Confusa, s'apprestò per tornare indietro e s'accorse con stupore che l'inglese l'aveva seguita.
«Che cosa fai qui?» domandò, infastidita.
«Mi sembrate molto spaesata e per quanto io stasera non mi regga in piedi, non posso permettere che una lady come voi vada in giro da sola»
«Finiscila! Mi sono persa, è vero, ma ne ho abbastanza di prese in giro!» disse, le lacrime agli occhi.
Il giovane la guardò con aria mesta; sembrava confuso dalle sue parole e sinceramente dispiaciuto.
«Forse è meglio che vi accompagni a una locanda, sembrate molto provata»
«Una locanda?! Non siamo mica in un film del Settecento!» protestò Eloisa, stufa di quella che le pareva un'assurda farsa.
«Che cosa intendete dire?» domandò lo sconosciuto.
«Hai capito benissimo. Se non hai intenzione di aiutarmi, preferirei che mi lasciassi in pace»
«Vorrei veramente aiutarvi, ma non conosco la strada che state cercando.»
«Hai un cellulare almeno? Forse potrei chiamare mia cugina o usare le mappe!»
«Che cos'è un cellulare?» domandò il giovane, confuso. «Se vi riferite a una guida per forestieri, purtroppo ho smarrito la mia.»
Eloisa lo guardò con fastidio. Perché quel giovane si ostinava a schernirla? Sembrava che quella sera tutti si fossero messi d'accordo per rendere il suo soggiorno veneziano un inferno...
Aprì la bocca per rispondere in malo modo, ma proprio in quel momento un rumore di passi la fece trasalire.
«Qui potremo parlare in pace!» stava dicendo una voce maschile dalla forte cadenza veneziana.
«Siete sicuro che non ci sia nessuno?» domandò un altro, parlando con un marcato accento francese.
Eloisa si guardò intorno per vedere chi avesse parlato, ma proprio in quel momento il turista inglese la trascinò dietro la Chiesa di Santa Maria Formosa.
Un attimo dopo due uomini avvolti in mantelli scuri entrarono nella piazza. La ragazza poté vederli solo di sfuggita e notò che avevano entrambi il volto coperto da una maschera. Le loro voci si persero nell'aria, ma alcune parole arrivarono egualmente alle loro orecchie:
«Dobbiamo agire il prima possibile, è di vitale importanza» stava dicendo il francese.
«Siete sicuro che sia il momento adatto?»
«Il Doge Renier è morto, ve lo garantisco»
«Come potete esserne certo? nessuno ha annunciato la notizia...»
«Gli ho chiuso personalmente gli occhi.»
Seguì un attimo di silenzio, poi il francese aggiunse: «Presto la situazione prenderà la piega che desideriamo. Dobbiamo solo sfruttare la confusione del Carnevale!»
Nel sentire quello strano discorso , Eloisa fu presa da una tale angoscia che non poté impedirsi di appoggiarsi con la schiena alla parete della chiesa. Nel farlo, però, causò un lieve rumore.
«Chi c'è lì?» domandò improvvisamente il veneziano, muovendo qualche passo verso di lei.
«Lascia perdere, non vorrai attirare l'attenzione!» intervenne il francese, con grande sollievo della ragazza.
Qualche istante dopo, Eloisa sentì che si stavano allontanando dalla piazza. Solo quando il silenzio tornò a regnare in quell'ambiente, il giovane fece cenno di uscire dal nascondiglio.
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Tra le pieghe del tempo #1
Historical FictionAnteprima del mio romanzo disponibile su Amazon Eloisa ha sempre desiderato di prendere parte al Carnevale di Venezia, di vestire, almeno per un giorno, i panni di una dama del Settecento. Ospite della cugina Adele, può finalmente realizzare il suo...