Capitolo 21

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Sono una neonata, una dolce innocente bambina, non ho ancora colpe. Mia madre è in piedi di fronte a me e mi guarda, è più giovane della prima visione e sembra essere più rilassata, con gli anni della gioventù appena passati, se non fosse per i suoi occhi colmi di terrore. Dagli occhi della me bambina non si capisce cosa sia a terrorizzarla, magari è qualcosa dietro di me, perciò mi giro di scatto. Non vedo niente che possa essere spaventoso. C'è una finestra che da su un giardino, io sono davanti ad essa e . . . Aspetta un attimo! STO VOLANDO! Una me bambina di un metro e un tappo non dovrebbe essere capace di vedere l'intera finestra. Mia mamma mi guarda come se fossi posseduta, provo in qualche modo a comunicare ma sono troppo piccola per parlare, vedendo i miei movimenti quella donna si mette a urlare e scappa il più lontano da me.

Si susseguono altri ricordi simili, io di neanche un anno che faccio cose con la magia e gli sguardi dei miei genitori, disgustati.

A ricordare per la prima volte quelle cose mi si chiude lo stomaco, è come avere le vertigini o come nuotare, infatti mi sento anche bagnata. Apro gli occhi e capisco perché: sto piangendo. Cerco di asciugarmi le lacrime che sono patetiche, sto piangendo per due perfetti sconosciuti, che mi hanno abbandonato e perciò non si meritano nulla da me, neanche le mie lacrime. . . Due perfetti sconosciuti che sono a pochi metri da me. Come nei miei incubi sono lì davanti a me, con uno sguardo misto tra il terrorizzato e il disgustato, però non sono nella mia vecchia casa, sono dentro Casita, circondati da persone a cui voglio bene, che mi fissano con lo stesso sguardo. Non c'è la faccio, non c'è la faccio a essere guardata come fossi un mostro, non un altra volta...

Pov esterno

Camilo sta guardando il punto dove prima c'era una camera, dove ora c'è un tornado azzurro, che distrugge tutta quella facciata di casa sua. Al centro di quella macchina infernale c'è una delle poche persone che ama veramente: Margherita. In un primo momento di shock credeva che fosse sveglia, ma ora guardando meglio capisce che ha perso conoscenza, che probabilmente non ha più il controllo sui suoi poteri. I genitori di Margherita guardano la loro figlia fluttuare come se fosse il loro peggior incubo, ora capiva cosa intendeva quando diceva di volere una famiglia. Se l'unica famiglia che tu abbia mai avuto ti considera una bestia di satana, è normale desiderarne un altra. 

Mirabel, che è appena comparsa da un buco nella parete con un nuovo talento, sta urlando qualcosa di poco chiaro, come "D-etr-o, nn f-al-i a-pp-re" oppure "Dietro, non farli scappare". I genitori di Margherita sono scomparsi nel caos, scappati un altra volta, abbandonando ancora la loro bambina in balia della morte. Fu lì che Camilo prese una decisione, sarebbe stato lui a salvarla, sarebbe stata la sua famiglia, loro non l'avrebbero abbandonata. "Portate via Abuela!" urlò Pepa, Camilo guardò Mirabel e le fece intendere che quel compito spettava a lei, poi si buttò su per le scale. Quello che ne rimaneva delle scale, che ormai erano un ammasso di macerie in verticale.

Camilo raggiunse il secondo piano sotto forma dell'Alteta che avevo visto in televisione ieri, e si ritrovò a due passi dal tornado blu che spazzava via tutta la casa. Naturalmente Casita stava cercando di placare la furia del tornado, creando sempre nuove pareti, che purtroppo andava disperse in poco meno di dieci secondi, come avrebbe salvato Margherita ancora non ne aveva idea. 

-Margherita!- urlò per cercare di svegliarla, ma la sua voce andava persa con il vento incessante -Ti prego, ti devi svegliare!- 

Cercò di avvicinarsi per quanto poteva: un passo, due passi, al terzo per poco non gli finì una parete in faccia. Quattro, cinque, sei e al settimo stava per entrare nel tornado. L'opposizione del vento era implacabile, così scelse di trasformarsi in uomo massiccio, ma non c'è ne fu bisogno. 

Luisa comparve al suo fianco: -Torna nella tua forma originale  Camilo! E tieniti forte- . Lo prese e con una sola mano lo sollevò da terra e lo scaglio nell'occhio del ciclone. Attraversò un vento fatto di macerie della sua stessa casa, rischiando di finire ucciso ogni secondo che passava, ma più si avvicinava al centro più le macerie diminuivano e il vento si placava, più Margherita si avvicinava. 

Si ritrovò a un passo dal centro,  l'oltrepassò, con l'ultima goccia di velocità che Luisa gli aveva dato scagliandolo nel cielo, e si ritrovò al centro. Lì tutto era fermo, tutto era calmo e il silenzio era surreale. Lui riusciva perfino a fluttuare, sembrava di stare nello spazio.

-Margherita!- urlò e questa volta la sua voce rimbombò all'infinito dentro l'occhi del ciclone,  come se fosse stato fatto di vetro. Il ragazzo si avvicinò di più -Ti vedi svegliare, restando qui tutti noi moriremo insieme a Casita- ma la ragazza non dava segni di vita. -Io so che hai sofferto molto, so che forse neanche mi senti, ma i tuoi genitori non ti meritavano, sono stati dei codardi e lo sono tutt'ora, non lasciare che ti influenzino la vita!- scosse il braccio della sua amica ma non ottenne risposta. -I tuoi poteri sono un dono! Non una maledizione! Non sei sbagliata, sei perfetta così come sei! Nessun vero genitori abbandona il figlio, loro ti hanno solo portato alla luce, non ti hanno dato nient'altro, se ne sono andati, non ti devi sentire sbagliata per questo! Per favore svegliati!-. Camilo non sapeva che altro fare, doveva prenderla e portarla fuori dal tornado, ma non c'è l'avrebbe mai fatta, inoltre non sapeva cosa sarebbe successo se lei non fosse più stata al centro, magari il tornado si sarebbe fermato e loro due sarebbero precipitati da decine di metri di altezza.

-Ti prego svegliati Margherita!- urlò in preda alla disperazione. -Io non posso vivere senza di te! Ti prego svegliati, so che sei viva! Svegliati!-. Le prese la mano e prese una decisione: non l'avrebbe abbandonata. -Se dobbiamo morire, moriremo insieme- si mise al suo fianco e chiuse gli occhi. 

La mano di Margherita era immobile, senza vita e fredda. Ma a Camilo non interessava, se era veramente morta perdendo il controllo dei suoi poteri allora presto il tornado avrebbe preso anche lui.

Ma fu altro a penderlo

Un ramo lo prese per la vita, lo afferrò stretto e lo strattonò verso il basso, ma lui non voleva andare via, voleva restare al suo fianco fino alla fine, si sarebbe opposto.

Arrivò un secondo strattone, molto più forte del primo, e perse la presa, fu scaraventato verso il basso infinito, verso il pavimento e verso, molto probabilmente, una morte certa.

Luisa lo afferrò al volo e guardò sua sorella. -Prendi anche Margherita!-, Isabela ricambiò lo sguardo colmo di disperazione -Sto cercando di capire dov'è, non riesco a vedere nulla!-. -Fa andare me lassù, la prenderò io e poi ci riporterai giù!- esclamò Mirabel, le sorelle la squadrarono -Ma è pericoloso- protestò Isabela, -Ma forse è l'unico modo- notò Luisa -Faglielo fare, se ne è sicura-, -Certo che ne sono sicura- confermò. 

Isabela le prese la vita con una liana e la mandò dentro il tornado, con una sola preghiera: fa che tornino salve.

Encanto: Camilo MadrigalWhere stories live. Discover now