I'm at home in your arms

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"Ci vediamo domani Louis."

"A domani, Travis."

Louis ricambiò il saluto e l'abbraccio del suo collega di lavoro, Travis Smith, un uomo di quasi trent'anni, moro, alto, con gli occhi scuri e il sorriso splendente. Lavora in quell'azienda da ormai due anni e da due anni riceve numerose lusinghe dallo stesso Travis. Gli ha regalato rose, scritto delle bellissime lettere contenenti parole meravigliose, lo ha persino invitato ad uscire, ma Louis non ha mai ricambiato con altrettanti gesti, si è limitato a ringraziarlo e ad essere sincero con lui, dicendogli chiaramente che non era interessato a lui, o meglio, se le circostanze fossero state diverse avrebbe anche potuto pensarci, ma aveva una figlia di cinque anni a cui pensare, non poteva perdere tempo dietro agli uomini, non era più un adolescente, adesso aveva delle responsabilità.

E poi, detto tra se e se, Travis non era nemmeno il suo tipo ideale.

Nonostante ciò però, continuava comunque a provarci con lui, ogni tanto gli regalava dei fiori, però si limitava a questo. Tuttavia Louis aveva in testa solo la sua bellissima bambina, non intendeva dedicarsi ad altro se non a lei e al lavoro. Voleva essere un padre modello e un esempio, non avrebbe mai messo qualcos altro al primo posto se non sua figlia.

Non l'aveva desiderata, era un diciannovenne, ubriaco, ad una festa del college, e aveva commesso l'errore di andare a letto con una ragazza di cui nemmeno sapeva il nome a quel tempo. Non avrebbe mai pensato che quello sarebbe stato l'errore più bello di tutta la sua vita. Aveva dovuto fare molti sacrifici per poterla mantenere e per poterla educare nel modo giusto, ma c'erano state sua madre e le sue sorelle ad aiutarlo e non potrà mai ringraziarle abbastanza per tutto ciò che hanno fatto per lui.














"Louis." Il castano era disteso sul letto quando aveva sentito bussare alla porta. Si alzò e andò a vedere per poi scoprire una ragazza bionda che conosceva molto bene.

"Emily, cosa ci fai qui?" Chiese incuriosito.

Ormai era passata una settimana e poco più da quando erano finiti a letto insieme, e già diversi giorni prima avevano concordato di non parlarne più, che era stata una cosa di una sola notte e che entrambi avevano commesso uno sbaglio, dato che erano ubriachi. E poi a Louis, piaceva decisamente altro.

La ragazza chiuse la porta della stanza e guardò Louis negli occhi:"Sono incinta."

Louis scoppiò a ridere:"Questi scherzi sono di pessimo gusto, lo sai?"

"Non è uno scherzo. Ho fatto più di un test, sono davvero incinta."

Louis a quel punto tornò serio e spalancò la bocca per lo stupore.

"O mio dio."

"Hai visto in che cazzo di situazione ci troviamo?" parlò lei.

"Eravamo entrambi ubriachi, non potevamo sapere che sarebbe successo."

"Ma è successo Louis, e cazzo, questo è un grosso problema! E io che pensavo ti piacesse il cazzo!"

"Hai detto troppe volte cazzo." rispose Louis.

"Questo è tutto ciò che hai da dire?"

"Hai ragione, non sono attratto dalle donne, ma in queste maledette feste dove c'è alcool a profusione può succedere qualunque cosa, non ricordavo nemmeno il tuo nome!" aggiunse il castano.

"Questo ormai non ha più importanza Louis, io aspetto un bambino che non voglio!"

"Cosa? Non lo vuoi?"

I'm at home in your arms- Larry StylinsonWhere stories live. Discover now