voglio allontanarmi da te- confessò lui, quasi esasperato, voltandosi -ma talvolta la tentazione di averti vicina è così forte che mi fa paura. E non voglio spaventarti e...-

-Tenermi vicina come?- chiese lei, mettendosi esattamente di fronte a lui e guardandolo negli occhi.

-Più vicina-

-Così?- lo affrontò lei, quasi sfiorandogli il naso.

-Così- la sorprese lui afferrandola per i fianchi ed attirandola a sé, tenendola  stretta.

Un brivido percorse il corpo della donna, che deglutì involontariamente.

-Perdonami... non volevo...- rallentò la presa lui, quasi intimorito.

-Shh-

I loro nasi cominciarono a sfiorarsi, e sui loro corpi comparvero brividi visibili, tracce di emozioni.

Si guardarono negli occhi per qualche secondo, prima di abbandonarsi ad un bacio, prima fugace e timido, per poi diventare in pochi secondi sempre più vorace, intenso, passionale.

Lui le cinse la schiena con un braccio per abbracciarla e le mise una mano tra i capelli con l'altra, mentre lei non perdeva tempo per accarezzargli la schiena, le spalle e il viso.
Si sentivano elettrizzati, scossi da un'improvvisa carina di pura adrenalina.

Si separarono, presero fiato.

-Ti prego, ancora- la supplicò lui facendola sorridere, prima di ricominciare la loro danza incontrollata di lingue, di carezze, di respiri.

Si abbracciarono con il fiato corto, posando l'uno il volto sulla spalla dell'altro.

-Possiamo entrare? Ho freddo- chiese lei dopo qualche secondo, rabbrividendo.

Lui si limitò ad annuire, il sorriso che non scompariva dalle sue labbra.

Pregò, pregò intensamente, affinché non fosse solo un sogno.

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⏰ Last updated: Jan 09 ⏰

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