DUE

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CHIARA


Presente...








La pioggia continua a battere incessante sulla finestra della mia stanza. So che dovrei tirare giù le tapparelle, ma vedere come i rivoli d'acqua scorrono a contatto col vetro mi ha sempre affascinato. Trovo che ci assomigliano più di quanto possiamo immaginare. Esattamente come noi, provano a crearsi una propria storia, talvolta s'incontrano per un breve tratto, ma molto spesso vanno da parti opposte.

Afferro il telefono, osservo l'ora e decido di prepararmi.

Ho bisogno di trovarmi un lavoro part-time da fare dopo la scuola.

Sono passati solo due giorni da quando ho deciso di andarmene dalla casa dei nonni e di trasferirmi da mio fratello.

Loro non volevano ma, detto tra noi, ormai ho diciotto anni e non sta più a loro prendere decisioni per conto mio, per fortuna.

Diciotto anni da che sono al mondo, quattro dall'ultima volta che l'ho visto.

Tento di non pensare a lui, al dolore che mi ha causato e a quello che ancora adesso è in grado di farmi.

Sono maggiorenne ormai e non c'è nulla che può ferirmi. Ho già perso tutto ciò che avevo di importante nella mia vita. Tutto tranne Miky. Sento delle nocche battere contro il legno della porta e, dopo il mio permesso, apre l'anta. È appoggiato allo stipite mentre mi osserva con una luce meravigliosa negli occhi azzurri identici ai miei, o meglio, ad uno dei miei. «Allora ragazzina, hai finito di sistemare tutto?», domanda mio fratello tenendo le braccia incrociate e ingrossando così i bicipiti sotto la t-shirt bianca.

«Sì, come puoi notare non ho portato molto con me. I nonni insistevano per affibbiarmi una vita che non era esattamente di mio gusto», mormoro alzando una gonna di chiffon verde acqua e mostrandogliela.

Miky scoppia a ridere mentre si porta entrambe le mani davanti al volto.

«Ehi,non è divertente!», esclamo lanciandogliela addosso ma lui la evita scansandosi. Alza un sopracciglio poco convinto e io scuoto la testa.«Okay, forse era un po' divertente.»

Avanza, entrando nella mia stanza e, sedendosi sul mio materasso, mi afferra le mani nelle sue. Abbiamo cinque anni di differenza e anche se dopo la morte della mamma e dell'arresto di mio padre avrebbe potuto tenermi con sé, gli assistenti sociali non lo ritenevano una tutore adeguato. Aveva solo diciannove anni all'epoca, non un lavoro e una fedina non del tutto pulita. In questi quattro anni di lontananza non sono stata la sola a soffrire, anche lui ha perso molto.

«Domani andiamo a comprare dei vestiti nuovi, vestiti normali e non quelle torte che ti facevano indossare quegli squilibrati dei tuoi nonni. Cosa ti piacerebbe?»

Alzo le spalle perché non ci ho mai veramente pensato. Mi sistemo una ciocca di capelli biondi, ora più chiari dopo l'estate passata al mare, dietro l'orecchio e mi accomodo al suo fianco.«Credo le solite cose: qualche jeans, un paio di felpe, cose così, per tutti igiorni.»

Miky afferra la mia mano in maniera più salda.«Tutto quello che vuoi, ragazzina», mi promette e nel suo sorriso meraviglioso rivedo quello di mamma, così come nei suoi occhi azzurri e nei capelli biondo miele.

«A dire il vero ci sarebbero un paio di cose che mi piacerebbero per il mio compleanno, ma non hanno a che fare coi vestiti», ammetto. Mi fissa incuriosito, spronandomi a continuare. «Mi piacerebbe molto farmi un piercing e un tatuaggio», ammetto.

«Whoo. Okay, dammi un attimo», dice sorpreso alzandosi dal letto. Cammina fino alla porta della mia stanza, poi si gira, sorridendo.

Lascio andare un lungo sospiro che stavo trattenendo, e scuoto la testa ridendo. «Grazie», gli dico soltanto e dopo avermi fatto l'occhiolino esce dalla mia stanza.

Colonna Sonora Della Mia Vita (the Rossi's Series 4)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora