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𝚓𝚒𝚖𝚒𝚗

mi sveglio e jungkook non è nel letto. Oggi non avrei lavorato mentre lui si.
Mi alzai, mi feci una doccia e mi misi la pomata nei punti in cui sentivo ancora dolore.
Feci colazione e mi stesi sul divano a guardare qualche programma a caso, verso le sei di sera sentì la porta di casa che veniva aperta, mi alzai e mi diressi all'entrata credendo che fosse Jungkook.

«c-chi s-sei?»
«oh jiminie, questo non lo puoi sapere»

il ragazzo che era entrato in casa era bendato, si vedevano solo gli occhi e la bocca.
Afferrò la mia mano e mi butto sul divano, mi tolse i pantaloni del pigiama e i boxer

«sai, avere basi di medicina  e psicologia aiuta»
«c-che s-significa?»
«che casualmente so come indurre le persone a fare quello che voglio»
«j-jungkook»
«esatto Jiminie, proprio lui, non si ricorda nemmeno di averti violentato, sa solo che lo avete fatto come sempre, ma ora tocca a me, e stai sicuro che io ricorderò tutto»

si tolse i pantaloni e i suoi boxer, mi girò a pancia in giù e mi penetrò come se niente fosse.
Iniziai a urlare, dimenarmi ma nulla funzionava

«sta fermo»

venne, venne dentro di me, mi sentì violato e lacerato nel profondo

«che piangi, dovresti godere piccolo Minnie»

ancora, ancora, ancora e ancora.
Non so quando tempò passó a giocare con il mio didietro, ma abbastanza da rompermi in mille pezzi.

«Aaaaa jimin, tu si che soddisfi bene le persone»

si alzò e andò via lasciandomi li, inerme e senza piu la voce usata per cercare aiuto.

Una porta che sbatte, dei passi che corrono nella mia direzione e una voce, l'unica voce capace di farmi stare bene

«jimin!»
«j-jungkook»
«ci sono io ora, sono qui, sono qui amore»

*angolo autrice*

e niente, doppio aggiornamento, mi andava

🅒︎🅞︎🅒︎🅒︎🅞︎🅛︎🅔︎  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora