Incontri casuali

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Nelle settimane seguenti Manuel cerca di riprendere in mano la sua vita, senza preoccuparsi di tutto ciò che riguarda Soulmates Match o, peggio ancora, Simone.

Ci prova davvero, ma non è facile.

Seppur Chicca, anche se a malincuore, abbia deciso di non riportare più a galla l'argomento, il vero problema per Manuel è sé stesso.

È luglio, la scuola è finita e di conseguenza lui - supplente di filosofia in un liceo di Roma - non sta lavorando. Le sue giornate sono scarse di impegni e, senza altre cose a occupargli la mente, i pensieri su Simone tornano a fargli visita più spesso del previsto.

E i pensieri su Simone portano inevitabilmente ai pensieri su sé stesso.

Ha cercato di seppellire una parte di sé per quasi dieci anni, Manuel in fondo ne è consapevole. Ha segregato in un angolino del suo cervello tutti i ricordi di quella festa durante il suo ultimo anno di liceo, ha cercato di ignorare ogni ragazzo attraente incontrato per strada, si è buttato a capofitto in relazioni spesso sbagliate pur di non rimanere solo e di non avere il tempo di riflettere su una parte di sé che gli faceva ancora tanta paura.

Lo ha fatto per anni, continuando a dare una definizione di sé stesso che non rispecchiava la realtà ma in cui lui voleva disperatamente riconoscersi.

Sperava che le cose in questo modo sarebbero state più facili. Sperava di poter fare una scelta, sperava di poter semplicemente decidere di essere attratto solo dalle donne, di poter ignorare che in realtà anche gli uomini risultassero altrettanto interessanti ai suoi occhi.

Da quel punto di vista la sua relazione con Alice era stata una benedizione. Era stata sufficientemente lunga e intensa da fornirgli una via d'uscita, un modo per non riflettere su tutti i casini che aveva in testa.

Per anni era andata bene così. Manuel era stato fin troppo innamorato di Alice per rendersi conto di qualsiasi altra persona, non c'era stato tempo per pensare ad altro.

Ma poi Alice lo aveva lasciato e Manuel si era ritrovato solo, prima a rimettere insieme i pezzi del suo cuore infranto e poi a cercare di rimettersi in gioco.

Tutti quei pensieri su sé stesso, sul fatto che forse avrebbe dovuto dare molto più peso ai baci scambiati con un suo compagno di classe durante una festa scolastica e sul fatto che forse si era sempre definito in un modo che non lo rappresentava davvero, erano tornati lentamente a riempirgli la testa. E Simone è stato solo la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.

Simone non è stato altro che il pezzo mancante che serviva per completare quel puzzle, per fare in modo che le incertezze di Manuel diventassero certezze.

Scuote la testa e sbuffa, mentre prende un ghiacciolo dal freezer. Magari se lo mangerà abbastanza in fretta gli congelerà il cervello e smetterà di pensare.

Che poi non è nemmeno un problema che stia pensando, che stia finalmente dando ascolto a qualcosa che la voce della sua coscienza gli stava suggerendo da anni. Il problema non sono i pensieri su sé stesso.

Il vero problema sono i pensieri su Simone.

Insomma, in fin dei conti cosa sa di lui?

Sa solo che si chiama Simone - non si è nemmeno soffermato a leggere il cognome, troppo impegnato a concentrarsi sulla sua foto -, quanti anni ha e che lavoro fa. Conosce qualcosa sui suoi gusti musicali - nel suo profilo di Soulmates Match c'era il link di una playlist di Spotify a cui Manuel ha dato una breve occhiata - e sa che è appassionato di serie televisive, anche se sul suo profilo non ne veniva indicata nessuna in particolare.

CollideWhere stories live. Discover now