Leggo un libro davvero disturbante

78 4 17
                                    

-La prima volta che ho messo la mano sui fornelli avevo circa quattro anni, penso, forse cinque, e l'ho letteralmente messa sul fornello, mi sono ustionato... non il modo migliore di iniziare, ma puoi capirlo, dai, ero un bambino. Mia madre e mio padre avevano litigato, e sapevo che ogni volta che litigavano mia madre prendeva sempre dei biscotti. Ma quel giorno non c'erano biscotti, e ricordo che avevo visto la sua espressione afflitta quando si è accorta che erano finiti. Forse ero stato proprio io a finirli, quella mattina. Non è importante, ma ricordo che sono andato in cucina, e ho preso qualche ingrediente che nemmeno ricordo, cercando di fare dei biscotti. Mi sono ustionato, e ho creato un disastro, ma nonostante tutto non mi sono arreso. È stato come una sveglia. In quel momento mi sono reso conto che non volevo più vedere espressioni afflitte sul volto di mia madre, né sul volto di nessuno. La cucina non è solo una passione, per me è il modo di avvicinare le persone, rasserenarle, curarle... ed è, praticamente, una magia- Leonardo amava parlare della sua più grande passione, e quando iniziava, non sembrava riuscire più a fermarsi.

Ma si rese conto che forse stava parlando da troppo, perché si interruppe, mettendosi una mano sulla bocca, e si girò a guardare il suo interlocutore, che gli sorrideva intenerito, e sembrava ascoltarlo con estrema attenzione. I suoi occhi grigi erano chiari e limpidi, e i capelli biondi riflettevano la luce del sole estivo.

Era un uomo bellissimo.

E... era il suo ragazzo.

Beh, non avevano un'etichetta, ma praticamente sì.

Quello era il loro primo appuntamento, ed erano intenti a passeggiare nel suo palazzo.

Sì, perché quel bellissimo uomo era anche un principe, futuro re del regno di Jediah, protetto dal dio delle pietre preziose e dei viaggi interdimensionali.

Leo aveva proprio fatto jackpot.

-Scusa, Daryan... sto parlando troppo. Quando inizio a parlare di cucina non mi ferma più nessuno- il giovane cuoco si scusò, e si tirò indietro i riccioli rossi, leggermente imbarazzato.

-Oh ti prego, non fermarti. Adoro sentirti parlare, soprattutto ora che dici la verità- lo incoraggiò il ragazzo, con un occhiolino complice.

Leo non se la prese per la non velata frecciatina. Dopo aver mentito per un mese e mezzo, era già tanto che il principe non l'avesse buttato nelle prigioni accusandolo di alto tradimento.

Ridacchiò.

-Giuro che questi sono fatti veritieri al 100%, lo giuro sui miei biscotti arcobaleno- Leo si mise una mano sul cuore.

-Giuramento molto affidabile, lo devo ammettere- Daryan si lasciò andare in una risata, e poi gli tolse affettuosamente una ciocca di capelli da davanti gli occhi.

Il cuore di Leo perse un battito.

-Non riesco a credere che siamo davvero arrivati a questo punto- ammise, osservando il suo interlocutore con estrema attenzione, cercando di imprimere nella sua mente ogni dettaglio. Come se temesse che sarebbe potuto scomprarire da un momento all'altro.

-Già... davvero difficile da credere... per questo non mi sorprende che sia finita prima ancora di iniziare del tutto- Daryan ritirò la mano, e il suo sguardo si fece improvvisamente freddo.

Leo rimase congelato sul posto.

-Cosa?- chiese, sorpreso.

L'atmosfera idilliaca che fino a pochi attimi prima rendeva lo scenario romantico e brillante sembrò spegnersi di colpo, lasciando il panorama freddo e vuoto.

Daryan piegò la testa, e accennò un sorrisino incredulo.

-Ma come, ti sei già dimenticato di mia moglie, mio figlio e i miei nipoti? Il mio futuro è letteralmente scritto, ed è molto meglio di quello che potrai mai offrirmi tu- gli spiegò, lentamente, come se stesse parlando ad un bambino piccolo.

Rainbow CandiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora