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Il legno appuntito lo trapassa da parte a parte, tenendolo sospeso nel vuoto, a un passo dalle mura. Sento le lacrime scivolarmi sulle guance ancora sporche del suo sangue. Sono scossa da un tremito così forte che fatico a rimettermi in piedi. Il ramo prende a muoversi, si solleva verso l'alto trascinando con sé il corpo immobile di Vies. Vedo la sua testa oscillare nel vuoto e non riesco a non pensare che fino a poco fa le mie mani erano attorcigliate fra quei capelli. Con un ultimo movimento brusco, il legno abbandona il petto di Vies che scivola inesorabilmente verso il suolo. Atterra a pochi passi da me: il suo viso è contorto in una smorfia di dolore, gli occhi sono vitrei, inespressivi, dalla bocca scende un rivolo di sangue. Come incantata da quello spettacolo raccapricciante mi avvicino, gambe e braccia sono in una posizione innaturale. Con uno sforzo lo giro sulla schiena. Alla vista del suo corpo martoriato, un dolore atroce mi strazia il petto, è così forte che penso potrebbe uccidermi e per un istante spero che lo faccia. Non puoi abbandonarmi ora. Non ce la faccio. Chiudo gli occhi, strizzandoli più forte che posso. Vorrei che fosse tutto un incubo, vorrei poterli aprire e trovarmi nel mio letto con affianco papà che russa e mamma che lo prende a calci per farlo smettere. Ma quando li riapro il cadavere di Vies è ancora lì, ai miei piedi. Mi mordo le labbra fino a farmi male, sento ancora il sapore della sua bocca, il calore del suo respiro, il rumore del suo cuore. Ripenso al suo viso imbronciato mentre mi aspettava sotto l'albero ogni mattina. A tutti i progetti, alle promesse. Dovevamo vedere il mondo insieme. Non sentirò mai più la sua risata. Nessuno mi chiamerà mai più "piccoletta".

«Se non avessi opposto resistenza nessuno si sarebbe fatto del male»

La voce di Zogor si intromette, riportandomi alla realtà. Nel sentirlo parlare una nuova sensazione mi pervade: sento una rabbia isterica montarmi dentro, non è semplice collera ma qualcosa di molto più potente. Un calore mai percepito prima mi pervade, mi sento tremare da cima a piedi.

Mi volto di scatto e mi precipito sui di lui con tutta la forza che ho. Voglio fargli male, voglio che soffra, che scompaia. Ma prima di riuscire a raggiungerlo qualcosa si stacca da terra e colpendomi in pieno stomaco mi scaraventa a terra, lontano dalla figura incappucciata. Boccheggio. Stringo forte i pugni per cercare di controllarmi, le unghie mi si conficcano nel palmo della mano, ma il dolore non attutisce l'ira. Sento quel calore crescere, il cuore mi accelera, il sangue mi pulsa sempre più forte nelle vene. Alzo lo sguardo in direzione di Zogor e i nostri occhi si incrociano. Per un istante un lampo di sorpresa gli illumina il volto.

«Bastava uccidere un paio di questi stupidi umani per risvegliarti? A saperlo lo avrei fatto prima. Sarebbe stato molto più facile trovarti»

Il suo sguardo si sposta sul cadavere di Vies ai miei piedi, i suoi occhi rossi lo scrutano divertito e vedendo i suoi denti scoprirsi in un sorriso, il calore dentro di me aumenta, provo un'ira e un odio brucianti. Non stacco il mio sguardo da quello maligno di Zogor. Il desidero di ucciderlo è così forte che mi sembra di impazzire, voglio vederlo cadere a terra esangue, quegli occhi demoniaci finalmente spenti. Il tremito del mio corpo si fa ancora più violento tanto da sembrarmi che anche la terra sotto i miei piedi sia scossa. La sua mano si muove verso l'alto con un gesto rapido, vedo una lingua di terra spuntare dal suolo, proprio come era successo nel bosco, solo che questa volta avviene senza preavviso. Con un andamento serpentino quel blocco di terra si affina prendendo una forma simile ad una lancia e si avvicina sempre più veloce a me e Vies.

«Non toccarlo!»

La mia voce risuona decisa nel silenzio della notte, con un salto scavalco il corpo del mio amico. La lancia vibra nell'aria puntando verso la mia gola, sento un forte formicolio partirmi dalla punta delle dita ed espandersi lungo tutto il mio corpo. D'istinto, per quanto inutile possa essere, alzo una mano per parare il colpo, con quel movimento il formicolio aumenta fino a diventare doloroso, il mio braccio brucia, mi sembra che vada a fuoco. Penso di non poter resistere oltre e per un istante credo di svenire, invece un'onda di energia si libera dal palmo della mia mano. A quell'impatto la lancia di terra si polverizza a pochi centimetri da me. Cado in ginocchio, improvvisamente stanca. Un rumore lugubre attira la mia attenzione, alzo lo sguardo e il terrore prende il sopravvento. Le braccia di Zogor si alzano lentamente verso l'alto e con esse grandi zolle di terreno si staccano dal suolo, prendendo forme appuntite e minacciose. Sono circondata.

«È finita, Dhara!»

Vedo tutti quei frammenti muoversi nella mia direzione e, senza riuscire a trattenermi, un grido mi esce di gola. In quello stesso istante è come se tutto, fuori e dentro me, esplodesse. Dolore, rabbia, odio, risentimento, colpa, tutto è concentrato in quel suono che si sprigiona e mi circonda. Come se fosse generato dalla mia stessa voce, sento un vento fortissimo e tagliente circondarci all'improvviso, spazzando via tutto ciò che ci sta attorno. Chiudo gli occhi e mi aggrappo al corpo di Vies per non farlo volare via. Sento tutto il calore accumulato lasciare il mio corpo con un'ondata violenta. Proprio in quell'istante un boato assordante riempie l'aria, poi tutto si ferma. Torna il silenzio. Non ho il coraggio di aprire gli occhi, aspettandomi di essere trafitta da un momento all'altro, ma non succede nulla. Sollevo il viso e mi guardo attorno: frammenti di terra sono sparsi qua e là, la polvere turbina ancora nell'aria, incapace di placarsi dopo quel vento improvviso. Mi volto verso le mura e lì vedo Zogor. Il suo corpo e accasciato contro la pietra in una posizione disumana, mi avvicino titubante, temendo che sia una trappola. Rimango in piedi a poca distanza dal suo corpo: ha il collo spezzato, la testa è rivoltata in una posizione raccapricciante e una grossa macchia di sangue sporca il muro retrostante. Gli sfilo il lungo mantello e lo indosso per coprire i vestiti logori e bruciati dal fuoco. Sto rubando ad un cadavere, mi sorprendo a pensare. Dovrei provare qualcosa ma non ci riesco.

Non provo nulla. Non sento più rabbia. Né dolore. Né tristezza.

Non sento senso di colpa, né stupore, nè gioia per essermi salvata.

Un enorme vuoto mi pervade.

Uno dei rami del grande albero si è spezzato atterrando dall'altra parte del muro, mi avvicino e ne strappo alcuni ramoscelli pieni di foglie verdi. Il corpo di Vies è ancora steso a terra a pochi passi da me. Gli prendo le mani e gliele bacio prima di appoggiargliele sul petto, proprio dove una grossa chiazza di sangue gli copre i vestiti squarciati. Deposito le foglie verdi proprio in quel punto, cercando di dare dignità alla sua morte. Osservo per l'ultima volta i suoi occhi neri, un tempo così profondi e vivaci, ma ormai del tutto inespressivi e privi di vita. Con dita tremanti, gli abbasso le palpebre e gli bacio dolcemente la fronte scostandogli i capelli dal viso.

Il sole è già sorto, ma unafitta coltre di nubi copre il cielo. Osservo le mura per un'ultima volta primadi voltarmi e abbandonare Espaor per sempre.


A/N

Siamo arrivati alla fine della prima parte, commenti fino a qui?

Prima di iniziare a pubblicare la seconda parte ho intenzione di prendermi qualche settimana di pausa, penso che ci riaggiorneremo a fine settembre!

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⏰ Last updated: Aug 16, 2022 ⏰

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Cronache di DeringarWhere stories live. Discover now