Capitolo quattro

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Capitolo quattro -Sorprese e segreti-

Arrivato sul set, Kieron non perse tempo e andò a cercare il grande capo. «Posso avere un pass con accesso a tutte le aree?» «Ciao Kieron, buongiorno a te. Dipende, per chi è?» chiese curioso Colin, poiché l'altro non era solito portare nessuno a visitare il luogo in cui lavorava. «Sarà per la nuova fidanzatina del nostro bel Kieron?» scherzò Fanny, l'assistente di Colin. L'interpellato li guardò entrambi con sorpresa: possibile che tutti pensassero di lui che fosse un donnaiolo? «Devo dirtelo per forza?» ribatté quasi infastidito. Credeva che almeno loro lo conoscessero un po' meglio di così, ma invece anche i suoi colleghi parevano avere una pessima opinione di lui «No, solo se vuoi. Ma non porti mai nessuno...» «Se lo vuoi sapere, è per una delle ospiti della casa famiglia dove sto lavorando, è una ragazzina, una nostra fan» replicò cercando di mantenere la calma. «Uh, Kieron il tenerone. Da quando in qua?» Le parole della donna lo irritarono oltre modo, motivo per cui le rispose con fare piccato. «Fanny, ti è andata di traverso la colazione o cosa? E comunque, ho un cuore anche io, qualora te lo fossi scordato.» Le sue parole erano pregne di indignazione, cosa che Fanny sembrò cogliere visto lo sguardo dispiaciuto che gli rivolse. La donna, che stava solo scherzando, senza alcuna intenzione di ferirlo, si sentì a disagio. Kieron era un tipo strano, simpatico, ma lunatico, le aveva sempre ricordato un bambino cresciuto solo in altezza, perché si comportava con la stessa spensieratezza e superficialità di un adolescente. La fama e i soldi, quelli non avevano fatto che cambiarlo, in peggio; quando lei lo aveva conosciuto, non era così altezzoso e borioso, era più disponibile e meno spigoloso, ma non riusciva ad accusare solo il giovane uomo di quel mutamento. Lui si era lasciato coinvolgere, anzi, travolgere, colpa che gli si poteva imputare, ma era lo Star System che lo celebrava di continuo a renderlo il personaggio in cui si era trasformato. «Scusami, stavo solo scherzando. Ti faccio preparare il pass, ci pensi tu a scrivere il nome?» gli chiese, rivolgendogli un sorriso amichevole. «Visto che ci siamo, me ne prepareresti due e me li porteresti in camerino? Vado a farmi truccare.» concluse l'attore, prima di andarsene, senza nemmeno ringraziare. Kieron si rintanò nel camerino e, una volta pronto, accese il suo tablet e si mise a smanettare su internet. Era ancora irritato per il comportamento di Saf, motivo per cui le parole di Fanny, che di solito non lo avrebbero sfiorato nemmeno lontanamente, lo avevano colpito. «Giovane, non si bussa più alle porte?» Quella del suo camerino era stata spalancata e Sean Odell vi aveva intrufolato la testa. «Come sei vecchio e retrogrado Ki! Che fai?» chiese entrando, senza farsi troppi scrupoli. Kieron sorrise di quel suo atteggiamento così spontaneo: trovava divertente che nemmeno il giovane avesse una grande simpatia per l'etichetta. Certo, forse sarebbe stato opportuno che imparasse a bussare prima di entrare, onde evitare di trovarsi coinvolto in spiacevoli situazioni, ma tutto sommato la cosa non lo infastidiva. Non aveva nulla da nascondere, almeno non sul set. «Chi è quella bambina? Non ti avranno attribuito l'ennesima figlia illegittima?» domandò Sean, scoppiando a ridere in una sguaiata e fragorosa risata. «Eccone un altro. Sinceramente, vorrei capire se è questa l'idea che tutti hanno di me? Fanny mi ha appena chiesto se ho una nuova fiamma.» «Certo, perché non sa che te la fai con Seine!»

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«E gradirei che continuasse a ignorarlo, almeno per ora. Ma non cambiare discorso, cosa pensano gli altri di me?» insistette. «Ma se non ti è mai importata l'opinione altrui, perché ti fai problemi proprio adesso?» domandò il giovane di rimando, nel tentativo di comprendere cosa passasse per la testa dell'amico. Kieron così, per una volta, decise di fidarsi di qualcuno e gli raccontò di Zaffiro, della casa famiglia, di Annie, di Sky. Parlò a ruota libera, avvertendo mano a mano il cuore divenire più leggero. Gli era mancato avere qualcuno con cui aprirsi, con cui sentirsi libero di essere se stesso, e a cui poter raccontare, sicuro di essere capito. Con Sean non doveva spiegare, perché vivevano la stessa vita e, infatti, il ragazzo si rivide con facilità nella parole dell'amico. Sebbene non fosse ancora assediato e tartassato come lui, aveva cominciato a sperimentare sulla propria pelle cosa significava rappresentare un bersaglio continuo per flash e chiacchiere e sapeva che poteva diventare pesante da gestire. «Per quanto riguarda Annie, secondo me hai fatto benissimo. Credo che tu abbia avuto una buona idea. Per Zaffiro, non saprei che dirti, però ritengo che, come fin troppe persone, ti giudichi sulla base della tua fama, che ti precede. Sai meglio di me che in questo mondo non paiono esservi vie di mezzo. O sei amato o odiato e tu sei tanto apprezzato quanto invidiato e quindi detestato. La verità è che tutti ti invidiano la gloria, i soldi, le belle donne e ti odiano perché loro non le avranno mai. La cosa peggiore è che, se fossi un attore mediocre, potrebbero attaccarti, ma con te non possono permetterselo. Non hanno come ferirti, perché sei un professionista e lo sai. Ti hanno scelto per la tua bravura, per le tue capacità, e la stampa non ha modo di scalfirti se non colpendoti nel privato. Ma è perché gliene diamo modo, Ki. C'è da decidere se dar loro qualcosa di cui parlare o se comportarci in maniera irreprensibile. Ma la scelta spetta solo a te.» Il discorso di Sean, ponderato e maturo, riuscì a stupirlo e farlo riflettere. «Grazie.» Kieron gli diede una pacca sulla spalla e uscì dal proprio camerino, dopo essere stato chiamato. Si sentiva meglio, sollevato. Sì, doveva pensare, riflettere sulla propria vita, ma lo avrebbe fatto con calma, aveva altre priorità in quel momento. Ricacciò quindi i pensieri in un angolo remoto e si preparò: era ora di trasformarsi in Tarquinn.

La Principessa ZaffiroWhere stories live. Discover now