Marry Me

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Non mi importa proprio
come ci siamo conosciuti.
Mi importa solo che
sia accaduto.
(All your perfect - Colleen Hoover)

***

«Voglio chiedere a Hermione di sposarmi»

A Harry per poco non andò di traverso il caffè.

«Cosa?»

«Voglio chiedere a Hermione di sposarmi», ripeté Ronald come se quella fosse una notizia di poco conto. Stava cercando di farla passare quasi come se lo stesse informando delle condizioni del tempo.

Ron sapeva perfettamente come quel suo desiderio avesse scioccato il suo amico - soprattutto detto in quel modo -, ma era la verità. Non sapeva come dirlo diversamente. Ron amava Hermione, più di ogni altra cosa al mondo, nulla la batteva. Nemmeno il pollo con le patate.

Impazziva per lei, si sentiva così bene quando trascorrevano il tempo insieme che Ronald era certo di voler passare anche tutto il resto della sua vita con lei. Amava Hermione in tutto il suo essere, quando sorrideva, quando lo guardava corrucciata la mattina mentre faceva colazione, quando studiava e poi si addormentava sul libro stanca, oppure quando arrivava da lui con il libro e gli chiedeva di ascoltarla mentre ripeteva - anche se erano le due di notte.

Ronald era intriso di lei, era pieno del suo profumo, della sua voce, dei suoi modi. Eppure non gli bastava, voleva renderla sua moglie - se anche lei avesse voluto lui come marito - e continuare a vivere in quella casetta che avevano decretato il loro nido mesi prima.

Lui non riusciva a resistere, un'esistenza con Hermione era la migliore a cui potesse aspirare. Non importava che entrambi la sera guardassero il forno chiedendosi perché non cucinasse a solo, o che ridessero dopo aver bruciato il pranzo. Anche le pulizie con lei erano magiche. Non c'era nulla che potesse apparire noiso se fatto con lei.

Dopo la seconda guerra magica, Ronald aveva adottato tutt'altra visione del mondo. Ringraziava ciò che aveva, riteneva importante tutto ciò che capitasse sul suo cammino, e - dopo le infinite morti che erano state causate da Voldemort - lui non voleva più vivere nascosto nell'ombra. Doveva vivere e sentirsi vivo. E farlo con Hermione sembrava che fosse la miglior cosa in assoluto.

Si innamorava di lei sempre di più, giorno dopo giorno. Gli dava un nuovo motivo per innamorarsi ancora, e ancora, e ancora. E Ronald non ne era mai sazio.

Poterla vedere al mattino, quando i suoi occhi davano il buongiorno al mondo, era una delle sue cose preferite. Si domandava come fosse possibile che anche lei, così piena di meraviglie, si fosse innamorata di lui.

Ogni tanto la trovava che lo fissava, che sorrideva nel guardarlo, e Ronald si sentiva colmo d'amore.

Aveva anche cominciato a leggere. Sentirla parlare dei libri che aveva letto con quel tipo di entusiasmo e passione, gli aveva dato la spinta necessaria per avvicinarsi al suo mondo. Adorava ascoltarla mentre parlava di ciò che nascondevano le pile di carta e inchiostro nella libreria del loro salotto e Ron rimpiangeva non poterle rispondere e dare altri spunti di conversazione, così - una sera mentre attendeva che lei finisse di studiare - seduto sul divano aveva preso uno dei tomi e aveva cominciato a leggere.

Hermione gli aveva detto che quella era un'opera di un autore irlandese dell'ottocento. Era comparsa vicina al divano, incredula di ciò che i suoi occhi le stavano mostrando. Ron le aveva anche chiesto di aspettare due minuti per capire Sybil Vane che fine facesse. E Hermione aveva cominciato a ridere.

Ronald sapeva che avrebbe portato quel momento nel suo cuore per l'eternità.

E così avevano stabilito una nuova routine. Ronald era passato in libreria, una babbana, e aveva comprato due segnalibri - uno rosso e uno giallo - e poi un libro che parlava di un segreto inconfessabile. Hermione leggeva di solito la mattina - quando Ron era ai Tiri Vispi Weasley per aiutare George - utilizzando il segnalibro rosso; e Ronald leggeva la sera - mentre Hermione studiava - con il segnalibro giallo.

Venti RegaliWhere stories live. Discover now