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L'indomani.
Sentì qualcuno sbattere contro le sbarre e mi svegliai di scatto compreso Noah.
Era già mattina?...
Mi stropicciai gli occhi e delle guardie aprirono la cella per farci uscire.
Una volta fuori andammo di nuovo nel salone dove ci attendevano i miei e anche mia sorella.
Non li guardai nemmeno e spostai lo sguardo su Noah.
Almeno lui era lì...
Mi sorrise per rassicurarmi ma una guardia lo prese con la forza e lo fece salire fino ad andare ai piani superiori.
Sospirai, e anche oggi, lavorai come il giorno precedente.
Ero stanca, sfinita, non ne potevo più...
Lucidai l'agenteria ma proprio in quell'istante vidi arrivare mia madre.
Ophelia «Tesoro...ti prego. Ragiona solo un attimo...»
Lucidai ancora e non le rivolsi neanche il mio sguardo «Non abbiamo niente di cui parlare. Vai da tuo marito.»
Ophelia «Jen, non voglio che tu trascorra la tua vita così. Perché non chiedi semplicemente scusa a tuo padre? Sono sicura che si risolverà tutto...vedrà il tuo pentimento.»
Mi fermai posando una forchetta d'argento e mi girai a guardarla.
In quel momento vidi sbucare da dietro la gonna di mia madre Kate.
Aveva un vestito rosa che le calzava a pennello.
«Mamma, non voglio scusarmi di niente. Dovrebbe scusarsi lui di quello che sta facendo a me e a Noah.»
Ophelia «Ancora lui...» sospirò «Devi lasciarlo andare.»
«Come puoi dirmi una cosa del genere!? Lo amo e nessuno mi farà cambiare idea, tantomeno tu.»
Ripresi a lavorare ma mia madre continuò a insistere seguendomi ovunque andassi.
Ophelia «Potremmo fare andare via lui. Sareste liberi entrambi, che ne dici?»
«Ho detto che non cambio idea. Non voglio allontanarmi da lui.»
Ophelia prese un respiro «Che devo fare Jen? Voglio solo riavere mia figlia...come prima.»
Pianse davanti a me ma io la guardai non sapendo che fare.
«Mi dispiace ma...non posso cambiare i miei sentimenti.»
Prima che potesse dire altro vidi mio padre incamminarsi verso mia madre con furia.
Non capì cosa stesse succedendo finché non la prese per un polso facendola cadere rovinosamente a terra.
Ophelia «Paul...aspetta! Volevo solo convincere Jen...l-lei è nostra figlia.» disse singhiozzando.
Paul «Non è nostra figlia. È una schiava! E sai benissimo le regole di questa casa.»
Prima ancora che mia madre potesse ribattere vidi mio padre colpirla con uno schiaffo, proprio dritto sulla guancia.
Ophelia «È nostra figlia!» ripetè alzando la voce «Dovremmo aiutarla...»
Mio padre però, non essendo della stessa idea, cominciò a picchiarla senza alcuna considerazione.
«Basta! Smettila!!» tentai di avvicinarmi ma le guardie me lo impedirono.
Vista la situazione sentì il piagnucolare di Kate.
Era vicino al tavolo del salone e non faceva altro che piangere e coprirsi con le manine gli occhi.
Avrei voluto tanto abbracciarla ma rimasi bloccata per via degli uomini che mi tenevano.
Quando smise con mia madre vidi lo sguardo di mio padre saettare su Kate.
Stava piangendo ancora e sicuramente questo gli dava fastidio.
Si avvicinò e a passo veloce andò verso di lei.
Era arrabbiato come non mai.
Kate, vedendolo arrivare, si sedette per terra portando le piccole gambe al petto.
Era terrorizzata...
Ophelia «Paul...è solo una bambina...» disse con voce stanca.
Era piena di lividi, graffi e piccole ferite aperte.
Tremai come una foglia e guardai mio padre darle un calcio, poi un altro.
Pianse ancora di più e cadde a terra urlando come una disperata.
«Kate!!» urlai a pieni polmoni e mi dimenai come una pazza per togliermi le mani da dosso di quei uomini «Dovete aiutarla!!» dissi guardando le guardie che però abbassarono velocemente lo sguardo.
Respirai velocemente e ritornai a spostare l'attenzione su mio padre che continuò a darle calci, pugni finché il suono della voce di mia sorella non smise di riecheggiare nel palazzo.
Mia madre si avvicinò piangendo al corpo di mia sorella mentre mio padre non fece altro che sistemarsi la camicia nuova.
«Sei un mostro! Mi fai schifo!» dissi guardandolo con odio.
Ero sempre rimasta in silenzio per paura di un suo atteggiamento ma adesso non mi importava più.
Aveva ucciso Kate e nel suo volto non vidi neanche un briciolo di pentimento.
Sembrava divertito...era solo un pazzo!
Paul «Stai zitta schiava. Ti farò tagliare la lingua.»
Lo guardai con disprezzo ma lui rimase lì ad osservare il tutto.
Le guardie mi mollarono e fissai la scena poco distante da me.
Ophelia «La mia b-bambina...»
Continuò a ripeterlo tante volte e si abbracciò il corpicino senza vita.
Ero distrutta ma mia madre lo era ancora di più.
Era fuori di sé...
Continuava a ripetere il suo nome anche se sapeva benissimo che non si sarebbe svegliata.
Delle lacrime mi solcarono il viso e guardai le altre domestiche che non avevano il coraggio di avvicinarsi a lei.
Dopo un po' vidi mia madre chiamare una guardia per farsi aiutare con il corpo di Kate.
Ophelia «Fate piano! È...delicata.»
La guardia in risposta la prese con delicatezza e mia madre lo seguì uscendo dal palazzo.
Calò il silenzio e fissai mio padre con rabbia.
Lo odiavo.
Lo odiavo con tutta me stessa.
Paul «Per colpa tua ho perso un altro affare.»
In quel minuto non lo ascoltai.
Alzai lo sguardo verso il piano di sopra e mi domandai se Noah avesse sentito almeno qualcosa.
Sospirai e purtroppo ritornai a lavoro guardando costantemente la porta d'ingresso nell'attesa che arrivasse mia madre.

La salvezza ha il colore dei tuoi occhi Where stories live. Discover now