Capitolo 10. Allontanamenti Temporanei

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Allontanamenti temporanei

Pt 1

"And every second was forever"

Sbattei le palpebre mentre le sue mani, posate su entrambe le mie spalle, mi scuotevano

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Sbattei le palpebre mentre le sue mani, posate su entrambe le mie spalle, mi scuotevano. Ero rimasto bloccato in quella posizione per cinque minuti buoni, senza spiccicare una sola parola o fare un movimento, anche banale. Il cielo era pieno di stelle, e mi chiesi se non fossero state proprio loro a portarlo lì da me, guidandolo sulla scia dei miei disideri, in parte realizzati dal momento in cui i nostri occhi si sono incontrati nella notte, in piedi sugli scalini di casa mia. Non mi preoccupai del tono alterato della voce, né di come le sue grandi mani riempissero le mie spalle come se nulla fosse. Mi sono concentrato sulla sua espressione preoccupata, osservando con affetto la piccola ruga che si creava in mezzo alle sue sopracciglia quando mi rivolgeva quello sguardo arrabbiato.

I suoi occhi non mollarono i miei nemmeno un secondo e sembrava volesse dire un mucchio di cose senza sapere da dove cominciare. Io non fui da meno, comunque. Avrei voluto chiedergli perché fosse lì e da quanto tempo mi stesse aspettando, ma rimasi in silenzio. L'unico suono che si sentiva fu quello di un gufo, che bubolando ci informò della sua presenza.

«Taehyung, ti aspetto da otto ore! Dove sei stato? Cosa ti è successo alla mano?» Chiese Jay tutto di fretta, guardingo e ansioso di sapere.
Mi aveva aspettato tutto il pomeriggio e la sera lì, seduto su quegli scomodi scalini e non potevo fare a meno di pensare quanto fosse cattivo da parte sua illudermi in quel modo. Perché l'aveva fatto? Cosa significavo io per lui? Ancora non ci conoscevamo molto, ci eravamo visti parecchie volte ma parlavamo da solo poche settimane, quindi perché mi faceva sentire così? Ero confuso.
«Che ci fai qui, Jay?» Gli chiesi, curioso di sapere. Forse lui si stava solo comportando normalmente ed ero io a prendere in giro me stesso.
«Prima ti ho visto sfrecciare a tutta velocità sulla strada.»  Cominciò.
«Sì, io...»  stavo per dire, ma Jay m'interruppe. Fece un passo in avanti e mi prese la mano fasciata.
«Piangevi e continuavi ad accelerare. Ho temuto che potessi andare a schiantarti da qualche parte. Quindi ho cercato di raggiungerti di corsa, ma a un certo punto ti ho perso di vista. Allora sono tornato indietro, mi sono detto che saresti tornato entro breve tempo... Invece ho aspettato qui per otto ore. Ero preoccupato, mi domandavo cosa ti fosse accaduto e perché ci stessi mettendo tanto a tornare. Non sapevo se venire a cercarti o continuare ad aspettare per paura di scambiarci le strade.» Disse tutto di fretta.
Annuii comprensivo. E quindi si era preoccupato per me? I miei film mentali stavano andando lontano, erano diventati una serie lunga una vita. Volevo rispondergli, dirgli cosa mi era accaduto, anche se omettendo mille dettagli, ma Jay riprese di nuovo a parlare e mi ritrovai di nuovo a dover chiudere la bocca.
«Dimmi. Che cosa è successo? Perché sembravi tanto triste? E la tua mano per quale ragione è  fasciata in questo modo?»
«Se solo mi lasciassi parlare potrei anche dirtelo» feci un sorrisino, che però non contagiò il suo.
«Allora parla.»
«Vuoi farlo qui fuori? Entriamo. Ti offro del soju... O della coca. Credo di aver bevuto abbastanza per oggi.»
«Sei stato addirittura a ubriacarti?» Chiese arrabbiato.
Lo sorpassai per salire i gradini. Infilai la chiave nella serratura, che con uno scatto si aprì, e mi girai per fargli segno di seguirmi.

Ho inseguito le stelle|Taekook🦋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora