CAPITOLO 4

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Sembrava che le cose non potessero mai andare lisce al lavoro e a casa contemporaneamente. Jungkook aveva appena messo piede al distretto quando il capitano Kim namjoon apparve sulla soglia e fece un cenno al suo partner.

«yoongi , vieni qui e spiegami a che punto siete con il vagabondo e la faccenda del ponte.» A sua volta, yoongi afferrò la manica di jungkook mentre si alzava e lo trascinò con sé. Lui si sentì così sorpreso da quel tocco da seguirlo senza fare una piega.
Namjoon si accomodò dietro la sua scrivania, guardando solo yoongi.

«Allora, che cosa avete?»

«Non molto. Non siamo riusciti a identificare la vittima. Non ci sono testimoni. Non abbiamo trovato l'arma.»

«Quindi state girando a vuoto.»

«Abbiamo ancora un paio di prove da controllare.» namjoon soffiò tra i denti.

«D'accordo. Ti lascio tutta la squadra per altre ventiquattr'ore. Poi libera quasi tutti fino a quando non avremo una qualche pista. Ho ricevuto una telefonata dal sindaco. È pressato dagli elettori per il caso della ragazza rimasta uccisa in quella sparatoria a ottobre. Voglio che da lunedì ci dedichiate del tempo.» yoongi guardò jungkook, quindi replicò: «Non so proprio cosa potremmo fare che non sia già stato fatto.» jungkook annuì. Erano abbastanza sicuri dell'identità dell'aggressore; un membro di una gang diciannovenne e con una pessima mira, che stava cercando di far fuori il fratello maggiore della ragazza. Ma nessuno lo aveva visto e nessuno avrebbe detto niente. Erano in un vicolo cieco.
«Parlate ancora con loro,» insistette namjoon. «Scuoteteli un po', portateli qui. Qualcuno parlerà.»

«Signorsì,» asserì yoongi.
«Ora sparite e andate a risolvere qualcosa.»

«Signorsì.» jungkook si protese verso il collega mentre lasciavano l'ufficio e mormorò:
«Perché mi hai trascinato là dentro? Non avevo niente e namjoon non mi parla a quattrocchi da mesi.»

«Già. Tu lo distrai, diavolo. E così riduce al minimo le sue lezioni sul 'perché cazzo non state facendo dei progressi'.»

«Oh, beh, è bello essere utili.» yoongi gli diede una forte pacca sulla spalla. «Smettila di frignare. Non hai voglia di sbattere dentro la banda di Tommy Ang e strapazzarli tutti un po'?»

«A quei ragazzini non li scuote nemmeno la betoniera. Non abbiamo niente e lo sanno bene.»

«Allora troviamo qualcosa di utile per la nuova indagine così non dovremo seguire quella strada.»
«Di quali prove stavi parlando prima?»
«Alcuni pezzetti di carta rinvenuti sulla scena. La t-shirt sbiadita che indossava la vittima. Diavolo, la barretta di Mars nello stomaco di quel tizio.
Possiamo mostrare la sua foto in tutti i posti che vendono quelle barrette nelle vicinanze del ponte.» jungkook tossì.

«Hai idea di quanti siano?»
«Hai un'idea migliore?»

«Merda.» Fu una lunga giornata trascorsa a ripetere le stesse domande ancora e ancora in luoghi sempre diversi. La maggior parte delle volte, un vagabondo morto generava meno interesse dell'ultimo taglio di capelli di Lady Gaga. Ma, alla fine, trovarono un aiutino quando mostrarono la fotografia in un negozietto. Un commesso disse di aver pensato che la vittima avesse intenzione di rubare e di averlo cacciato in un paio di occasioni. Jungkook lasciò Ramsey a esaminare i video della sorveglianza relativi alla seconda occasione, o quanto meno del giorno giusto secondo il commesso. Se quel tizio aveva ragione sulla data e se riuscivano a trovare fotografie della vittima viva e in movimento, forse sarebbero riusciti a risalire alla sua identità. Forse.

Di nuovo alla sua scrivania, jungkook caricò sul computer tutte le foto dei pezzetti di carta raccolti sulla scena e le fece scorrere l'una dopo l'altra, cercando di stimolare il momento della giusta intuizione. Sfortunatamente, sembravano soltanto spazzatura. Non avevano cambiato aspetto neanche quando decise di chiudere tutto e andare a casa. Certo, la risoluzione del suo vecchio schermo a tubo catodico faceva cagare. Firmò per portarsi a casa una copia delle fotografie. Il computer di jimin era più recente, con un monitor migliore. Forse poteva fare un secondo tentativo più tardi.

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