🌺 La rosa dell'inverno 🌺

Capitolo 23

La luce languida della luna filtrava dall’unica finestra presente nella camera, il suo fascio di luce argenteo ricopriva di poco quel metro e mezzo di pavimento che separava la finestra dal letto per posarsi candidamente, come una leggera coperta, sui corpi addormentati di Jeremy e Grace. Le braccia di lui l’avvolgevano per la vita, mentre una mano di lei era posata quasi nell’incavo del suo collo. E le loro gambe attorcigliate sembravano sfidare il caldo, seppure nella stanza la frescura dell’aria climatizzata aveva permesso loro di addormentarsi abbracciati.

Si erano amati con una dolcezza tale da sembrare spaventosamente irreale; nonostante per Jeremy fossero passati più di due anni, il trasporto che sentiva per Grace andava al di là della necessità di un rapporto unicamente fisico, le sue attenzioni avevano in un primo momento lasciato la ragazza perplessa aspettandosi un amplesso travolgente che si era invece rivelato una passione fatta di baci e carezze al limite della dolcezza, lasciandola ancora più stupita e trasportandola in un vortice di desiderio che mai prima aveva sperimentato.
Jeremy l’amò con tutto se stesso, quasi come stesse facendo l’amore per la prima volta. Con Melanie anche aveva assaporato momenti di dolcezza alternati ad attimi di follia, quella follia che, però, contraddistingue i giovani con le loro prime esperienze da rendere ogni atto, ogni gesto, unici, soltanto perché non ce ne sono altri prima. Ora, invece, gli parve di nuovo come un’esperienza nuova, ma al tempo stesso già vissuta, solamente molto più amplificata, al punto da non riuscire a comprendere quel trasporto da dove scaturisse.
Per Grace, invece, fu diverso; anche lei aveva sperimentato con Steve il primo innamoramento, i primi batticuori, la sua prima volta, tante nuove prime esperienze, ma anche per lei c’era stata la follia del momento, un concedersi per amore ma al tempo stesso poche volte davvero appagante e dentro sé si era spesso chiesta se era tutto lì. Le sue amiche parlavano del sesso come una delle cose più piacevoli della vita, mentre lei non ci trovava tutta quella euforia, al punto da credere di essere lei forse sbagliata. E quando Jeremy l’aveva adagiata sul letto si era chiesta cosa avrebbe provato: un semplice ed effimero piacere? Era così presa da lui che non le sarebbe importato se quello era il massimo del piacere che riusciva a provare. Dunque, aveva pensato che probabilmente essere innamorati non includeva per forza quella passione travolgente e appagante di cui aveva letto in tanti romanzi. Eppure, sin da subito si era dovuta ricredere, nonostante temesse che anche Jeremy alla fine fosse come Steve.

Gli aveva permesso di spogliarla lentamente, di accarezzarle ogni centimetro del corpo, di incendiarla con il suo sguardo bramoso ma timido, di baciarle la pelle già rovente. Aveva chiuso gli occhi e si era lasciata andare ad un piacere del tutto nuovo, qualcosa di già provato ma di una intensità che non immaginava potesse provare. E poi lui aveva continuato ad amarla con una dolcezza quasi estenuante che l’aveva trascinata in un vortice di estasi che l’aveva abbandonata solo quando, molto tempo dopo, si era addormentata sul suo petto ancora ansimante.

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Pian piano i riflessi argentei lasciarono spazio alle prime luci dell’alba. Jeremy fu il primo ad aprire gli occhi abbagliati dalla luce e non si rese subito conto di trovarsi in una situazione che non viveva da anni. Ne fu quasi spaventato, abituato ormai a svegliarsi da solo in un letto freddo e vuoto. La sua mente, però, ristabilì subito la connessione con la realtà e, prima ancora di abbassare lo sguardo sulla donna che gli dormiva accanto, sorrise al pensiero che il suo cuore era finalmente tornato a vivere. Guardò il dolce viso di Grace, leggermente accigliato ma rilassato, e non poté fare a meno di accarezzarlo.

«Buongiorno!» sussurrò lei, sorridendo e aprendo lentamente gli occhi.

«Buongiorno… Hai dormito bene?» le chiese Jeremy.

«Una meraviglia!»

Sui loro volti i sorrisi si aprirono ancora di più finché lui non le posò un bacio sulle labbra leggermente gonfie e morbide. Restarono abbracciati in silenzio ancora un po’, per poi prepararsi ad affrontare una nuova giornata.

Di soppiatto, Grace sgattaiolò in camera sua e seduta sul bordo del letto ripensò alla notte appena trascorsa, una notte impregnata di magia, di sensazioni che ancora le facevano battere il cuore. Capì che non era così sbagliata come aveva creduto in tutti quegli anni, che aveva finalmente fatto l’amore come sempre l’aveva sognato ogni volta che si perdeva nelle pagine romantiche di un libro. L’unico dubbio era sapere se anche Jeremy aveva avvertito le sue stesse sensazioni. Forse lui era sempre stato così dolcemente premuroso… Forse l’impeto di non avere un rapporto irruente era dovuto al fatto che in quei due anni aveva magari avuto qualche rapporto fugace... Forse per lui era stato solo sesso... anche se non era quello che aveva percepito; era stato così premuroso che le era impossibile pensarlo.

Uscì dalla stanza e in quello stesso istante si aprì anche la porta della camera di Jeremy. Si avvicinò e cautamente, guardandosi prima intorno, gli posò un rapido e fugace bacio sulle labbra per poi correre via, provocandogli un sorriso sommesso e una scossa al cuore.

Dopo essersi accertata sulla salute di sua zia, Grace andò a sedersi alla tavola apparecchiata già per la colazione, di fronte a Jeremy, il cui sguardo ammaliante la fece avvampare.

«Come sta tua zia?» le chiese, cambiando argomento nel vederla leggermente imbarazzata.

«Si sente meglio, ma sarebbe comunque opportuno se tu dopo andassi a visitarla» rispose la ragazza.

«Ovviamente, lo farò.»

Consumarono la colazione in silenzio, lanciandosi occhiate e sorrisi che non passarono inosservati alla vecchia Susan.

«Che ne dici, più tardi, di fare una passeggiata?» chiese Jeremy.

«Ci sto. Credo che dobbiamo parlare» concluse Grace, una volta che entrambi si furono alzati da tavola.

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