When you lead

152 8 10
                                    

Era l'alba.

Harry aveva sempre amato l'alba, sin da bambino.

Veniva da una famiglia di contadini per bene, gente rispettabile che si uccideva di lavoro dalla mattina alla sera per riuscire ad avere tutto quello che fino ad allora si erano potuti permettere.

Harry aveva avuto il miglior esempio che avesse mai potuto desiderare, i migliori genitori del mondo.
Lo avevano fatto sentire amato, capito e sempre gradito. Mai una volta in cui si fosse sentito di troppo nella sua famiglia, mai una volta che si fosse sentito giudicato.

Era la sua famiglia.
Erano i suoi genitori, era sua sorella.

Ma ora...

Lì seduto, tra una balla di fieno ed un'altra poco distante, Harry piangeva silenziosamente i suoi cari.

Era sicuro di aver chiuso bene la bottiglia dei liquori poco prima di scendere giù, di sotto, nell'orto.
Era sicuro di aver fatto quanto c'era da fare per assicurarsi che non ci fossero incidenti.

Forse era stata Gemma, sua sorella.
Aveva sempre avuto la cattiva abitudine di entrare in una stanza e lasciare tutte le porte aperte. Di uscirne senza curarsi poi di chiuderle.

Forse era stata una sua svista ad aver lasciato che il fuoco arrivasse fin lì.
Forse era stato questo a far bruciare la sua casa, ad aver ucciso la sua famiglia mentre dormiva.

E pensare che anche lui si sarebbe dovuto trovare a letto in quel momento.. ed invece no. Lui era sceso di sotto per fare una sorpresa a suo padre.

Al mattino avrebbe trovato i pomodori raccolti sulla sua tavola, senza alcuna fatica. Si sarebbe complimentato con lui, lo avrebbe abbracciato e gli avrebbe sistemato i capelli come al solito con le dita.
Insomma sarebbe stato fiero di lui.

E questa decisione lo aveva salvato.

Harry si rendeva conto, li, sulla terra fredda e un po' umida, che avrebbe preferito morire con loro forse. Che avrebbe preferito andarsene via insieme alla sua famiglia invece che rimanere lì da solo, senza una famiglia, senza una casa, senza le persone a cui voleva bene.

Ora è solo.
Totalmente.

Non sa cosa fare ne dove andare, sa solo che non vuole e non può rimanere li.

Si alza, dunque, e si incammina.

Non sa nemmeno lui per dove.

Sa solo che camminerà finché le gambe gli reggeranno, finché i piedi non doleranno e finché le energie lo assisteranno.

Camminerà fino all'orizzonte e poi ancora più in là, oltre quella linea dove non vede più nulla.

Cammina per sei giorni e sette notti, sentendo come di morire diverse volte lungo la strada.

I piedi sono pieni di tagli e di ferite, perché camminano nudi sulla terra dura da troppo tempo.
La fame, per quanto potente, lo ha ormai abbandonato, non sente più nemmeno quella.
Gli gira la testa e cade due volte. Si rialza a fatica e poi continua, appoggiandosi di tanto in tanto a qualche masso per trovare un po' di riposo.

Arriva ad una casa e dopo aver bussato e non aver ricevuto risposta, si intrufola nella cuccia del cane, assente anche lui, per recuperare qualche tozzo di pane vecchio da mangiare.

Torna a camminare solo dopo averlo finito con avidità ed arriva il giorno dopo, all'alba, in una cittadina affollata ed un po' spenta.

Harry non vi fa caso. Continua a camminare e si accascia stremato solo quando vede le scalinate di una chiesa.

Night Before Christmas Where stories live. Discover now