Capitolo 16. Incontri improvvisi

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Capitoli 16. Incontri improvvisi pt 2

"I've become so numb"

Ero ubriaco fino all'osso quando sono arrivato a casa di Jimin

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Ero ubriaco fino all'osso quando sono arrivato a casa di Jimin. Il mio migliore amico sbatté forte la porta dell'appartamento non appena entrammo dentro, e mi rivolse un'occhiataccia così arrabbiata che mi sentii intimorito per un attimo, il tutto era ovviamente amplificato dalla mia condizione di poca lucidità, difatti non riuscivo a vedere chiaramente le cose che mi stavano intorno e barcollavo in continuazione, come se fossi in piedi su una giostra che non si fermava mai, e che girava su se stessa come una trottola impazzita.
In più, la mia mente era completamente bloccata alla visione di quel ragazzo con la mascherina, che avevo visto pochi minuti prima di allontanarmi dal locale dove avevo passata la mia serata: era Jay? Gli somigliava così tanto, che non riuscii a fare nient'altro che fissarlo mentre spariva oltre i muri delle case e dei ristoranti. Impazzivo al solo pensiero che potesse veramente essere lui, e avrei fatto di tutto per scappare dalla macchina e corrergli dietro, fermarlo e assicurarmi se non ti trattasse tutto di un'illusione, ma la testa mi girava e c'era la possibilità che fosse solamente una mia fantasia, creata dalle cinque birre che mi ero scolato in meno di un'ora. Che stupido che ero stato! Se veramente fossi andato da quel ragazzo, e non fosse stato Jay, la delusione mi avrebbe fatto versare tutte le mie lacrime, senza modo di poterle fermare. Ormai non c'era più niente da fare per noi due, c'erano solo stelle solitarie sulla scia ricamata di ridenti nostri ricordi. Quelle stelle che lo avevano portato da me, adesso restavano lì, sospese sulla mia tristezza mentre mi riportavano alla memoria quanto fossi stato bene insieme a lui. Chissà se, seguendole anch'io, mi avrebbero guidato da Jay, dai suoi occhi, dalle sue fisse, dalle sue mani che sapevano raccogliermi dal fondo quando ci cadevo dentro. Non mi sarebbe mai passata, avrei sempre pianto la sua mancanza.
«Possibile che non possa fidarmi di te, Taehyung? Guardati! Sei ridotto a uno straccio»
Non so se stava urlando davvero o se m'immaginassi le cose, ma il suo tono di voce era veramente alto e sembrava parecchio arrabbiato.
«Mi fa male la testa» mugugnai stringendomi le tempie trai palmi.
M

i buttai sul divano in salotto, sperando con tutto me stesso che Jimin non si mettesse a farmi prediche e ramanzine, ma i miei desideri furono stroncati sul momento, quando lui mi raggiunse di corsa e sbattè anche la porta del salotto.
«Adesso basta Taehyung, dobbiamo fare un discorsetto noi due.» Disse duramente.
Sbuffai, non avevo il controllo di me stesso e temevo di alterarmi senza un motivo con il mio migliore amico, dicendo cose che non pensavo e che avrei detto solamente per colpa dell'alcol.
«Non possiamo farlo domani? Non ho voglia di ascoltare le tue ramanzine per oggi.»
Presi il cellulare, e deciso a ignorare Jimin richiamai Jay, ma la solita monotona voce della segreteria mi riempì le orecchie di inutili parole, e il cuore di rammarico e tristezza.
«No, parleremo proprio adesso Taehyung. Ti  stai solo facendo del male! Non posso credere che devo sempre stare in allerta ogni volta che esci senza di me. Stai diventando uno scemo, e lasciami dire che hai veramente esagerato questa sera! Ti stai riducendo a una pezza, e tutto per un ragazzo che non merita un solo secondo della tua attenzione!» Esclamò furioso.
Mi passai una mano in mezzo ai capelli, i miei sospiri coprivano l'altrimenti silenzio.
«Non parli? Pensi che siano normali in tuoi atteggiamenti?» Domandò, faceva avanti e indietro per la stanza come se non riuscisse a stare fermo.
«Cosa vuoi che ti dica?» Risposi chiudendo gli occhi, infastidito dalla luce accesa nella stanza e con ancora la voglia di piangere per Jay.
«Non voglio che tu dica niente. Voglio semplicemente che riprendi in mano la tua vita. Smettila di metterti in pericolo per qualcosa, o meglio qualcuno, per cui non vale la pena stare tanto male.»
«Pensi che voglia stare male di proposito? Sei totalmente fuori strada. Se potessi cancellerei Jay dalla mia testa, ma è difficile e più passa il tempo più vorrei tornare da lui, e passarci la mia intera esistenza. So che sto facendo lo stupido, ma è una cosa che non posso cambiare. Se hai intenzione di farmi la predica perché amo una persona che non posso più vedere, perdonami Jimin, ma stai perdendo il tuo tempo. Vado a dormire» mi misi in piedi, e anche se barcollavo mi diressi verso il corridoio che portava nelle camere da letto.
«Voglio semplicemente che almeno ci provi ad andare avanti. Non sopporterei di vederti stare così per ancora tanto tempo.» Disse alle mie spalle, ma non risposi e mi chiusi in camera mia con il petto che rischiava di cedermi.
Mi appoggiai su una parete, fredda e spoglia, e mi lasciai cadere a terra afflitto dal pianto, ancora una volta. Stavo seriamente diventando ridicolo, giorno dopo giorno, ma non potevo fare a meno di soffrire per amore, e niente poteva rallegrarmi.

Ho inseguito le stelle|Taekook🦋Donde viven las historias. Descúbrelo ahora